L’Ue lancia un’app per la verifica dell’età online. Il progetto pilota in 5 Paesi membri (tra cui l’Italia)

Lug 15, 2025 - 10:30
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L’Ue lancia un’app per la verifica dell’età online. Il progetto pilota in 5 Paesi membri (tra cui l’Italia)

Bruxelles – Italia, Francia, Spagna, Grecia e Danimarca saranno i primi cinque Paesi dell’Ue a testare il prototipo dell’applicazione per la verifica dell’età online sviluppato e presentato oggi (14 luglio) dalla Commissione europea. Insieme all’adozione dell’app, Bruxelles indica inoltre alle piattaforme alcune strade per limitare la visibilità degli account dei più giovani sui social network e proteggerli così dai rischi di abusi.

“Le piattaforme non hanno più scuse per continuare a mettere in atto pratiche che mettono a rischio i bambini”, ha esultato la vicepresidente esecutiva per la sovranità tecnologica e la sicurezza, Henna Virkkunen, presentando le linee guida sulla protezione dei minori, previste dalla legge europea sui servizi digitali (Dsa). Secondo il progetto pilota, gli utenti nei cinque Paesi membri dovranno attivare un’app – una volta che sarà disponibile a livello nazionale -, che verificherà direttamente la loro età. In questo modo, le piattaforme online riceveranno solo la prova che l’utente sia o meno maggiorenne, senza dover a loro volta chiedere dati personali. “I processi di rilascio e presentazione saranno gestiti da entità separate, garantendo la privacy”, assicura la Commissione europea. Inoltre, il fornitore della prova “non sarà informato dei servizi in cui viene utilizzata”.

Henna Virkkunen, vicepresidente esecutiva della Commissione europea

Danimarca, Francia, Grecia, Italia e Spagna sono tra i Paesi che stanno spingendo Bruxelles a riflettere sulla necessità di fissare un’età digitale a livello europeo, e saranno i primi ad adottare il prototipo in vista della sua integrazione nei portafogli digitali nazionali – da introdurre entro la fine del 2026 – o della pubblicazione di un’app nazionale personalizzata per la verifica dell’età sugli app store. Parallelamente, Bruxelles lancerà test approfonditi con le piattaforme online, compresi siti di contenuti pornografici e per adulti. Tecnicamente, suggerisce la Commissione europea, l’utilizzo di una tale app può andare ben oltre, ed essere esteso ad esempio all’acquisto di alcolici. “Gli Stati membri potranno decidere di farlo al momento di adattarla al contesto nazionale o in una fase successiva”, si legge in una nota dell’esecutivo Ue.

Tra gli altri aspetti toccati dalle linee guida diffuse oggi, anche il design delle piattaforme che crea dipendenza negli utenti, il cyberbullismo, i contenuti dannosi, i contatti indesiderati da parte di estranei. Secondo la Commissione, le spunte di conferma di lettura dei messaggi – o ancor di più gli ‘streaks‘, funzionalità di alcune piattaforme social che premiano la pubblicazione di contenuti consecutivi -, innescano comportamenti di dipendenza, a cui i minori sono “particolarmente vulnerabili”. Le piattaforme dovrebbero inoltre vietare agli account di scaricare, o copiare tramite screenshot, i contenuti pubblicati dagli utenti minorenni per impedire la “diffusione indesiderata di contenuti sessualizzati o intimi”.

C’è poi il nodo dell’esposizione a contenuti dannosi, spesso proposti proprio dagli algoritmi di raccomandazione delle piattaforme stesse. Infine, Bruxelles ha suggerito alle piattaforme di impostare in modo predefinito gli account dei minori come privati, non visibili agli utenti che non fanno parte della loro lista di amici, per scongiurare il rischio che vengano contattati da estranei online.

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia