Quando la cittadinanza italiana fa commuovere: a Sesto Calende una cerimonia speciale

È stata una cerimonia commossa e fuori dal consueto quella che si è tenuta oggi a Sesto Calende per la concessione della cittadinanza italiana a Miranda Kishta, giovane donna di origine albanese che da oggi è ufficialmente cittadina italiana.
A celebrarla è stata Floriana Tollini, consigliera comunale e capogruppo di maggioranza, in una veste non solo istituzionale ma anche personale. La consigliera, infatti, conosce Miranda da molti anni, da quando – ancora bambina – arrivò in città e fu accolta in classe a metà del percorso delle scuole elementari.
“Sei stata da subito una di noi – ha ricordato la consigliera Tollini nel suo toccante discorso –. Quella bambina che in un mese sapeva l’italiano meglio di noi, che si è impegnata duramente per mettersi a pari. Tutti voi, che siete arrivati da lontano, mi avete insegnato qualcosa.”
Tollini ha voluto condividere non solo parole di affetto, ma anche uno sguardo più ampio sul valore umano e simbolico dell’integrazione. Nel suo intervento ha sottolineato quanto Miranda e la sua storia rappresentino una ricchezza per il nostro Paese: un racconto di impegno, appartenenza e crescita reciproca.
“Tu mi hai insegnato – ha continuato la consigliera – che in Albania tutti guardano la televisione italiana, anche di nascosto, un tempo. Che le spiagge albanesi sono meravigliose, tanto che oggi molti italiani scelgono di trascorrervi le vacanze. E che Gramsh, la tua città natale, è anche il luogo d’origine della famiglia di Antonio Gramsci, il cui nome porta la via accanto alla scuola.”
Con la consegna ufficiale dell’atto, Miranda Kishta è diventata a tutti gli effetti cittadina italiana. Un momento celebrativo che, al di là del valore giuridico, ha saputo restituire profondità al senso di appartenenza e alla gratitudine reciproca tra una giovane donna e il Paese che l’ha vista crescere.
“Da oggi, ufficialmente, per sempre, cittadina italiana” – ha concluso la consigliera, visibilmente emozionata.
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