Recensione LG StandbyME 2: il "TV" con le ruote imperdibile al Black Friday
Esattamente come per il primo modello, la scatola di LG StandbyMe 2 è enorme, molto più grande di quanto ci si aspetterebbe per un display "solo" da 27 pollici. Ma il punto è che nella confezione c'è anche l'intera base, ed è quella, ovviamente, a incidere sul volume e sul peso.
A proposito di peso, qualche dato interessante:
- la scatola completa pesa circa 21 kg, quindi un paio di chili in meno rispetto alla prima versione;
- una volta montato, StandbyMe 2 con la sua base arriva a 15,2 kg, anche qui un miglioramento rispetto ai 17,5 kg del modello precedente.
Nonostante le dimensioni importanti, il montaggio è super immediato: si tratta di avvitare giusto un paio di viti ed il gioco è fatto.
La dotazione in confezione, invece, è meno ricca di quanto ci saremmo aspettati. LG include dei piccoli ferma-ruote da posizionare sotto la base per evitare che si muova accidentalmente, ma li abbiamo trovati quasi inutili, perché bisogna metterli e toglierli capovolgendo la base, e, sinceramente, un sistema di blocco integrato sarebbe stato molto più pratico. Manca anche il supporto per smartphone che era presente nel primo StandbyMe, mentre troviamo il classico telecomando, simile a quello della precedente generazione.
E già che ci siamo, una precisazione importante: nelle campagne promozionali vedrete una serie di accessori molto invitanti come stand, webcam e agganci per appendere il prodotto a mo' di quadro, supporti che ampliano ulteriormente la versatilità del dispositivo. Ecco, nessuno di questi è incluso nella confezione. Dentro la scatola trovate solamente lo stand principale e il telecomando.
Le principali novità a livello costruttivo derivano proprio dal fatto che, in questa seconda generazione, il display può finalmente essere staccato dalla base. Questo ha costretto LG a rivedere alcune scelte estetiche e materiali, pur mantenendo quella solidità che già avevamo apprezzato nel primo modello.
StandbyMe 2 continua infatti a essere, nella sua essenza, un display mobile girevole a 360°, estremamente fluido nei movimenti e capace di inclinarsi e ruotare con grande naturalezza. Quando è agganciato allo stand, lo si può muovere con una semplicità sorprendente, grazie alle ruote della base che scorrono davvero bene, cosa che comunica immediatamente la cura meccanica posta nella costruzione.
Il cambiamento più evidente riguarda però l'aspetto del pannello stesso. Il precedente rivestimento in tessuto grigio, decisamente gradevole alla vista, lascia ora spazio a una finitura in plastica bianco opaco che avvolge il retro e la cornice del display. Trattasi di una scelta chiaramente legata alla nuova natura "portatile" del prodotto: essendo pensato per essere staccato, appoggiato e utilizzato anche come un enorme tablet da 27 pollici, un materiale più resistente e meno delicato del tessuto risultava quasi obbligato. Anche i tasti fisici sono stati riposizionati e ora si trovano sul lato sinistro, più comodi da raggiungere quando lo si utilizza appunto staccato, con il pulsante di accensione facilmente identificabile.
Tra l'altro, quando il display è montato sulla sua base, si ricarica direttamente dallo stand come avveniva nella prima versione, con l'apposito cavo di alimentazione a due poli. Quando lo si sgancia, invece, diventa a tutti gli effetti un dispositivo autonomo che può essere ricaricato tramite USB-C a 65W, ed infatti LG include anche il relativo cavo in confezione, privo però dell'alimentatore.
Un elemento rimasto invariato, e che potrebbe far storcere il naso a chi ama i design più moderni, sono le cornici piuttosto spesse. Hanno una funzione pratica, perché facilitano la presa quando si inclina o si trasporta il display, ma visivamente lo rendono meno elegante rispetto ai monitor più recenti. Il fatto, poi, che il prodotto sia disponibile solo in bianco le rende ancora più evidenti durante la visione.
C'è però un dettaglio che merita un plauso, cioè il sistema di aggancio e sgancio. Funziona attraverso un piccolo pulsante da premere per liberare il display dalla base, e soprattutto trasmette una sensazione di sicurezza immediata. Quando si riporta il pannello sullo stand, si avverte un "clic" netto e deciso che conferma senza dubbio che il collegamento è saldo.
Il telecomando di StandbyMe 2 non è poi così diverso da quello della prima versione, poiché il design cambia solo in piccoli dettagli: ora è un po' più rettangolare e meno stondato, ma l'impostazione generale non si discosta troppo. Anche la disposizione dei tasti è stata solo lievemente rivista, con qualche pulsante riposizionato e uno in più dedicato a LG Channels, il servizio integrato che permette di accedere a una serie di canali gratuiti disponibili in streaming tramite rete internet.
Non c'è la retroilluminazione, cosa che viene compensata da una caratteristica molto comoda, ovvero dal fatto che risulta magnetico. Basta avvicinarlo al bordo dello schermo perché si agganci automaticamente, evitando così di perderlo in giro per casa.
LG StandbyMe 2 migliora tutto o quasi del precedente modello, e ci ha colpito soprattutto il salto in termini di risoluzione. Avevamo pensato che, per contenere consumi e ottimizzare l'autonomia della batteria integrata, il display sarebbe rimasto su Full HD, ma LG ha deciso di spingersi fino al QHD. Il pannello rimane a 60 Hz nativi, ma la differenza in termini di nitidezza e dettaglio è evidente.
Il display resta un LCD IPS, con ottimi angoli di visione ed una finitura opaca che riduce efficacemente i riflessi. Durante i nostri test, anche in stanze molto luminose con grandi finestre, la visibilità è risultata eccellente, al di là della tendenza a trattenere un pelino troppo le impronte.
Il miglioramento non si limita al solo pannello, poiché anche il processore fa un balzo in avanti. Lo StandbyMe 2 monta infatti l'Alpha 8 AI, che introduce una serie di funzionalità avanzate per la gestione dell'immagine. L'AI ottimizza automaticamente la luminosità, esegue un upscaling della risoluzione dei contenuti e mantiene il supporto all'HDR10 già presente nella versione precedente.
Il dispositivo integra speaker laterali da 10 W totali, supportati da Dolby Vision e Dolby Atmos. L'AI Clear Sound interviene per ottimizzare i toni audio, migliorando la chiarezza delle voci e delle tracce sonore, malgrado dei bassi piuttosto piatti. LG parla di un effetto immersivo grazie a canali virtuali 9.1.2, che danno la percezione che il suono provenga da tutte le direzioni, e la sensazione è effettivamente convincente per un dispositivo di queste dimensioni. C'è anche un microfono integrato, che può essere mutato con l'apposito slider laterale.
Anche l'autonomia è stata migliorata, e passa dalle 3 ore del primo modello, alle 4 del nuovo, quantomeno secondo le stime dell'azienda in risparmio energetico. Realisticamente siamo più vicini alle 3 che alle 4, ma molto dipende dall'uso che se ne fa, ma in linea generale può accompagnarvi per almeno 3 ore consecutive.
L'unico appunto riguarda la connettività, che resta ancorata a Wi-Fi 5 e Bluetooth 5.1. Abbiamo poi un ingresso USB-C (che può essere utilizzato anche come secondo monitor), un altro ancora per la webcam, l'NFC e l'HDMI con supporto di eARC. Infine, il sistema operativo è stato aggiornato al WebOS24, più fluido e ricco di contenuti e applicazioni.
La prima cosa che vale la pena chiarire subito, perché è stata anche la domanda ricorrente ogni volta che ho mostrato il dispositivo ad amici e parenti, è che LG StandbyMe 2 non ha la predisposizione per il cavo antenna e, dunque, non è una TV tradizionale. È uno smart display mobile, e questo cambia completamente il modo in cui lo si deve percepire. Certo, si possono scaricare app come RaiPlay o servizi che permettono di vedere canali e contenuti in diretta tramite Internet, ma ciò non trasforma il dispositivo in una TV nel senso tradizionale del termine. E anzi, il fatto che sia stato ideato per essere spostato continuamente rende quasi naturale l'assenza di un'antenna fisica: l'idea di collegare un cavo coassiale a un oggetto nato per muoversi liberamente in casa sarebbe del tutto incoerente con la sua identità.
Chiarito questo aspetto, si apre il capitolo più interessante, quello della versatilità, che in realtà si rivela un po' alla volta. Ogni giorno spunta fuori un utilizzo nuovo, magari qualcosa a cui non si sarebbe nemmeno pensato prima, ma che diventa immediatamente intuitivo nel momento stesso in cui lo scopri. È esattamente qui che risiede la sua forza: più lo usi e più scopri che può inserirsi in abitudini quotidiane alle quali prima non associavi alcun dispositivo tecnologico.
Ed è quasi paradossale che tutta questa versatilità dipenda in modo così diretto dall'utente. StandbyMe 2 non impone un modo d'uso: è un oggetto che si adatta, ed è l'utente che deve decidere quanto sfruttarlo davvero. C'è chi lo userà come schermo aggiuntivo mentre cucina, chi lo sposterà in camera da letto per guardare un film in comodità, chi lo terrà vicino alla scrivania come display secondario, chi lo porterà in terrazzo per fare un po' di attività fisica tramite lezioni su Youtube, o per vedere una partita o fare una videochiamata.
Naturalmente, questa flessibilità non lo trasforma magicamente in una TV premium. Rimane pur sempre un pannello LCD IPS, anche se ora in QHD e con un netto miglioramento rispetto al passato. La qualità è buona, la risoluzione aiuta molto e la finitura opaca permette di usarlo senza fastidi anche in ambienti molto luminosi. Non bisogna certo aspettarsi la profondità dei neri di un OLED né un'esplosione cromatica particolarmente vivida: l'opacità, che è uno dei suoi maggiori pregi sul fronte pratico, specie nella lettura, inevitabilmente attenua un po' l'impatto visivo.
Il fatto che in questa seconda generazione il display possa essere staccato dalla base amplifica ulteriormente la versatilità, ma introduce anche un dettaglio importante: parte delle possibilità aggiuntive dipende dagli accessori opzionali, che non sono inclusi nella confezione e che vanno acquistati a parte. Se si usa l'accessorio per appenderlo alla parete, ad esempio, StandbyMe 2 assume una connotazione completamente diversa e ricorda da vicino un Amazon Echo Show 15. Diventa un vero e proprio hub domestico, utile per controllare la domotica, mostrare informazioni, trasformarsi in un orologio elegante o in un quadro digitale grazie alle animazioni ambientali.
La presenza di app e piccole funzioni interattive aumenta questa sensazione di "oggetto tuttofare". Ci sono anche dei giochi integrati, come gli scacchi, anche se francamente non mi ci vedrei a giocare tenendo in mano un tablet da 27 pollici da oltre quattro chili. Ma appoggiato su una superficie o nella sua cover con stand (anch'essa non inclusa) può comunque diventare un passatempo simpatico. Non manca nemmeno una funzione di disegno, che ovviamente non ha ambizioni professionali ma aggiunge un ulteriore livello di divertimento. L'unico limite evidente è che lo schermo tende a trattenere molto le ditate, che diventano ben visibili soprattutto una volta rimontato sulla base, quindi bisogna tener presente che servirà una pulizia frequente.
Nell'uso quotidiano, però, StandbyMe 2 si è rivelato un compagno estremamente comodo. Nelle tre settimane di prova l'ho portato ogni sera sempre vicino al letto per guardare qualcosa la sera e, grazie alla possibilità di inclinarlo fino a circa 50 gradi, si può regolare il posizionamento alla perfezione. E sì, mi ha fatto compagnia anche mentre ero in vasca, pur tenendolo a debita distanza dall'acqua, perché non è certificato per la resistenza ai liquidi. Eppure, questo dà l'idea della libertà d'uso che offre un dispositivo del genere. In più, tra le modalità più interessanti c'è anche Mood Maker, una funzione che trasforma StandbyMe 2 in una sorta di cornice ambientale: si può attivare un caminetto virtuale, impostare dei paesaggi o, volendo, anche delle immagini in galleria.
Inoltre WebOS 24 fa il suo, alimentato dal nuovo processore grazie al quale non abbiamo praticamente mai incontrato rallentamenti, né nell'apertura delle app né nella navigazione dei menù. Anche lo store, che sul primo StandbyMe soffriva di incertezze, ora risulta più fluido. Si potrebbe magari ottimizzare meglio il browser, la cui esperienza non è poi così lontana da uno smartphone entry-level.
Rimane poi una caratteristica strutturale di cui bisogna essere consapevoli, cioè che non tutte le app sono ottimizzate per l'uso touch (tranquilli, il browser lo è). Alcuni servizi, come RaiPlay, una volta avviati obbligano a utilizzare un telecomando virtuale a schermo nel caso non abbiate quello fisico a portata di mano. L'esperienza diventa quindi quella tipica di una smart TV, perché WebOS nasce per quel tipo di dispositivi e non tutte le app sono state reinterpretate per la modalità tablet. Lo stesso succede con Rakuten TV, che abbiamo usato per seguire un canale natalizio 24 ore su 24. È un limite un po' anacronistico, soprattutto considerando che StandbyMe 2 vorrebbe essere anche un grande tablet da 27 pollici, ma è il prezzo da pagare per avere un dispositivo così tanto versatile.
Per tutto il resto, WebOS 24 funziona alla grande. Lo smartphone si può duplicare in un attimo sul display, il dispositivo può agire come cassa Bluetooth, si possono collegare sorgenti esterne, speaker, controller, e in generale l'intero ecosistema LG si integra senza intoppi. Navigare nell'interfaccia è poi semplice anche tramite lo schermo tattile, anche perché la soluzione pensata dall'azienda è quella tipica di uno smartphone, o meglio ancora di un tablet, con icone grandi e gesture attraverso le quali eseguire tutta una serie di comandi, come tornare alla home, tenere sotto controllo il volume o la luminosità, e così via.
Il prezzo di lancio di LG StandbyMe 2 è fissato a 1299€, una cifra decisamente elevata e superiore di circa 100 euro rispetto al primo modello, che già di suo non era affatto economico. Va però detto che, in occasione del Black Friday, il prezzo è sceso a 949€, una soglia decisamente più ragionevole.
Bisogna tuttavia considerare un aspetto importante: per sfruttare tutta la sua versatilità fino in fondo è necessario acquistare alcuni accessori aggiuntivi, non inclusi nella confezione. Questo significa che il costo finale potrebbe salire ancora, e conviene tenerne conto quando si valuta l'investimento complessivo.
Al momento però in Italia gli accessori non sono disponibili. Lo sono stati per un breve periodo solo come bonus di prenotazione, per poi scomparire. Per farvi un'idea sui prezzi, vi informiamo che lo strap per appendere il dispositivo ha un costo di 70 dollari negli Stati Uniti.
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