Spyware, 11 organizzazioni chiedono a Bruxelles interventi urgenti
Bruxelles – Undici organizzazioni della società civile – tra cui Access Now, Amnesty International, Articolo 19 e la Federazione europea dei giornalisti – hanno pubblicato una lettera aperta rivolta alla Commissione europea, chiedendo interventi urgenti contro la diffusione incontrollata degli spyware in Europa.
La lettera denuncia l’assenza di un quadro normativo comune e segnala come Paesi come Italia, Spagna e Cipro siano diventati veri e propri hub per lo sviluppo e l’uso di tecnologie invasive, come nel caso Paragon-Graphite. Giornalisti, attivisti e difensori dei diritti umani sono stati sorvegliati illegalmente, in violazione dei principi fondamentali dello Stato di diritto.
Le organizzazioni chiedono che la Commissione pubblichi senza ulteriori ritardi la comunicazione attesa da oltre due anni sui confini tra sicurezza nazionale e diritti fondamentali, partecipi formalmente al processo internazionale “Pall Mall” sulla regolazione dello spyware, attui le raccomandazioni della Commissione PEGA e rilanci il lavoro del Parlamento per garantire regole, tutele e rimedi concreti per le vittime.
“Come Partito Democratico – dichiara l’eurodeputato Sandro Ruotolo – abbiamo portato in Europa il caso Paragon-Graphite, perché non si tratta di una questione nazionale, ma di un attacco europeo alla libertà d’informazione. Stiamo lavorando per costruire una maggioranza politica che affronti questa emergenza democratica. Essere spiati non è un problema tecnico, è una violazione dei diritti umani. Quando lo Stato – o chi per esso – sa tutto di noi, siamo meno liberi. E una società in cui nessuno può parlare, indagare o dissentire, non è più una democrazia.”
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