Scritte minatorie contro Giorgia Meloni, Gioventù nazionale pronta a ripulire. Caruso: “Intollerabile odio politico”

“Esprimiamo la più ferma condanna per il vile atto vandalico compiuto ai danni della sede della lega di Busto Arsizio, dove ignoti hanno imbrattato il muro della sezione richiamandosi alle Brigate Rosse. Si tratta di un gesto grave e inaccettabile, che riporta alla memoria una stagione di odio e violenza che il nostro Paese ha già duramente pagato e che va respinta senza ambiguità. Ogni tentativo di intimidazione politica, soprattutto se accompagnato da simboli e riferimenti al terrorismo, rappresenta un attacco ai valori democratici e alla libertà di espressione. Di fronte a questo episodio, i militanti di Gioventù Nazionale della provincia di Varese sono a disposizione per ripulire il muro imbrattato, come gesto concreto di responsabilità, presidio del territorio e difesa dei valori democratici. Un’iniziativa che nasce e viene guidata dai giovani di Gioventù Nazionale, da sempre impegnati sul territorio non solo sul piano politico, ma anche civico, solidaristico e personale. Confidiamo nel lavoro delle forze dell’ordine affinché venga fatta piena luce sull’accaduto e ribadiamo la nostra vicinanza ai militanti e ai dirigenti della sezione di Busto Arsizio. La democrazia non si imbratta e non si intimidisce”.
Così in una nota il gruppo provinciale di Varese di Gioventù Nazionale commenta quanto accaduto a Busto Arsizio dove sul muro della sede della Lega è comparsa la scritta ‘spara a Meloni’ con la stella a cinque punte.
Sull’accaduto interviene anche l’assessore regionale alla Cultura di Regione Lombardia, Francesca Caruso (FDI), esprimendo “piena e convinta solidarietà alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni. È un fatto gravissimo che non può e non deve essere derubricato a semplice atto vandalico. Quando si invoca la violenza contro un leader politico, evocando simboli legati alla stagione più buia del terrorismo, siamo di fronte a qualcosa di molto più serio”.
“Questo linguaggio – prosegue Caruso – non appartiene al confronto democratico. È odio politico puro, è intimidazione ed è un segnale inquietante per tutta la comunità. Colpire una sede di partito significa colpire un presidio democratico, indipendentemente dal colore politico”.
“Sono profondamente preoccupata – conclude – per il clima che si sta alimentando nel Paese. Da tempo assistiamo a una pericolosa normalizzazione dell’odio, giustificato come dissenso o protesta. Ma il dissenso è legittimo solo quando resta nei confini della civiltà democratica. Da cittadina di questo territorio, da amministratrice e da rappresentante delle istituzioni chiedo una condanna chiara e senza ambiguità da parte di tutti. Perché, ad oggi, non mi sembra ci sia stata una presa di posizione unanime. Anche questo silenzio è un segnale preoccupante”.
“Spara a Giorgia”, scritta minacciosa sulla sede della Lega a Busto Arsizio
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