Wall Street Journal: dipendenza dalle importazioni cinesi in calo come durante il primo mandato di Trump

La dipendenza degli Stati Uniti dalle merci importate dalla Cina si sta riducendo sensibilmente dall’inizio del secondo mandato di Donald Trump alla Casa Bianca, come accaduto durante i quattro anni del suo primo mandato. Lo scrive il quotidiano “Wall Street Journal”, in un’analisi pubblicata all’indomani della decisione di Trump di estendere di 90 giorni la “tregua” commerciale tra le due maggiori potenze mondiali. Dal 2018, quando Trump impose i primi dazi alla Cina, la quota di prodotti cinesi sulle importazioni statunitensi è scesa dal 22 al 12 per cento, mentre il deficit commerciale con Pechino è calato da 418 miliardi di dollari a circa 280 miliardi.
Molte aziende statunitensi hanno anticipato le importazioni dalla Cina all’inizio del secondo mandato di Trump per timore dei dazi, per poi ridurle dopo l’entrata in vigore della maggior parte delle tariffe. Alcuni ordini dalla Cina sono stati cancellati, con produzione dirottata verso Vietnam, Indonesia e India, che hanno ampliato le loro capacità manifatturiere. Tuttavia, parte delle merci dichiarate come provenienti da questi Paesi sarebbe in realtà di origine cinese, reindirizzata per eludere i dazi. Per contrastare questo fenomeno, Washington applica ora un dazio del 40 per cento sui beni in transito in Vietnam diretti verso gli Usa: un’aliquota doppia rispetto a quella del 20 per cento imposta alle merci effettivamente prodotto in Vietnam.
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