Parigi convoca l’ambasciatrice italiana. Salvini: “Macron permaloso, reazione Eliseo sproporzionata”

Fonti italiane confermano a LaPresse che la Francia ha convocato giovedì l’ambasciatrice a Parigi, Emanuela D’Alessandro, a seguito dei commenti del vice premier Matteo Salvini sul presidente Emmanuel Macron per il suo sostegno all’invio di truppe in Ucraina.
Un ennesimo attacco che, a quanto si apprende, ha portato alla protesta da parte francese prima con il consigliere diplomatico della premier Giorgia Meloni, Fabrizio Saggio, e con la Farnesina, e poi con la convocazione dell’ambasciatrice a Parigi. “Taches al tram”, attaccati al tram in milanese, aveva detto Salvini a margine di un evento sull’ipotesi di invio di truppe, “vacci tu se vuoi. Ti metti il caschetto, il giubbetto, il fucile e vai in Ucraina”.
Nel corso di un intervento a Pinzolo, durante l’incontro estivo della Lega Trentino, Salvini ha definito Macron “un po’ troppo permaloso”, aggiungendo: “I sondaggi dicono che l’80 per cento dei francesi non lo gradisce”.
Le parole del leader leghista hanno suscitato reazioni anche sul fronte interno. La segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, ha commentato: “Le intemerate di Salvini non mettono in difficoltà solo il governo, con Tajani e Meloni che rivendicano col loro alleato leghista il proprio ruolo in politica estera, ma imbarazzano il Paese. Salvini farebbe meglio a occuparsi dei ritardi cronici dei treni che da anni penalizzano lavoratori, studenti e pendolari”.
Salvini: “Macron troppo permaloso, reazione Eliseo sproporzionata“
“Macron è un po’ troppo permaloso. E comunque i sondaggi dicono che l’80 per cento dei francesi non lo gradisce”. Lo ha detto il vice premier e ministro delle Infrastrutture e trasporti, Matteo Salvini, intervenendo a Pinzolo al tradizionale incontro estivo della Lega Trentino. “Più che fare il permaloso, Macron la smetta di parlare con toni bellici, solo il mese scorso ha detto che la Francia è pronta a combattere. Parla per te, l’Italia non ha nessuna intenzione di combattere, di andare in guerra, non siamo in guerra contro la Russia, lavoriamo per la pace” ha aggiunto Salvini.
La reazione dell’Eliseo “è sproporzionata, non mi sembra che ci sia stato nessun insulto”. ‘Taches al tram’ è un detto simpatico milanese, non c’è un insulto. C’è un no sobrio all’entrare in una guerra che vogliamo che finisca” ha aggiunto Salvini intervistato su Rete 4. “Non so perché questa escalation, non ho nessuna intenzione di polemizzare con Macron”, ha aggiunto.
Salvini: “Per parlare di pace Macron può chiamarmi anche a mezzanotte”
A proposito di Emmanuel Macron, “se volesse un chiarimento, una telefonata una chiacchiera…ma lui è più importante di me, lui è il presidente, io sono solo un ministro”, ma “se vogliamo parlare di pace mi può chiamare anche a mezzanotte”. Lo ha detto il vicepremier e ministro dei Trasporti Matteo Salvini, leader della Lega, ospite del programma ‘4 di sera weekend’ su Rete 4. “Penso di essere stato garbato, sereno, assolutamente inflessibile sul no a mandare un solo soldato italiano o francese a morire o combattere in Ucraina e in Russia e penso che la politica preveda anche del dissenso. Se non c’è insulto o altro. Se Macron precisasse stasera che non è intenzione di nessuno di mandare in Ucraina un esercito europeo, soldati italiani e francesi, il problema si chiude qua”, ha detto Salvini.
“Non ho nessuna voglia di litigare con il presidente francese. Se Macron precisasse stasera che non è intenzione di nessuno di mandare in Ucraina un esercito europeo, soldati italiani e francesi, il problema si chiude qua. Ho tanti cantieri aperti sul confine fra Italia e Francia, sto lavorando molto bene col mio collega ministro francese, abbiamo riaperto il Col di Tenda, abbiamo riaperto il Frejus, lavoriamo sul Monte Bianco, quindi non ho nessuna voglia di litigare con il presidente francese” ha aggiunto.
Lega: “Pd guerrafondaio, anti-italiano e servile con Francia”
“Non stupisce che, anche nelle ultime ore, la sinistra rafforzi le proprie posizioni anti-italiane e guerrafondaie e il proprio servilismo verso alcuni governi stranieri come Parigi”. Così una nota della Lega. “Nel 2018, il portavoce del partito di maggioranza francese di Macron dichiarò che la posizione del governo italiano sui migranti ‘è da vomitare’: al Viminale c’era Matteo Salvini e – dopo anni di frontiere spalancate – finalmente il nostro Paese proteggeva i propri confini. In quell’occasione, il Pd non si stracciò le vesti come sta facendo adesso. E poco tempo dopo un sottosegretario dei governi Renzi e Gentiloni, Sandro Gozi, abbracciò formalmente le battaglie di Macron diventando addirittura europarlamentare eletto in Francia”, afferma il partito di Salvini. “Ricordiamo che – a differenza delle politiche migratorie – il conflitto in Ucraina vede coinvolti tutti i Paesi dell’Unione ed è quindi ancora più doveroso esprimere opinioni in merito come ha fatto Matteo Salvini, con toni non certo ‘vomitevoli'”, conclude la nota.
Cosa aveva detto Matteo Salvini mercoledì scorso su Macron
“A Milano si direbbe: ‘Taches al tram’. Vacci tu, se vuoi. Ti metti il caschetto, il giubbetto, il fucile e vai in Ucraina“: è ciò che aveva detto il vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini, a margine di un sopralluogo in via Bolla, a Milano, il 20 agosto. “Penso che Trump, con i suoi modi che a volte possono sembrare bruschi o irrituali, stia riuscendo laddove hanno fallito tutti gli altri: rimettere a un tavolo Putin e Zelensky. Qualcosa che non accadeva da anni, poi starà a loro scegliere qual è il punto d’incontro” aveva aggiunto Salvini.
“Sicuramente eserciti europei, riarmi europei, debiti comuni europei per comprare missili o ‘macronate’ varie sono superate. L’incontro non so se veramente verrà fatto a Budapest, a casa del cattivo Orban, del sovranista Orban, dell’alleato di Salvini e della Le Pen. Se per quelli che per la sinistra sono cattivi, si arriva alla pace, chapeau. Quindi, non disturbiamo quelli che stanno lavorando per la pace. I guerrafondai e i bombaroli tacciano” aveva detto ancora il vicepremier.
Rispondendo a una domanda sull’eventuale invio di militari italiani in Ucraina, Salvini aveva risposto: “Assolutamente no. Se vuole, ci va Macron: ma lui da solo, penso, perché neanche un francese lo seguirebbe e neanche un soldato italiano. Questa è la mia posizione da vicepresidente del Consiglio, da ministro, da segretario della Lega. I nostri figli non andranno a combattere in Ucraina, poco ma sicuro”.
Lega: “Problema chiuso se Macron smentisce volontà di inviare soldati europei”
“Se Macron smentisce la volontà di invitare soldati europei a combattere in Ucraina problema chiuso. E continuare a tirare in ballo l’ombrello nucleare europeo, eserciti europei, missili e bazooka europei non aiuta in questo momento: lasciamo che gli spiragli di pace vadano avanti, lasciamo lavorare Trump e chi vuole davvero la pace”. Così il capogruppo della Lega al Senato, Massimiliano Romeo.
Schlein: “Salvini mette in difficoltà governo e imbarazza il Paese”
“Le intemerate di Salvini non mettono in difficoltà solo il governo, con Tajani e Meloni che rivendicano col loro alleato leghista il proprio ruolo in politica estera, ma imbarazzano il Paese. L’Italia ha una grande tradizione diplomatica ma questo governo continua a dimostrarsi non all’altezza. Salvini farebbe meglio a occuparsi dei ritardi cronici dei treni che stanno costringendo ormai da anni lavoratori, studenti e pendolari a viaggiare ogni giorno con un’ora di ritardo”. Così la segretaria del Pd, Elly Schlein.
Gozi: “Necessaria una presa di distanza formale di Meloni da Salvini su Macron”
“É necessaria una presa di distanza formale di Meloni, perché non parliamo del primo che passa, ma del vicepresidente del Consiglio, che ha voluto sottolineare che parlava proprio in quella veste con delle parole indegne per il suo incarico istituzionale”. Così a LaPresse Sandro Gozi, eurodeputato eletto in Francia di Renew e segretario generale del Partito democratico europeo, dopo gli attacchi del vice premier Matteo Salvini al presidente Emmanuel Macron per il suo sostegno all’invio di truppe in Ucraina, che ha portato la Francia a convocare l’ambasciatrice italiana a Parigi, Emanuela D’Alessandro.
“Nessun ministro francese ha insultato Meloni o altri ministri italiani come Salvini ha fatto contro Macron. Le simpatie o antipatie personali non contano nei rapporti internazionali tra paesi amici e alleati come Francia e Italia, ancor più impegnati assieme in questa fase geopolitica così delicata in Europa e Ucraina: occorre rispetto reciproco”, aggiunge Gozi.
Forza Italia: “Politica estera spetta a premier e ministro degli Esteri”
Sulla questione è entrato anche il partito di Forza Italia. “La politica estera italiana spetta al presidente del Consiglio e al ministro degli Esteri. L’accaduto non cambierà i nostri rapporti di amicizia con la Francia, pur nelle diverse sensibilità. Siamo alleati con Parigi e lo rimarremo ancor più in un momento così critico nel quadro internazionale”, ha dichiarato Deborah Bergamini, vicesegretaria nazionale di FI e responsabile Esteri del partito.
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