Primi passi per gli aiuti ai viticoltori, regole chiare per i prodotti dealcolati e sostegno all’enoturismo
Bruxelles – L’Unione cerca di soddisfare le esigenze dei viticoltori europei con nuove regole di etichettatura e fondi all’enoturismo. Le decisioni arrivate oggi, 4 dicembre, dopo un trilogo tra i co-legislatori (Consiglio, Parlamento, Commissione) europei cercano di contrastare la crisi del settore con aiuti mirati. Le proposte in ogni caso non saranno da subito efficaci visto che dovranno aspettare l’approvazione di Consiglio e Parlamento nei prossimi mesi.
La crisi del settore
Le nuove regole hanno un obiettivo chiaro quello di rendere “il settore competitivo e pronto per il futuro”. Negli ultimi tempi infatti i viticoltori hanno dovuto affrontare diverse sfide come l’aggravarsi degli eventi climatici estremi a causa del cambiamenti climatico, il calo dei consumi con la disaffezione per i prodotti alcolici e l’instabilità economica con i dazi sull’esportazione.
Questi problemi sono stati presi sul serio dall’Unione, che non vuole avere contro anche questa categoria di coltivatori. È già aperta la frattura con il comparto agroalimentare dopo l’annuncio dei tagli alla PAC (Politica Agricola Comune). È ormai certa la mobilitazione dei trattori a Bruxelles il 18 dicembre, in coincidenza con il Consiglio Europeo.
I vini senza alcol
Il successo principale dei negoziati sono le nuove regole sull’etichettatura del vino. La tendenza dei nuovi consumatori, quella di bere meno e più sano, sta coinvolgendo anche il mondo del vino. L’Unione ha intenzione di introdurre regole chiare sulla classificazione dei vini dealcolati: il termine “analcolico 0,0 per cento per cento” potrà essere presente solo sulle bottiglie che presentano una gradazione inferiore allo 0,05 per cento.
I prodotti invece la cui gradazione alcolica è pari o superiore allo 0,5 per cento e che però sono almeno del 30 per cento inferiori alla gradazione della categoria di vino dovrebbero essere etichettati come “a ridotto contenuto alcolico” o “light”. Una classificazione più chiara aiuterebbe i produttori a muoversi con più consapevolezza sul mercato.
Sostegno per affrontare le crisi climatiche
Per contrastare i danni derivati da catastrofi naturali, l’Unione garantisce ai viticoltori un anno in più per piantare o ripiantare vitigni colpiti. Il periodo aggiuntivo concede più tempo ai coltivatori per riformare il proprio vigneto senza perdere le agevolazioni europee. Sarà possibile poi utilizzare i fondi europei destinati al settore vitivinicolo anche per estirpare vigne malate o in surplus, una deroga rispetto al passato, quando questa procedura era molto limitata e riceveva ridotti incentivi economici.
La nuova strada è l’enoturismo
La nuova frontiera è però quella dell’enoturismo. Con lo scopo di diversificare le entrate per gli agricoltori, l’Unione ha pronto un piano a sostegno del turismo vinicolo. Le organizzazioni di produttori che gestiscono iniziative relative a prodotti DOP e IGP riceveranno un sostegno aggiuntivo per promuovere i loro prodotti all’estero.
Dal trilogo sono uscite delle cifre a sostegno della promozione dei tour enoturistici: l’UE sosterrà fino al 60 per cento i costi di pubblicità, eventi, mostre e studi. Gli Stati membri possono quasi completare l’opera aggiungendo fino al 30 per cento per le piccole e medie imprese e il 20 per cento per le aziende più grandi. In sostanza, per i produttori sarà quasi gratuito realizzare queste iniziative, aggiungendo così una nuova voce ai propri ricavi.
Tra politica e economia
“Stiamo fornendo al settore strumenti per affrontare la profonda crisi che sta attraversando”, ha commentato la relatrice della legge che approderà in Parlamento, Esther Herranz García (PPE, Spagna). Il tentativo è quello di mettere in sicurezza un comparto che vale 130 miliardi di euro l’anno al PIL UE.
A livello politico la rilevanza della battaglia sta tutta nel dove è localizzata la produzione di vino: Francia, Spagna e Italia, pesi massimi dell’economia europea e dunque capaci di orientare gli aiuti comunitari. Per la Commissione UE poi l’esigenza è quella di portarsi dalla propria parte almeno una fetta di agricoltori vista la bocciatura, per ora trasversale, alla nuova PAC.
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