Mediobanca: l’assemblea degli azionisti nega l’autorizzazione per l’offerta su Banca Generali

Agosto 22, 2025 - 17:00
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Mediobanca: l’assemblea degli azionisti nega l’autorizzazione per l’offerta su Banca Generali

Lunedì 18 era arrivata l’autorizzazione della Banca centrale europea (Bce) a Mediobanca ad acquisire il controllo diretto di Banca Generali, Il 16 agosto i siti web dei rispettivi azionisti istituzionali di Mediobanca, avevano fornito una disclosure anticipata delle proprie deleghe di voto a sostegno dell’operazione che era stata anche sostenuta dal mercato. All’assemblea era presente il 77 per cento circa del capitale, di cui il 35 per cento ha votato a favore dell’offerta (25 per cento investitori istituzionali, 10 per cento investitori privati), il 10 per cento si è espresso contro (sostanzialmente il gruppo Caltagirone) e il 32 per cento si è astenuto (20 per cento Delfin, 5 per cento Casse previdenziali italiane, 3 per cento investitori istituzionali, 2 per cento Edizione Holding, 2 per cento Unicredit). Dopo il via libera della Bce l’ad di Mediobanca Alberto Nagel aveva ricordato che Banca Generali “è sempre stata, negli anni, un target privilegiato per Mediobanca in ragione del fondamento industriale e strategico di una eventuale integrazione tra i due gruppi. Nonostante il voto favorevole della maggioranza relativa, dunque, non è stato raggiunto il necessario 50 per cento dei voti

Come è noto, già nel 2020 Mediobanca ha inviato ad Assicurazioni Generali proposte per una possibile integrazione”. Invece oggi la doccia fredda della decisione dell’assemblea, commentata con amarezza da Nagel che ha definito il no all’offerta “un’opportunità mancata per effetto del voto espresso, in particolare, da azionisti che, anche nell’attività di engagement, hanno manifestato un evidente conflitto di interesse, anteponendo quello relativo ad altre situazioni/asset italiani a quello di azionisti di Mediobanca”. Per Nagel “risulta, infatti, evidente dal voto che coloro i quali non si sono trovati in questa posizione si sono espressi a favore (mercato in primis), in linea con le raccomandazioni dei proxy advisors internazionali. Si tratta chiaramente di un’opportunità, per ora, mancata per lo sviluppo della nostra Banca e del sistema finanziario italiano. Continueremo ad essere concentrati sull’esecuzione del nostro Piano ‘One Brand – One Culture’ convinti della superiore generazione di valore rispetto all’alternativa rappresentata dall’offerta di Mps”.

I voti favorevoli sono venuti in particolare da Norges, il maggiore fondo sovrano al mondo e investitori nordamericani come California state teachers’ retirement system (fondo pensione californiano che è il più grande al mondo nella categoria degli insegnanti con un portafoglio che vale oltre 350 miliardi di dollari), California public employees’ retirement system, Canada pensions plan (fondo pensione canadese, con oltre 700 miliardi di dollari di asset in gestione, che si è presentato all’assemblea di Piazzetta Cuccia del 2024 con in portafoglio lo 0,12 per cento delle azioni), New York City comptroller (asset manager che gestisce i portafogli di investimento dei cinque sistemi pensionistici della Grande Mela, amministrando 285 miliardi di dollari, e titolare di 115 mila azioni Mediobanca) e Florida state board of administration, fondo pensione che gestisce complessivamente 260 miliardi di dollari in investimenti, ha depositato 1,26 milioni di azioni Mediobanca (equivalenti allo 0,15 per cento circa) nell’assemblea dell’ottobre 2024.

La decisione di Norges e delle cinque casse previdenziali nordamericane confermava quella già formulata in vista della precedente convocazione dell’assemblea di Mediobanca (poi rinviata) e si allineava al giudizio unanime, favorevole all’ops su Banca Generali, espresso da parte dei principali proxy advisor (ISS e Glass Lewis, insieme a Pirc, agenzia europea specializzata sui fondi pensione). Dopo la decisione del Consiglio Nagel ha ringraziato “tutti coloro che in questi anni hanno creduto e sostenuto il processo di forte crescita e trasformazione di Mediobanca e che hanno supportato l’operazione Banca Generali come ulteriore e definitivo tassello nella creazione di un Wealth Manager di respiro internazionale”.

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