La Svizzera indaga su Apple: troppi limiti per l'uso del NFC di iPhone per le terze parti
Le autorità di regolamentazione svizzere hanno acceso un faro sulle pratiche di Apple riguardanti i pagamenti digitali. La Commissione della concorrenza (COMCO) ha annunciato l'avvio di un'indagine preliminare per esaminare nel dettaglio le condizioni che il colosso di Cupertino impone alle aziende di terze parti per accedere alla tecnologia NFC degli iPhone, la stessa che abilita il funzionamento di Apple Pay. L'obiettivo dell'inchiesta è determinare se tali vincoli permettano effettivamente agli altri fornitori di app di pagamento di competere ad armi pari con la soluzione proprietaria di Apple.
Ricordiamo che nel giugno 2024, sotto la forte pressione dell'Unione Europea, Apple è stata costretta ad aprire i suoi processi di pagamento NFC ai rivali, abbattendo quel muro che per anni aveva riservato l'uso del chip tap-to-pay esclusivamente ad Apple Pay. Sull'onda di questa decisione, nell'agosto successivo l'azienda ha esteso facoltativamente lo stesso accesso ad altre regioni chiave, tra cui Stati Uniti, Canada e Giappone.
ANCHE LA SVIZZERA VUOLE LO STESSO TRATTAMENTO
Tuttavia, è proprio sui dettagli di questo accesso che si concentra l'attenzione della COMCO. L'autorità svizzera ha rilevato che i termini e le condizioni contrattuali proposti da Apple alle aziende elvetiche differiscono in modo sostanziale da quelli applicati nello Spazio Economico Europeo. Il sospetto dei regolatori è che queste clausole specifiche possano non essere conformi alla legge antitrust svizzera, creando di fatto barriere artificiali che svantaggiano le soluzioni di pagamento locali rispetto ad Apple Pay, nonostante l'apertura tecnica dell'hardware.
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