Sicurezza e sorveglianza al Notting Hill Carnival

Lug 20, 2025 - 00:00
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Sicurezza e sorveglianza al Notting Hill Carnival

Il ritorno del Notting Hill Carnival, il più grande evento di strada d’Europa dedicato alla cultura caraibica, è sempre un momento celebrativo per Londra. Ma nel 2025, a dominare il dibattito è l’annuncio della Metropolitan Police: verrà utilizzata la tecnologia di riconoscimento facciale dal vivo per monitorare gli accessi all’evento. Una decisione che ha sollevato preoccupazioni tra le organizzazioni per i diritti civili, accendendo una discussione più ampia sul confine tra controllo e libertà negli spazi pubblici della capitale britannica.

Riconoscimento facciale e controllo ai margini del Carnevale

Il Notting Hill Carnival attira ogni anno centinaia di migliaia di persone tra residenti, turisti e membri della comunità caraibica londinese. L’edizione 2025 si svolge in un clima particolare, con la Metropolitan Police che ha confermato l’uso del Live Facial Recognition (LFR), tecnologia già oggetto di critiche nelle edizioni passate. Le telecamere verranno posizionate solo fuori dai confini dell’evento, all’ingresso e all’uscita dei principali accessi, per identificare persone ricercate o potenzialmente pericolose.

Le autorità assicurano che il LFR sarà attivo esclusivamente per individuare individui inseriti nel Police National Computer, come persone ricercate, soggetti con ordini restrittivi o adulti scomparsi. Chi non è presente nel database non sarà registrato: i dati biometrici raccolti, spiegano, verranno eliminati immediatamente.

Come dichiarato da Matt Ward, Deputy Assistant Commissioner della Met, l’obiettivo è evitare che una “piccola minoranza” comprometta un evento che celebra valori di comunità e inclusione. Oltre al riconoscimento facciale, verranno usati archi di sicurezza e agenti specializzati in attività di prevenzione, per contrastare l’ingresso di armi o sostanze illegali. Oltre 7.000 agenti e membri dello staff saranno impegnati sul campo ogni giorno.

Il piano è stato illustrato pubblicamente anche sul sito ufficiale del Met Police e collegato alla strategia più ampia della capitale per la gestione degli eventi ad alta affluenza, in un’epoca in cui la sicurezza urbana si intreccia con l’uso di tecnologie sempre più invasive.

Le critiche delle associazioni: “Una tecnologia discriminatoria”

Nonostante le rassicurazioni, la risposta della società civile non si è fatta attendere. In prima linea contro l’uso della tecnologia c’è Big Brother Watch, una delle principali organizzazioni britanniche per la difesa della privacy e dei diritti civili.

Secondo Rebecca Vincent, direttrice ad interim dell’organizzazione, l’utilizzo del riconoscimento facciale in un evento che celebra la cultura afro-caraibica rappresenta una scelta preoccupante, soprattutto in considerazione della minor precisione dell’algoritmo nel riconoscere i volti delle minoranze etniche. Il rischio, spiegano, è quello di perpetuare bias discriminatori in un evento che ha già storicamente subito una narrazione spesso sbilanciata in termini di ordine pubblico.

Vincent ha invitato la Metropolitan Police a ripensare la priorità delle risorse, suggerendo una maggiore presenza fisica degli agenti sul territorio, formazione alla de-escalation e pratiche di coinvolgimento comunitario come strumenti alternativi all’uso del riconoscimento facciale.

Secondo Big Brother Watch, la tecnologia non solo non è infallibile, ma rischia anche di minare la fiducia tra comunità e istituzioni. L’organizzazione ha già avviato una campagna informativa sul tema e invita i cittadini a conoscere i propri diritti sul sito ufficiale dell’iniziativa.

L’opposizione alla tecnologia non è nuova. Già in passato, altre autorità pubbliche, come il sindaco di San Francisco e alcune città europee, avevano vietato o fortemente regolamentato il ricorso a queste tecnologie in nome della tutela delle libertà individuali.

Un carnevale sotto osservazione: tra festa e tensione sociale

Il Notting Hill Carnival è nato negli anni Sessanta come risposta culturale e politica alla discriminazione razziale, offrendo uno spazio di espressione per le comunità caraibiche emarginate. Negli ultimi anni, però, si è registrato un progressivo spostamento dell’attenzione mediatica verso le problematiche legate all’ordine pubblico, con la narrativa dominante che spesso ha messo in ombra il valore culturale e sociale dell’evento.

Nel 2023 e 2024 si sono verificati episodi di accoltellamenti e arresti per droga, fatti che hanno portato la stampa e alcuni settori politici a chiedere un “giro di vite”. Tuttavia, secondo molti analisti, una risposta puramente securitaria non è sufficiente, soprattutto se si vogliono evitare tensioni sociali in un contesto che è già segnato da un passato di sorveglianza selettiva e profilazione etnica.

La comunità caraibica londinese ha espresso più volte la propria preoccupazione, sottolineando come il carnevale rappresenti molto più che una semplice festa: è un momento di riscatto culturale, identità e solidarietà. L’adozione di tecnologie di sorveglianza – per quanto giustificate da ragioni di sicurezza – può essere percepita come una forma di controllo sociale mascherata da tutela pubblica.

Organizzazioni come la Notting Hill Carnival Trust si stanno muovendo per promuovere una comunicazione più chiara e partecipativa, chiedendo che ogni intervento delle autorità avvenga in piena trasparenza e dialogo con le comunità coinvolte.

La giustificazione politica e i risvolti futuri

Il ricorso al riconoscimento facciale in eventi pubblici rientra in una tendenza più ampia che coinvolge l’intero Regno Unito. Già nel 2024, alcune stazioni ferroviarie, aeroporti e centri commerciali avevano testato questa tecnologia come strumento di prevenzione del crimine.

Per il governo, e in particolare per il Ministero degli Interni, il riconoscimento facciale fa parte di una strategia volta a modernizzare la sorveglianza urbana, ridurre la criminalità e rendere le città più “intelligenti”. Tuttavia, la mancanza di una legislazione chiara e specifica che regoli l’uso di tali tecnologie genera incertezza giuridica.

Molti esperti sottolineano la necessità di una regolamentazione ad hoc, che fissi criteri rigorosi su:

  • Finalità legittime

  • Durata e modalità di conservazione dei dati

  • Supervisione indipendente

  • Ricorsi accessibili per i cittadini

In un paese dove la sorveglianza CCTV è già tra le più pervasiva al mondo, il rischio è che il riconoscimento facciale diventi la normalità, senza che la società abbia avuto un vero dibattito democratico sulla sua legittimità.

La questione dei diritti digitali e il ruolo dell’opinione pubblica

Nel cuore del dibattito resta una questione cruciale: quali sono i limiti accettabili alla sorveglianza pubblica in nome della sicurezza?. Se è vero che gli eventi di massa comportano rischi, è altrettanto vero che la tecnologia non può sostituirsi a un approccio umano, empatico e rispettoso delle diversità.

In molti chiedono che, accanto all’adozione di strumenti tecnologici, si investa in:

  • Formazione interculturale delle forze di polizia

  • Costruzione di fiducia con le comunità locali

  • Monitoraggio indipendente sull’efficacia del LFR

Nel frattempo, l’opinione pubblica si divide. Alcuni cittadini vedono nel LFR uno strumento utile, soprattutto per proteggere bambini, famiglie e turisti. Altri, invece, temono una deriva verso una società di sorveglianza permanente.

A pochi giorni dall’inizio del carnevale, Londra si prepara a una nuova edizione dell’evento con la doppia consapevolezza di dover garantire sia la sicurezza fisica che la libertà civica. In una città sempre più complessa e tecnologica, il modo in cui si affronta questo delicato equilibrio dirà molto sul futuro della democrazia urbana.


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