Trasporti londinesi: cresce la paura dei passeggeri

Agosto 28, 2025 - 16:30
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Trasporti londinesi: cresce la paura dei passeggeri

La sicurezza dei trasporti pubblici londinesi è tornata al centro del dibattito dopo la pubblicazione dei dati TfL relativi ai primi sei mesi del 2025. Se da un lato le statistiche mostrano un calo di rapine e crimini d’odio, dall’altro cresce l’allarme per l’aumento delle aggressioni violente e sessuali. Ancora più significativa, però, è la percezione dei viaggiatori: quasi quattro londinesi su dieci dichiarano di sentirsi insicuri mentre utilizzano bus e metropolitana, e uno su dieci ha cambiato le proprie abitudini di viaggio in seguito a episodi preoccupanti.

I dati del sondaggio TfL: la paura quotidiana dei passeggeri

Secondo l’indagine Customer Pulse condotta da Transport for London tra gennaio e giugno 2025, il 39% dei passeggeri ha dichiarato di essersi sentito preoccupato o a disagio negli ultimi tre mesi mentre viaggiava sui mezzi pubblici. Non si tratta solo di un timore astratto: il 9% degli utenti ha smesso temporaneamente o definitivamente di utilizzare un servizio TfL dopo aver vissuto un episodio ritenuto minaccioso. Nella maggior parte dei casi le persone hanno scelto di spostarsi su un altro mezzo della stessa rete, segno che la fiducia nei trasporti non è crollata del tutto, ma resta fragile.

Le aree più critiche sono la Tube e i bus, che concentrano rispettivamente il 29% e il 30% degli episodi percepiti come preoccupanti. Nella metropolitana, le situazioni che generano maggiore allarme sono i passeggeri ubriachi o intenti a consumare alcolici (21%), seguiti da minacce verbali o linguaggio aggressivo (11%) e dall’eccessivo sovraffollamentodei convogli (11%). Sugli autobus, invece, i passeggeri segnalano come problematici i comportamenti antisociali da parte di giovani o studenti (15%), le discussioni e i litigi accompagnati da aggressività verbale (14%) e gli urti o spintoni tra i passeggeri (13%).

Questi dati mettono in luce come la percezione di insicurezza non derivi soltanto da episodi di criminalità vera e propria, ma anche da atteggiamenti considerati disturbanti o minacciosi che incidono sulla qualità del viaggio. Il trasporto pubblico, spazio condiviso per eccellenza, diventa così il luogo in cui tensioni sociali e fragilità individuali si manifestano con maggiore evidenza.

Criminalità registrata: tra cali e nuove emergenze

Oltre alla percezione dei passeggeri, il rapporto TfL fotografa l’andamento reale della criminalità nei trasporti londinesi. Nei primi sei mesi del 2025, i reati violenti sono aumentati del 5,5% rispetto allo stesso periodo del 2024. La maggior parte di questi episodi (70,9%) si verifica durante la settimana lavorativa, dal lunedì al venerdì, mentre il 29,1% avviene nel weekend. Questo dato suggerisce che la violenza non è un fenomeno legato soltanto alla movida o al tempo libero, ma accompagna la quotidianità di chi usa i mezzi per recarsi al lavoro o a scuola.

Sulla metropolitana, i crimini complessivi sono aumentati dello 0,9%, una crescita contenuta ma significativa se si considera l’enorme volume di passeggeri che ogni giorno utilizzano la Tube. In controtendenza invece le rapine, diminuite del 18,6% (da 1.560 a 1.270 episodi), e i reati d’odio, scesi del 4,6% (da 627 a 598 episodi).

A preoccupare maggiormente sono le offese sessuali, che hanno raggiunto quota 907 episodi tra gennaio e giugno 2025, contro gli 879 registrati nello stesso periodo del 2024. La tipologia più frequente è l’aggressione sessuale, con un incremento particolarmente evidente sulla rete degli autobus (+43 casi). Oltre il 30% di questi reati si verifica nella fascia oraria pomeridiana, tra le 16 e le 20, quando la città è attraversata dal flusso di studenti e lavoratori di ritorno a casa.

TfL ha sottolineato come l’aumento delle denunce rifletta anche una maggiore propensione a segnalare gli episodi, frutto di campagne di sensibilizzazione che hanno incoraggiato le vittime a farsi avanti. Tuttavia, il dato resta allarmante e conferma che la violenza di genere è ancora una delle sfide principali da affrontare nella gestione della sicurezza dei trasporti.

La risposta delle istituzioni e delle forze dell’ordine

Alle preoccupazioni dei passeggeri TfL risponde ricordando che, in termini assoluti, milioni di viaggi avvengono ogni giorno senza incidenti e che il rischio di subire o assistere a un crimine resta relativamente basso. Tuttavia, la percezione di insicurezza non può essere sottovalutata, perché incide direttamente sull’uso dei mezzi pubblici e sulla qualità della vita in città.

Per fronteggiare il problema, TfL lavora a stretto contatto con la Metropolitan Police e la British Transport Police, con cui condivide la gestione della sicurezza. Attualmente, oltre 500 agenti in uniforme sono schierati regolarmente sulla rete, con pattugliamenti mirati soprattutto nelle fasce orarie più critiche. Le priorità operative includono la lotta alla violenza contro donne e ragazze, il contrasto all’uso di armi, la prevenzione delle rapine e degli hate crimes, e la protezione dei lavoratori dei trasporti, spesso vittime di aggressioni verbali o fisiche.

Secondo Siwan Hayward, direttrice della divisione sicurezza, polizia ed enforcement di TfL, il lavoro svolto negli ultimi anni ha rafforzato il coordinamento tra le diverse agenzie e ha reso più visibile la presenza delle forze dell’ordine. Le campagne informative, inoltre, mirano a incoraggiare i passeggeri a segnalare comportamenti sospetti o episodi di violenza, creando un sistema più trasparente e partecipativo.

Il problema resta però complesso, perché non riguarda soltanto la criminalità in senso stretto, ma anche la gestione di comportamenti antisociali e disturbanti che, pur non configurandosi come reati, contribuiscono a generare paura e insicurezza. Per questo, TfL punta a un approccio integrato che unisca prevenzione, enforcement e sensibilizzazione.

Un fenomeno tra percezione e realtà

I dati del rapporto TfL 2025 mostrano come la distanza tra percezione e realtà sia uno degli elementi centrali della questione sicurezza. Se le statistiche indicano una diminuzione di alcune tipologie di reato, la percezione dei passeggeri rimane negativa, alimentata da episodi quotidiani che, pur non sempre gravi, incidono sulla sensazione di vulnerabilità.

Questa discrepanza non è un fenomeno esclusivo di Londra. In molte grandi città, la paura del crimine nei trasporti è spesso più diffusa della criminalità stessa. Tuttavia, ignorare il problema sarebbe un errore: la percezione di insicurezza può ridurre l’uso dei mezzi pubblici, spingendo i cittadini a ricorrere ad auto private o ad altri sistemi di trasporto, con conseguenze negative sulla mobilità urbana e sull’ambiente.

In questo senso, il lavoro di TfL non può limitarsi alla repressione dei reati, ma deve puntare anche a ricostruire la fiducia dei passeggeri. Maggiore visibilità delle forze dell’ordine, telecamere ben segnalate, campagne educative contro i comportamenti antisociali e programmi specifici per la protezione delle donne sono alcune delle misure che possono contribuire a colmare il divario tra percezione e realtà.

La sfida è dunque duplice: ridurre effettivamente i reati e convincere i cittadini che viaggiare sui trasporti londinesi è sicuro. Un obiettivo ambizioso, ma necessario per garantire il futuro della mobilità pubblica in una metropoli che ogni giorno deve trasportare milioni di persone.


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