Tempi di pagamento dei debiti commerciali delle PA: le FAQ dell'IFEL

Maggio 28, 2025 - 12:00
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Tempi di pagamento dei debiti commerciali delle PA: le FAQ dell'IFEL

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Le FAQ relative a un recento evento dell’IFEL fondazione ANCI, “Le novità sui tempi di pagamento dei debiti commerciali” riguardanti un argomento importantissimo per PA e fornitori.


Il recente evento promosso dalla Fondazione IFEL – braccio operativo dell’ANCI – ha messo al centro del dibattito una questione delicata ma di grande impatto per amministrazioni pubbliche e imprese: i tempi di pagamento dei debiti commerciali.

Nel corso dell’incontro sono state raccolte numerose domande, poi organizzate in sette macroaree tematiche: trasferimenti, indicatori e scadenze, sospensioni, piani di intervento e flussi di cassa, note di credito, fondi di garanzia e funzionalità dei sistemi PCC e AreaRGS.

Tempi di pagamento dei debiti commerciali delle PA: le FAQ dell’IFEL

Tra le tematiche più controverse emerse durante il confronto, spiccano quelle relative alla gestione delle fatture in presenza di irregolarità fiscali o contributive, in particolare quando il Documento Unico di Regolarità Contributiva (DURC) è in corso di verifica. Le risposte ai quesiti 19, 21 e 22 su questo argomento – diversamente da tutte le altre – non sono state condivise preventivamente con la Ragioneria Generale dello Stato, a conferma della complessità interpretativa della materia.

Il nodo della sospensione in attesa del DURC

Secondo la posizione dell’ANCI, escludere in modo sistematico la possibilità di sospendere il pagamento delle fatture nei periodi compresi tra la richiesta del DURC e il suo rilascio presenta diverse criticità operative. In questi casi, infatti, anche in presenza di una richiesta tempestiva da parte dell’amministrazione e di una risposta non tardiva da parte degli enti preposti (INPS, INAIL, Casse edili), il rispetto del termine di 30 giorni previsto per i pagamenti risulta comunque impossibile. Questo, osserva l’Associazione, penalizza gli enti pubblici, che si ritrovano a rispondere delle inadempienze dei propri fornitori.

A fronte di ciò, ANCI ha trasmesso alla Ragioneria Generale dello Stato un documento che illustra quattro situazioni tipo in cui l’impossibilità di sospendere le fatture compromette il rispetto della normativa vigente in materia di tempi di pagamento, chiedendo un chiarimento formale.

Quattro casi critici in attesa di risposte

Richiesta di nuovo DURC dopo la scadenza del precedente

Il sistema non consente di ottenere un nuovo DURC se quello esistente è ancora valido. Una volta scaduto, il rilascio del nuovo documento può avvenire in tempo reale solo se il fornitore è in regola; in caso contrario, i tempi si allungano anche di settimane, rendendo di fatto impossibile rispettare i termini di pagamento previsti dal decreto legislativo 231/2002. L’IFEL propone dunque che sia ammessa la sospensione della fattura nel periodo tra la richiesta del nuovo DURC e la sua effettiva emissione.

DURC irregolare e intervento sostitutivo

Quando il DURC evidenzia un’irregolarità, l’ente pubblico è tenuto – in base all’articolo 11, comma 6 del Codice degli appalti – ad attivare un intervento sostitutivo, versando direttamente i contributi dovuti. Questa procedura, però, si articola in più fasi e comporta tempi che non si conciliano con quelli previsti per il pagamento dei debiti commerciali. Per questo, si suggerisce di consentire la sospensione della quota di fattura interessata, a partire dalla trasmissione della comunicazione preventiva all’ente previdenziale fino alla conclusione dell’intervento.

Congruità nei lavori edili

Nei cantieri sopra i 70.000 euro, è obbligatoria la verifica della congruità, documento rilasciato esclusivamente dalle Casse edili su richiesta dell’impresa. Se questa non fornisce le credenziali per il controllo, il committente pubblico non ha modo di verificare la regolarità. In tali situazioni, viene avanzata la proposta di sospendere le fatture relative agli stati finali fino alla trasmissione della documentazione da parte dell’impresa.

Irregolarità contributiva segnalata da INARCASSA

Il meccanismo previsto da INARCASSA per il controllo della regolarità dei liberi professionisti prevede l’autorizzazione da parte del soggetto interessato alla comunicazione del debito. Se questa autorizzazione non arriva, la procedura si blocca. In tali casi, l’ente pubblico si trova nell’impossibilità di procedere al pagamento. Di qui, la richiesta che sia prevista la possibilità di sospendere interamente le fatture fino a quando non venga comunicata la regolarità.

Le indicazioni del MEF e le criticità organizzative

La circolare MEF-RGS n. 22 del 22 luglio 2015 ribadisce che non esistono disposizioni normative che autorizzino un’estensione dei tempi di pagamento per le transazioni commerciali tra amministrazioni e imprese, nemmeno in presenza della necessità di acquisire il DURC. Inoltre, sottolinea che, grazie alla piattaforma online introdotta dal 2015, gli enti sono teoricamente in grado di ottenere il documento in tempo reale e che spetta agli stessi strutturarsi per rispettare i termini di legge.

Tuttavia, secondo IFEL, questo assunto si scontra con situazioni oggettive in cui la procedura di rilascio del DURC si complica per ragioni non imputabili all’ente pubblico. L’ente è infatti impedito proprio dalla norma a pagare le fatture in 30 giorni e la mancata sospensione fa ricadere sull’ente gli effetti degli inadempimenti del fornitore.

Analoghe considerazioni valgono per il caso di irregolarità fiscale quando il fornitore ha debiti fiscali scaduti e iscritti a ruolo e l’ente diventa “terzo pignorato”.

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