Sono del Candiani di Busto Arsizio i vincitori della Jrc Ispra biodiversity click challenge


Con lo scatto fotografico Cotoneaster e Apis mellifera la 4V porta a casa il premio per la categoria urbana, mentre la classe 3V dello stesso Istituto si aggiudica la categoria extra-urbana con l’immagine Anatra (famiglia Anatidae). Luisella Gamberoni è la docente di scienze naturali che ha spronato gli studenti a mettersi in gioco e partecipare al contest creato da Jrc Ispra per le GreenSchool
Sono intense, forti di emozioni ma anche portatrici di tecnica fotografica. Scatti precisi che mostrano come la biodiversità ci riserva momenti di gioia concreta nella nostra quotidianità. Basta cercarla e lei è li pronta per noi.
E tutti gli studenti delle GreenSchool che hanno aderito alla competizione fotografica Jrc Ispra Biodiversity Click Challenge hanno dimostrato una forte sensibilità nei confronti della natura.
La giuria di esperti ha avuto modo di valutare i numerosi contributi ricevuti (li vedete tutti sul sito della competizione) decretando poi che la classe 4V Liceo Candiani di Busto Arsizio vincesse il premio per la categoria urbana con la foto Cotoneaster e Apis mellifera, mentre la classe 3V dello stesso Istituto si aggiudicasse la categoria extra-urbana con l’immagine Anatra (famiglia Anatidae).
Noi di GreenPlanner, in prima linea a supporto della competizione, abbiamo voluto incontrare la docente che ha sollecitato l’attenzione degli studenti a mettersi in gioco. Per strapparle il segreto di questa vittoria.
Si scopre così che c’è stata una regia collettiva, fatta di collaborazione, cura e competenze intrecciate: “Grazie al progetto GreenSchool, a cui la nostra scuola aderisce da dieci anni, sono venuta a conoscenza della challenge sulla biodiversità e ho deciso di aderire con alcune classi del triennio, indirizzo Grafico e indirizzo Audiovisivo” ha raccontato la professoressa Luisella Gamberoni, docente di scienze naturali e referente dell’Istituto.
A una prima fase individuale, in cui ogni alunno ha seguito la propria sensibilità e creatività per scegliere quando e dove scattare, è seguita una fase corale che ha rappresentato il vero valore aggiunto del progetto: “Insieme alle colleghe Paola Carini, Jlenia Raiti e Alessia Recupero – ha spiegato la docente – e con il coinvolgimento degli studenti, abbiamo selezionato i dieci migliori scatti per ciascuna classe, cercando di rappresentare il maggior numero possibile di specie animali e vegetali“.
A fare la differenza è stato anche l’approccio trasversale. Per le classi dell’indirizzo Audiovisivo – poi risultate vincitrici – il concorso è diventato una palestra interdisciplinare, un’occasione per coniugare lo sguardo scientifico con la pratica progettuale e multimediale.
“Gli alunni – sono ancora parole di Gamberoni – hanno potuto mettere a frutto le competenze acquisite nelle materie di indirizzo e, allo stesso tempo, applicare il primo passo del metodo scientifico: osservare. Anche in un ambiente fortemente urbanizzato come quello in cui viviamo“.
Come si rende interessante la scienza per i ragazzi?
Secondo la professoressa, la chiave per rendere la scienza interessante è farla vivere: “È fondamentale renderla pratica, interattiva e rilevante per la loro vita – ha sottolineato a proposito – Non si tratta solo di imparare nozioni, ma di capire come la scienza influenzi il mondo intorno a noi.
Per questo, cerco di stimolare la loro curiosità collegando i contenuti con la quotidianità e facendo capire che, grazie alle conoscenze acquisite in scienze della Terra o biologia o chimica, è possibile comprendere meglio il mondo che ci circonda e fare scelte consapevoli in merito alla propria salute o alla tutela dell’ambiente“.
Un metodo, il suo, che ritiene trasversale e replicabile, anche nei contesti umanistici: “Si può applicare anche in altri ambiti, nelle diverse discipline di indirizzo presenti nel nostro liceo, per cercare di costruire un collegamento tra la realtà e quanto si studia sui banchi di scuola“.
Un’eredità da trasmettere
Il valore più grande di questa esperienza è però stato quello di riscoprire, attraverso la lente della biodiversità, anche i suoi studenti: “Ho avuto modo di conoscerli meglio, di apprezzare le loro propensioni e abilità in un ambito disciplinare diverso dal mio.
Ho potuto cogliere la sensibilità e curiosità con cui hanno cercato i vari soggetti da fotografare e ho anche apprezzato la pazienza da loro mostrata nella ricerca di una posa o di un soggetto particolari. Ne sono un esempio le due pratoline fuse insieme, quasi fossero sorelle siamesi.
Tra le tante foto che mi hanno consegnato, anche io – come la giuria – sono stata colpita da quelle risultate poi le vincitrici, scattate da Lorenzo Antonietti (quarta Audiovisivo) e da Pablo Santoruvo (terza Audiovisivo)“.
Il concorso è stato, insomma, un’occasione di arricchimento per tutti, insegnanti compresi. Ed è proprio da qui, sottolinea Gamberoni, che nasce il senso più profondo della sua passione: la consapevolezza che l’ambiente vada protetto e rispettato ogni giorno, anche con azioni semplici.
“Bastano piccoli gesti. Come rinunciare all’auto per andare a piedi o in bicicletta, ridurre quanto più possibile l’utilizzo di prodotti usa e getta, acquistare solo ciò che serve e non lasciarsi prendere dall’impulso di comprare anche il superfluo che, in breve tempo, si trasforma in rifiuto.
E, ancora, ridurre lo spreco di acqua, rispettare esseri viventi di ogni specie e gli ecosistemi. Tutti messaggi che cerco di veicolare e far arrivare ai miei studenti, grazie anche al Progetto Greenschool“.
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