Medicina estetica su misura: come la prevenzione e la personalizzazione stanno rivoluzionando la cura della pelle

Agosto 30, 2025 - 11:30
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Medicina estetica su misura: come la prevenzione e la personalizzazione stanno rivoluzionando la cura della pelle

di Andrea Sermonti

Un mondo, quello della medicina estetica e della chirurgia plastica, che negli ultimi decenni è cresciuto in maniera esponenziale, sia dal punto di vista quantitativo che, fortunatamente, qualitativo. “E questo sia per quanto riguarda i medici che gli stessi pazienti”, commenta Marco Iera, specialista in chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica e medicina estetica presso l’Ospedale San Raffaele di Milano.

In che senso?

Per quanto riguarda i pazienti devo riconoscere che oggi sono sempre più informati ed esigenti: non pretendono più trasformazioni radicali o ringiovanimenti impossibili, ma ambiscono a miglioramenti sempre naturali e soprattutto armoniosi. E questo è possibile anche grazie al fatto che la qualità degli interventi di medicina estetica è cresciuta enormemente, grazie a tecnologie più sicure e sperimentate e a prodotti di ultima generazione che consentono protocolli applicativi assolutamente personalizzati. Una sorta di medicina estetica ‘sartorializzata’, su misura per ogni paziente, che punta più alla prevenzione e al mantenimento che alle correzioni drastiche e all’alterazione dei volumi naturali.

Sempre meno labbra ‘a canotto’, quindi?

Secondo me sì, anche perché le tecniche si sono molto affinate: grazie all’introduzione di una maggiore tecnologia e, soprattutto, alla crescente qualità dei prodotti e delle materie prime. Insomma, la medicina estetica è ormai entrata nella nostra cultura, ‘sdoganata’ dai luoghi comuni e migliorata quindi nel brand e nella stessa qualità e preparazione dei medici estetici. E questo si evince anche dal fatto che i pazienti si rivolgono al medico estetico sempre prima – anche dai 25/30 anni – con l’obiettivo di preservare la loro pelle e rallentare l’invecchiamento.

Anche perché per decenni abbiamo convissuto con la confusione tra medicina e chirurgia estetica.

Da chirurgo plastico, ricostruttivo ed estetico quale sono, ho ben presente questo problema. Ma oggi penso che gli stessi pazienti iniziano ad aver ben presente questa differenza, anche grazie all’informazione che viaggia sui social, e credo che ormai questo non rappresenti più un problema reale.

Ma torniamo alle novità: quali sono, secondo lei, gli interventi che hanno avuto ultimamente i miglioramenti più importanti ed efficaci?

Secondo me riguardano in particolare tre aree specifiche: la prima è quella dei trattamenti iniettivi – quindi filler e tossina botulinica – che oggi sono sempre più sicuri e duraturi nel tempo. Una seconda area è quella delle tecnologie per il ringiovanimento non chirurgico – quindi laser e radiofrequenza – che stimolano i tessuti senza tempi di recupero lunghi. E da ultimo quella della biorivitalizzazione.

Di che si tratta, in particolare?

Posso dire senza tema di smentita che la biorivitalizzazione è una tecnica che negli ultimi anni ha fatto veri e propri passi da gigante: consiste nell’iniettare sottocute o nel derma sostanze tipo acido ialuronico, vitamine o antiossidanti che riattivano il metabolismo cellulare e migliorano prevalentemente l’idratazione e la compattezza cutanea. Quindi non si tratta di ‘riempire’ ma di restituire, diciamo, vitalità e luminosità alla pelle. E oggi esistono formulazioni che garantiscono una maggiore durata, con un effetto più naturale e soprattutto con un’azione preventiva molto, molto efficace.

E questo tipo di intervento ‘preventivo’ per chi è consigliato?

Si tratta di un trattamento abbastanza versatile, che può essere personalizzato e ‘tagliato’ a misura per il soggetto: in generale è consigliato anche a chi nota i primi segni di stanchezza o perdita di elasticità cutanea. L’età media di inizio dei trattamenti biorivitalizzanti è intorno ai 30-35 anni, ma in realtà anche i più giovani possono beneficiarne in ottica preventiva. Soprattutto se magari hanno degli stili di vita un pò stressanti: un’esposizione solare importante, attività sportiva o cose del genere. Per le pelli mature, invece, diventa un alleato fondamentale per mantenere tonicità e luminosità, che va a reintegrare quello che l’invecchiamento fa perdere.

Quindi è chi viene da lei che le chiede questo tipo di intervento o è lei che, dopo la visita, lo suggerisce se lo ritiene necessario?

Soprattutto negli ultimi negli ultimi anni ho notato un aumento dell’attenzione alla ‘skin quality’, quindi sto riscontrando sempre più persone che arrivano in studio già con le idee ben chiare e che richiedono questo trattamento.

Un suggerimento particolare da dare, vista la sua esperienza in questo campo, ai clienti/pazienti?

Penso che oggi la medicina estetica non abbia il compito di cambiare chi siamo, ma di preservare e far emergere la nostra versione migliore. E proprio per questo credo che il futuro sia prevenzione e personalizzazione: non un intervento da fare per ‘aggiustare i danni’ ma per prevenirli, una cosa che dovrebbe interessare anche i giovanissimi: più attenzione alla ‘skin quality’ per rallentare l’invecchiamento se si ha un’idratazione instabile, con l’obiettivo di avere meno rughe in futuro.

L’articolo Medicina estetica su misura: come la prevenzione e la personalizzazione stanno rivoluzionando la cura della pelle è tratto da Forbes Italia.

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