Salvini e Giorgetti sono fatti l’uno per l’altro

A proposito dello scontato finale della scontatissima telenovela sulla manovra, sulle divisioni nella maggioranza e in particolare nella Lega, tra Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti, segnalo l’analisi di Carmelo Palma, che giustamente su Linkiesta ci ricorda come nel partito fondato da Umberto Bossi ci sia sempre stato posto per entrambi i ruoli: il demagogo irresponsabile e l’amministratore affidabile, l’arruffapopolo e il ragioniere. «Sono passati più di trent’anni e la Lega non è affatto cambiata e in tutti i suoi rivolgimenti trasformisti – il secessionismo padano e il nazionalismo italiano, il liberismo selvaggio e il welfarismo accattone, il paganesimo druidico e il tradizionalismo cattolico, il giustizialismo di strada e il garantismo di palazzo, il tricolore da bruciare e poi da innalzare contro lo straniero – ha conservato la stessa cifra nichilista, che le consente appunto di essere tutto e il contrario di tutto e il ricettacolo di qualunque “voto contro”, esattamente come i gemelli diversi pentastellati».
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