Materiali nucleari illegali, nuova tecnica li identifica in 30 minuti
Individuare l’origine di materiali nucleari fuori dal controllo delle autorità potrebbe diventare molto più rapido grazie a una nuova tecnica sviluppata dal Los Alamos National Laboratory. Il metodo, messo a punto da un team di ricercatori statunitensi, consente di ottenere indicazioni utili sulla provenienza di campioni sospetti in circa 30 minuti, utilizzando strumenti relativamente comuni nei laboratori di chimica, come uno spettrometro di massa.
Il problema dei materiali nucleari e radiologici sottratti ai circuiti di regolamentazione è tutt’altro che teorico. Secondo i dati dell’International Atomic Energy Agency, solo nel 2024 sono stati segnalati 124 episodi in cui queste sostanze sono finite fuori controllo, con almeno tre casi collegati direttamente a traffici o a potenziali usi malevoli. Episodi di questo tipo possono riguardare tanto tentativi organizzati di commercio illegale quanto situazioni più caotiche, come sequestri casuali durante operazioni di polizia.
Negli ultimi anni non sono mancati esempi concreti. In un caso giudiziario negli Stati Uniti, il leader di un’organizzazione criminale si è dichiarato colpevole per aver tentato di vendere uranio yellowcake a un agente sotto copertura. In un altro episodio, avvenuto in Australia, le forze dell’ordine hanno rinvenuto una polvere sospetta all’interno di un barattolo alimentare etichettato come “Gamma Source” durante un blitz in un laboratorio clandestino di droga. Solo analisi successive hanno chiarito che si trattava di minerale di uranio, con tempi e procedure tutt’altro che rapidi.
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