Università italiane, ecco la classifica Censis 2025: le migliori e le peggiori

lentepubblica.it
Puntuale come ogni anno, il Censis pubblica l’attesa classifica delle università italiane per l’anno 2025, offrendo agli studenti e alle famiglie uno strumento utile per orientarsi nella scelta del percorso universitario.
La classifica valuta le performance degli atenei, statali e non, suddividendoli per dimensione e tenendo conto di sei indicatori chiave: infrastrutture, servizi, agevolazioni economiche, apertura internazionale, comunicazione e tasso di occupazione post-laurea.
Oltre al posizionamento generale degli atenei, il rapporto fornisce anche una fotografia dettagliata dell’andamento delle iscrizioni e dell’evoluzione delle scelte accademiche nel lungo periodo.
Iscrizioni in aumento: +5,3% nell’anno accademico 2024/2025
Secondo i dati provvisori dell’Anagrafe nazionale degli studenti universitari, le nuove immatricolazioni sono cresciute del 5,3% rispetto a marzo dello scorso anno. Il balzo più significativo si registra al Centro Italia, con un incremento del 14%, seguito dal Sud (+6,1%). Più contenuta la crescita al Nord-Est (+2%), mentre al Nord-Ovest si registra addirittura un lieve calo (-0,9%).
Tra le aree disciplinari più gettonate svetta quella giuridica, economica e sociale, che raccoglie il 35,4% delle nuove iscrizioni, spinta soprattutto dai corsi in economia (43,1%). Al secondo posto si collocano le discipline Stem (scienze, tecnologia, ingegneria e matematica), con una quota del 28,6% di immatricolati, seguite dal settore sanitario e agro-veterinario (18,4%) e infine dall’area umanistica e artistica (17,6%).
Lungo periodo: sanità e scienza in forte ascesa
Negli ultimi 25 anni, il panorama universitario italiano ha visto una crescita del 21,3% degli immatricolati. In particolare, i settori sanitario-agro e Stem hanno registrato le espansioni più marcate, rispettivamente +63,2% e +42,8%. Impressionante l’impennata nei corsi di scienze motorie, aumentati del 224,9% – un dato che nei soli studenti maschi arriva al +309,5%.
Nel campo tecnologico, mentre calano le iscrizioni in architettura e ingegneria civile (-20,1%), aumentano in modo significativo quelle nei corsi di informatica e ICT (+48,5%) e in ingegneria industriale (+55,1%). Anche la componente femminile mostra trend interessanti: le iscrizioni femminili in ingegneria industriale crescono del 173,6%, contro il +35% maschile.
All’opposto, il settore giuridico perde terreno (-25,3%), bilanciato però dalla crescita dei corsi in economia (+27,6%) e psicologia (+22,8%). Nell’area artistica, si osserva un leggero incremento (+2,6%), sostenuto in particolare dalla presenza femminile (+29,4%), mentre calano le immatricolazioni maschili (-7,5%). In flessione anche i corsi linguistici (-11,6%), con un calo più marcato tra le donne.
I migliori atenei statali: Padova e Milano guidano le classifiche
Tra i mega atenei (oltre 40.000 iscritti), il primo posto va nuovamente all’Università di Padova (90,3 punti), seguita da Bologna (87,7). In terza posizione si colloca Pisa, che guadagna tre posizioni rispetto allo scorso anno (84,7), mentre la Sapienza di Roma e l’Università Statale di Milano si attestano al quarto posto ex aequo (84,2). Firenze conquista il quinto gradino, seguita da Torino e Palermo. In coda, Bari e Napoli Federico II.
Nella categoria dei grandi atenei (20.000–40.000 iscritti), l’Università della Calabria mantiene la leadership con 94,3 punti, davanti a Pavia (90,2) e Perugia (89,3). Parma e Cagliari completano la top five. Tra le migliori progressioni, Catania guadagna cinque posizioni, salendo al tredicesimo posto.
Per i medi atenei (10.000–20.000 iscritti), Trento conferma il primo posto (93,7), seguita da Udine e dalla Politecnica delle Marche, entrambe al secondo posto con 92,2 punti. Siena si piazza terza. Notevoli i salti in avanti del Piemonte Orientale (+5 posizioni) e di Bergamo (+2).
Tra i piccoli (fino a 10.000 iscritti), primeggia l’Università di Camerino (96,0 punti), seguita da Cassino, che scala due posizioni, e dalla Tuscia. Chiudono la classifica Teramo e il Molise.
Politecnici e università private: Milano e Bolzano al top
Nel panorama dei politecnici, il Politecnico di Milano si distingue nettamente con 98,8 punti, seguito da Torino (92,5) e dallo IUAV di Venezia (86,7). Ultimo, seppur con un buon punteggio, il Politecnico di Bari (85,2).
Tra gli atenei non statali con oltre 10.000 iscritti, la Luiss di Roma mantiene il primo posto (94,2), seguita da Bocconi (91,4) e dall’Università Cattolica (78,0). Tra i medi (5.000–10.000 iscritti), domina la Lumsa (83,0), davanti allo Iulm (79,6) e alla Suor Orsola Benincasa (75,2). Tra i piccoli, è Bolzano a primeggiare (95,2), davanti all’Università Europea di Roma (87,0) e al Campus Biomedico (86,8).
Uno strumento per scegliere consapevolmente
L’indagine, giunta alla 25ª edizione, rappresenta un punto di riferimento per chi si appresta a entrare nel mondo accademico. Le valutazioni si basano su 962 indicatori e si articolano in 70 graduatorie ed è disponibile la metodologia adottata e il dettaglio delle classifiche per gruppi disciplinari: lauree triennali, magistrali a ciclo unico e biennali, ciascuna suddivisa per area tematica.
Grazie a questa ampia analisi, studenti e famiglie hanno a disposizione una bussola utile per pianificare il futuro formativo, in un contesto universitario in costante evoluzione.
Università italiane, ecco la classifica Censis 2025
The post Università italiane, ecco la classifica Censis 2025: le migliori e le peggiori appeared first on lentepubblica.it.
Qual è la tua reazione?






