Tumore alla prostata: non sottovalutare le prostatiti croniche

Lug 8, 2025 - 20:00
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Tumore alla prostata: non sottovalutare le prostatiti croniche
Prof. Vincenzo Mirone urologo, Presidente Fondazione Pro
Prof. Vincenzo Mirone urologo, Presidente Fondazione Pro

In Italia ogni anno si registrano oltre 36.000 nuovi casi di tumore alla prostata, e circa 7.000 uomini perdono la vita a causa di questa malattia. Eppure, la prevenzione resta ancora un terreno fragile, spesso ignorato dal mondo maschile. A dirlo è Vincenzo Mirone, urologo e presidente della Fondazione Pro, che da anni si batte per accendere i riflettori sulla salute dell’uomo e sull’importanza dei controlli regolari. «L’attenzione del maschio per la salute è 30 volte inferiore rispetto a quella della donna – afferma Mirone – e questo contribuisce in modo drammatico alla crescita del carcinoma prostatico nelle statistiche».

La prostata: piccola ghiandola, grandi rischi

La prostata è una ghiandola dell’apparato genitale maschile che tende naturalmente ad aumentare di volume con l’età. Se da una parte questo ingrossamento può portare a disturbi urinari (ipertrofia prostatica benigna), dall’altra non va confuso né sottovalutato il carcinoma prostatico, una patologia oncologica spesso asintomatica nelle fasi iniziali.

Il dosaggio del PSA da solo non basta

Molti uomini si affidano esclusivamente al dosaggio del PSA (Antigene Prostatico Specifico), ma secondo Mirone questo non basta: «Il PSA va integrato con ecografia prostatica e esplorazione digito-rettale. Questi esami devono diventare parte della routine annuale maschile dai 45 anni in su»

Le prostatiti croniche: attenzione ai segnali

Un altro campanello d’allarme sottovalutato è rappresentato dalle prostatiti croniche, che, pur non essendo direttamente collegate al tumore, possono infiammare e modificare il microambiente prostatico, facilitando nel tempo lo sviluppo di lesioni gravi.

«Le prostatiti vanno seguite con attenzione–  spiega Mirone – L’ipertrofia prostatica benigna, invece, è molto diffusa con l’avanzare dell’età, ma non è collegata direttamente al tumore».

Le terapie farmacologiche

Oggi le possibilità terapeutiche sono molteplici e meno invasive rispetto al passato. Per l’ipertrofia prostatica benigna, esistono tre principali linee farmacologiche:

  • alfa-litici: rilassano la muscolatura della prostata;
  • inibitori della 5-alfa reduttasi: riducono il volume della ghiandola;
  • farmaci per la disfunzione erettile, utili anche per migliorare lo svuotamento della vescica.

Dal laser alla chirurgia, quando serve intervenire

Quando serve intervenire, la chirurgia offre soluzioni moderne come la vaporizzazione laser per ridurre la prostata o la chirurgia robotica per il tumore, che permette una rimozione precisa della ghiandola e il ripristino della funzionalità urinaria.

Per i pazienti non candidabili all’intervento, le alternative terapeutiche non mancano: radioterapia, immunoterapia e chemioterapia oggi rappresentano opzioni efficaci e personalizzate.

L’appello dell’esperto: cambiare mentalità, fare prevenzione

Il messaggio è chiaro: la salute dell’uomo non può più essere trascurata. E la lotta contro il tumore alla prostata parte dalla consapevolezza. «Prevenire è l’unico modo per salvare vite. Ecco perché servono campagne informative dedicate agli uomini, così come esistono da anni per la salute femminile», conclude Mirone. Check-up annuale, stile di vita sano e attenzione ai segnali del corpo: questi sono i pilastri su cui costruire una cultura della prevenzione maschile. Perché il tumore alla prostata può essere curato, ma solo se diagnosticato in tempo.

 

L'articolo Tumore alla prostata: non sottovalutare le prostatiti croniche proviene da Quotidiano della salute.

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