Stretta sui controlli alle frontiere, l’UE annuncia più ispezioni contro i pesticidi vietati
Bruxelles – Più controlli alle frontiere e nuove norme per combattere l’importazione di prodotti alimentari, animali e vegetali non conformi alle regole UE. Nell’incontro con i rappresentanti dell’industria agroalimentare di questa mattina, 9 dicembre, il commissario per la Salute e il Benessere degli Animali, Olivér Várhelyi, ha definito diverse misure per rafforzare la sicurezza alimentare nell’Unione. “Abbiamo avuto delle ottime idee su come ridurre gli oneri amministrativi, aumentare al contempo l’efficienza e l’efficacia dei nostri controlli e garantire standard di sicurezza molto elevati lungo tutto il percorso, al momento dell’ingresso nel mercato interno”, ha affermato alla fine del dialogo.
Il contesto da gestire, come chiarito dal commissario ungherese, è quello di “un’importazione agroalimentare che ammonta a quasi 160 miliardi di euro all’anno”. A entrare in Unione, però, non sono solo merci e bestiame che rispettano le norme alimentari comunitarie, ma anche prodotti non conformi. La battaglia più difficile da portare a termine è quella sull’importazione di alimenti che contengono tracce di pesticidi vietati in Europa. “Se questi pesticidi non sono ammessi nell’UE per motivi legati alla tutela della salute in Europa, non dovrebbero essere presenti come residui nei nostri alimenti”, ha detto Várhelyi, consapevole che però alcuni prodotti evadono questo controllo.
Proprio per questo è stata annunciata una task force per monitorare le ispezioni alle frontiere. Il piano d’azione è quello di “aumentare già da gennaio il livello dei controlli sia all’interno che all’esterno dell’UE”. A livello operativo si aprirà una nuova fase caratterizzata da un aumento del 50 per cento degli audit nei paesi extra-UE, così come un incremento del 33 per cento dei posti di controllo di frontiera europei, per verificare che gli Stati membri effettuino ispezioni. I luoghi più attenzionati saranno, come ricorda il commissario, “i nostri principali punti di ingresso, ovvero i porti marittimi”.
Non riuscire a far rispettare le regole dell’Unione porta con sé il rischio di una concorrenza sleale. Ne sono preoccupati da tempo gli agricoltori soprattutto in vista dell’entrata in vigore dell’accordo commerciale con il MERCOSUR. I paesi del Sud America sono grandi produttori alimentari, ma le loro regole per produzione e trattamento degli alimenti sono ben diverse da quelle dell’Unione. Dall’incontro con i produttori la Commissione esce dunque, come afferma il commissario Várhelyi, con “l’obiettivo di portare la nostra sicurezza alimentare ad un livello superiore”
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