Libia: presentato a Tripoli il primo master in chirurgia con riconoscimento europeo con il sostegno dell’Italia

È stato ufficialmente presentato a Tripoli, nel corso di una cerimonia tenuta ieri presso l’hotel Radisson Blu Mahari, il primo master in chirurgia traumatologica con riconoscimento europeo organizzato in Libia con il sostegno di istituzioni accademiche e sanitarie italiane. L’iniziativa, promossa dal centro Emergency Medical and Support Center (Emsc) in collaborazione con il Policlinico Luigi di Liegro – partner dell’Università UniCamillus di Roma – rappresenta un tassello significativo nella cornice di cooperazione scientifica e istituzionale tra Italia e Libia in ambito sanitario. Alla cerimonia hanno preso parte il ministro libico della Salute, Mohamed Alghoj, il direttore generale dell’Emsc, Tareg Alhamshri, il vice ambasciatore d’Italia a Tripoli, Riccardo Villa, e il generale Luigi Tufano, capo della Missione bilaterale di assistenza e supporto in Libia (Miasit), insieme a numerosi rappresentanti del mondo accademico dei due Paesi. “L’Italia si mette a disposizione dei cittadini libici. Lo ha sempre fatto, anche negli anni più bui del conflitto, quando i medici italiani continuavano a curare pazienti libici in Italia e non smettevano di affacciarsi in Libia”, ha dichiarato il vice ambasciatore Villa.
Il master, di durata biennale, prevede moduli teorici e 300 ore di formazione pratica in strutture sanitarie pubbliche e private libiche, con un approccio integrato tra insegnamento accademico e applicazione clinica. Obiettivo del programma è formare specialisti in grado di rispondere a situazioni di emergenza complesse – conflitti, disastri, traumi civili – contribuendo al rafforzamento delle capacità locali attraverso competenze certificate a livello europeo. Durante l’evento sono stati conferiti riconoscimenti ufficiali alle figure che hanno reso possibile l’avvio del master. Tra questi, oltre al ministro Alghoj e al dottor Alhamshri, anche il professor Ibrahim Ali Jebeal, coordinatore scientifico del master per la parte libica, il dottor Moahmed Benothman, direttore del Dipartimento per l’equivalenza dei titoli esteri del ministero dell’Istruzione superiore, e il dottor Omar Hamedan, responsabile dell’ufficio qualità dell’Emsc.
Sul versante italiano, erano presenti il professor Gianfranco Peluso per UniCamillus, il professor Giorgio De Toma – presidente del master – e i direttori scientifici Massimiliano Iannuzzi Mungo e Carlo De Biase del Policlinico Luigi di Liegro. Presenti inoltre i docenti Antonio Santoro e Berra (neurochirurgia), Tiziano De Giacomo (chirurgia toracica) ed Elena Taglieri (chirurgia della mano), tutti parte del corpo docente. Il programma si inserisce nel solco della cooperazione bilaterale rilanciata ufficialmente nel maggio 2023 con la firma del memorandum d’intesa tra i ministeri della Salute di Italia e Libia, in occasione della visita del ministro Orazio Schillaci a Tripoli al seguito della premier Giorgia Meloni. Da allora, la collaborazione ha trovato ulteriori spazi di approfondimento, dal tavolo settoriale Salute del Business forum Italia-Libia tenutosi a Tripoli il 29 ottobre 2024, fino al più recente forum imprenditoriale di Bengasi, svoltosi il mese scorso, dove UniCamillus ha partecipato con l’intenzione di promuovere iniziative simili anche in Cirenaica.
La delegazione italiana, inizialmente attesa a Tripoli già il 19 luglio, aveva dovuto rinviare l’arrivo a causa di un guasto tecnico all’aeromobile Medsky poi risolto. In Libia, la domanda di assistenza medica resta alta a causa della prevalenza di patologie croniche – come diabete e malattie cardiovascolari – alimentate da stili di vita sbilanciati, in particolare l’elevato consumo di carne e zuccheri. A ciò si somma la diffusione di malattie genetiche legate alla pratica dei matrimoni consanguinei, ancora comune in molte aree rurali. Il sistema sanitario, indebolito da oltre un decennio di instabilità e carente in investimenti, fatica a rispondere efficacemente ai bisogni della popolazione, spingendo molti a cercare cure all’estero: in Tunisia, Turchia o, per chi può permetterselo, in Italia e Germania. In questo scenario, il master rappresenta un tentativo concreto di colmare un vuoto formativo, rafforzando il capitale umano locale e costruendo, con il contributo del know-how italiano, una base più solida per una sanità libica autonoma, qualificata e sostenibile.
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