Sensore criogenico: la radioattività si misura in pochi giorni
Affrontare la misurazione della radioattività è da sempre un processo complesso e, soprattutto, lento. Che si tratti di gestire scorie nucleari, sviluppare nuovi farmaci per la radioterapia o garantire la sicurezza degli impianti, gli scienziati hanno spesso dovuto attendere settimane, se non mesi, per ottenere un quadro completo da un campione. Questo collo di bottiglia temporale potrebbe però essere sul punto di scomparire, grazie a un’innovazione radicale messa a punto dai ricercatori del National Institute of Standards and Technology (NIST) negli Stati Uniti.
La nuova tecnica, battezzata spettrometria a energia di decadimento criogenico (DES), promette di fornire un profilo completo della radioattività di un campione in una manciata di giorni, partendo da una quantità di materiale quasi invisibile. Il cuore pulsante di questa trasformazione tecnologica è un dispositivo straordinariamente sensibile, il sensore a transizione di bordo (TES). Non si tratta di un contatore Geiger, che si limita a segnalare la presenza di radiazioni con un semplice "click". Il TES è un rilevatore molto più sofisticato che, per funzionare, deve essere mantenuto a temperature prossime allo zero assoluto.
In queste condizioni estreme, è in grado di percepire la minima energia rilasciata dal decadimento di un singolo atomo. Come spiega il fisico del NIST Ryan Fitzgerald, questo non fornisce solo un dato sulla presenza di radiazioni, ma una vera e propria "impronta digitale" energetica che rivela con esattezza quali radionuclidi sono presenti e con quale intensità.
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