Papa Leone: «Giovani, aspirate a cose grandi, alla santità»

Agosto 3, 2025 - 22:30
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Papa Leone: «Giovani, aspirate a cose grandi, alla santità»
Il Papa tra i giovani prima della Messa a Tor Vergata (foto Calabrese/Sir)Il Papa tra i giovani prima della Messa a Tor Vergata (foto Calabrese/Sir)

Inizia con un “buongiorno” e un augurio paterno di buona domenica, l’ultima e culminante giornata del Giubileo dei Giovani. Un milione i ragazzi riuniti a Tor Vergata, dove la maggioranza di loro ha trascorso la notte e che si ritrovano, di primo mattino, intorno al grande altare per la celebrazione eucaristica finale. Messa presieduta dal Papa che, sorridente – dopo aver compiuto un giro per la spianata di circa 40 minuti e ringraziato alcuni degli organizzatori – dice ancora: «spero che abbiate riposato bene».

20 i cardinali, 450 i vescovi, 7000 i sacerdoti concelebranti: un mare di casule verdi che, insieme ai colori delle magliette dei giovani, paiono circondare, in un grande abbraccio, l’altare da cui papa Leone, rivolge, nell’omelia ancora una volta, un messaggio di fiducia e di speranza nel nome del Signore della pace e «dell’incontro con Cristo risorto che cambia la nostra esistenza», scandisce.

7000 i sacerdoti che hanno celebrato con il Papa domenica mattina (Photo by Filippo MONTEFORTE / AFP)

Aspirare a cose grandi, alla santità

«In tutto questo – prosegue – potete cogliere una risposta importante: la pienezza della nostra esistenza non dipende da ciò che accumuliamo né, come abbiamo sentito nel Vangelo, da ciò che possediamo. Carissimi giovani, la nostra speranza è Gesù. È Lui, come diceva san Giovanni Paolo II, “che suscita in voi il desiderio di fare della vostra vita qualcosa di grande, per migliorare voi stessi e la società, rendendola più umana e fraterna”. Teniamoci uniti a Lui, rimaniamo nella sua amicizia, sempre, coltivandola con la preghiera, l’adorazione, la Comunione eucaristica, la Confessione frequente, la carità generosa, come ci hanno insegnato i beati Piergiorgio Frassati e Carlo Acutis, che presto saranno proclamati Santi. Aspirate a cose grandi, alla santità, ovunque siate. Non accontentatevi di meno. Allora vedrete crescere ogni giorno, in voi e attorno a voi, la luce del Vangelo».

Un momento della Messa con i giovani a Tor Vergata (Photo by Filippo MONTEFORTE / AFP)

Un richiamo finale, forte che è come il sigillo dell’intera riflessione proposta ai ragazzi invitati a non avere paura anche della fragilità «che è parte della meraviglia che siamo», secondo quanto suggerito dalla prima lettura tratta dal Libro di Qoèlet, proclamata in inglese, mentre la seconda dalla Lettera paolina ai Colossesi è letta in spagnolo e il Vangelo di Luca, al capitolo 12, in italiano.

«Noi siamo fatti – spiega il Santo Padre riferendosi al libro biblico – non per una vita dove tutto è scontato e fermo, ma per un’esistenza che si rigenera. Sentiamo una sete grande e bruciante che nessuna bevanda di questo mondo può estinguere. Di fronte ad essa, non inganniamo il nostro cuore, cercando di spegnerla con surrogati inefficaci».

Capaci di cambiare il mondo

La citazione di sant’Agostino nelle Confessioni, apre a un breve stralcio dell’omelia pronunciata in spagnolo dove il richiamo è a papa Francesco e a quanto disse a Lisbona, esattamente due anni fa durante la Gmg, nel Discorso per l’incontro con i giovani universitari: «Non allarmiamoci se ci troviamo interiormente assestati, inquieti, incompiuti, desiderosi di senso e di futuro: siamo vivi». Vivi come pellegrini di speranza e testimoni fino ai confini della terra, capaci di cambiare il mondo, per usare le parole che papa Leone usa al temine della Messa, affidando ancora i giovani a Maria come aveva fatto a conclusione dell’omelia.

Il Saluto di papa Leone XIV ai giovani (Photo by Filippo MONTEFORTE / AFP)

«Vi affido a Maria, la Vergine della speranza. Con il suo aiuto, tornando nei vostri Paesi, in tutte le parti del mondo, continuate a camminare con gioia sulle orme del Salvatore e contagiate chiunque incontrate con il vostro entusiasmo e la testimonianza della vostra fede. Buon cammino!».

LAngelus e il ringraziamento

Poi, la recita dell’Angelus, con quel richiamo in inglese, perché tutto il mondo capisca. «Siamo con i giovani di Gaza, con i giovani dell’Ucraina e di ogni terra insanguinata dalla guerra. Un altro mondo è possibile con l’amore di Cristo, un mondo in cui i conflitti non vengano risolti con le armi, ma con il dialogo».

Il pensiero va anche ad altri ragazzi. «Chiedo a voi di portare un saluto anche ai tanti giovani che non sono potuti venire e stare qui con noi, in tanti Paesi da dove era impossibile uscire per le ragioni che conosciamo. Portate questa gioia, questo entusiasmo a tutto il mondo. Voi siete sale della terra, la luce del mondo: portate questo saluto a tutti i vostri amici, a tutti i giovani che hanno bisogno di un messaggio di speranza», conclude il Santo Padre parlando del Giubileo dei Giovani come di una «cascata di grazia e un grande dono per il  mondo intero».

«Voglio. ringraziarvi ad uno ad uno con tutto il cuore. Affido al Signore, le ragazze, Maria e Pascal, una spagnola e una egiziana, che ci hanno lasciato in questi giorni».

Sventola la bandiera coreana: la prossima Gmg sarà a Seoul nel 2027 (Photo by Isabella Bonotto / Anadolu via AFP)

Appuntamento, dal 3 all’8 agosto 2027, a Seoul, in Corea del Sud – e ovunque sventolano bandiere di quel Paese – per la 41esima Gmg dal titolo “Abbiate coraggio, io ho vinto il mondo”. «Buon viaggio!»

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