Open Arms, Salvini: “Qualche pm non si rassegna”. Lega: “Procura cerca vendetta”

La Lega attacca la procura di Palermo, che ieri ha presentato ricorso in Cassazione contro la sentenza di assoluzione emessa dal tribunale nei confronti di Matteo Salvini (all’epoca ministro dell’Interno) nell’ambito del processo Open Arms. “Sconcertante l’iniziativa della procura di Palermo e sconcertante l’atteggiamento di una sinistra comprensiva con gli amici e forcaiola con gli avversari”, scrive in una nota il Carroccio che punge anche i dem.
“Le 268 pagine di motivazione del Tribunale di Palermo con cui è stato assolto Matteo Salvini sono chiare e inequivocabili: smontano una per una tutte le accuse, eppure a sinistra coprono i guai giudiziari che travolgono i suoi (da Milano a Prato, da Bari alla Campania) mentre agli avversari riservano attacchi o silenzi indecenti. C’è chi non si rassegna alle sconfitte, che siano in tribunale o nelle urne, e cerca vendetta”.
Salvini su Open Arms: “Sentenza solida ma qualche pm non si rassegna”
La denuncia della Lega si accoda a quella del suo leader Salvini. “Qualche pm evidentemente non si rassegna…”, commenta il vicepremier in un colloquio con il Corriere della Sera in merito alla vicenda Open Arms. “I miei avvocati si aspettavano la mossa della Procura”. “Onestamente – dice – la mia prima reazione è stata un mix di stupore e rabbia. Incazzatura, anche…”.
Ma poi aggiunge: “La mia assoluzione è contenuta in 268 pagine. Pagine solide e impeccabili”. Non vuole leggere una altro capitolo dello scontro tra politica e magistratura: “I magistrati politicizzati e di sinistra sono ormai una esigua, anche se discretamente rumorosa, minoranza”. Salvini poi critica le opposizioni: “Il processo è iniziato per il voto della sinistra in Parlamento”. E in particolare, del M5s che all’epoca dei fatti era alleato della Lega ma ha votato per l’autorizzazione a procedere: “Per me coerenza, lealtà, onestà e coraggio non sono solo parole, sono una condotta di vita. Invece loro hanno cambiato idea solo perché avevo tolto la fiducia a Conte”.
Anm: “Magistrati rispettano la Carta, governo accetti critiche”
Pronta la risposta dell’Associazione nazionale magistrati. “Non è stato fatto un appello, ma un ricorso in Cassazione. E il ricorso in Cassazione è previsto dalla Costituzione. Tutti i procedimenti possono esserne oggetto”, dice il presidente dell’Anm Cesare Parodi, intervistato dalla Stampa.
Parodi spiega che “non è stata scelta la logica dell’appello, quindi della revisione di tutto, ma del ricorso in Cassazione. E questo blocca alla radice ogni polemica”. E in merito alle dichiarazioni del ministro della Giustizia Carlo Nordio che ha detto ‘rimedieremo’, replica: “O si cambia la Costituzione o il ricorso in Cassazione non potrà essere limitato”.
Quanto alla reazione del Guardasigilli alle parole del magistrato Piccirillo, il presidente dell’Anm replica: “Rifiutare con quei toni non la critica secca, ma l’argomentazione nel dettaglio, è una cosa che preoccupa parecchio noi magistrati” e “se non è possibile neppure esprimere considerazioni in modo pacato e professionale, allora è un grave problema che l’Anm affronterà con determinazione. Ipotizzare per questo responsabilità disciplinari significa impedire il contributo che la magistratura può dare al sistema paese. Un problema molto grave non solo per i magistrati ma soprattutto per i cittadini”.
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