West Nile, dieci casi in Italia. Sorveglianza rafforzata nel Lazio dopo decesso di una donna

Al momento nel Lazio ci sono altri sei casi confermati di infezione da virus West Nile. Due di loro, un uomo di 63 e uno di 72 anni, sono in condizioni critiche. La Regione Lazio ha rafforzato le attività di sorveglianza: sono stati allertati medici di famiglia, pediatri, pronto soccorso e veterinari
Dopo la morte di una donna di 82 anni in provincia di Latina, cresce la paura in tutta Italia per l’infezione da virus West Nile, una delle tante malattie tropicali che, complice l’aumento delle temperature, trova terreno fertile in Italia.
La donna era stata ricoverata il 14 luglio scorso per febbre e stato confusionale ma non aveva patologie concomitanti. Al momento nel Lazio ci sono altri sei casi confermati di infezione da virus West Nile. Due di loro, un uomo di 63 e uno di 72 anni, sono in condizioni critiche per la presenza di patologie concomitanti, con sintomi neurologici, ed entrambi ricoverati all’ospedale Santa Maria Goretti di Latina. Gli altri 4 sono invece in miglioramento clinico. I casi, al momento, sono scollegati pur essendosi verificati tutti nella provincia di Latina.
Regione Lazio rafforza sorveglianza su West Nile
La Regione Lazio ha rafforzato le attività di sorveglianza: sono stati allertati medici di famiglia, pediatri, pronto soccorso e veterinari, e sono stati attivati interventi di disinfestazione mirati nei focolai larvali di zanzara Culex pipiens (entro un raggio di 200 metri dai luoghi di sospetta circolazione virale). Prevista anche un’attività straordinaria di sorveglianza sierologica negli allevamenti situati intorno ai focolai sospetti o confermati. I Comuni si sono già attivati per le attività supplementari di bonifica ambientale. Inoltre, si raccomanda a tutti i medici della Regione di porre la massima attenzione alla diagnosi di casi invasivi neurologici da virus West Nile.
La sindrome neuro-invasiva nell’1% dei casi
La maggior parte delle persone infette non mostra sintomi, ma l’infezione si manifesta in modo grave in circa l’1% dei casi. Il periodo di incubazione dal momento della puntura della zanzara infetta varia fra 2 e 14 giorni, ma può essere anche di 21 giorni nei soggetti con deficit a carico del sistema immunitario. Fra i casi sintomatici, circa il 20% presenta sintomi leggeri: febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati, sfoghi cutanei. Questi sintomi possono durare pochi giorni, in rari casi qualche settimana, e possono variare molto a seconda dell’età della persona. Nei bambini è più frequente una febbre leggera, nei giovani la sintomatologia è caratterizzata da febbre mediamente alta, arrossamento degli occhi, mal di testa e dolori muscolari. Negli anziani e nelle persone debilitate, invece, la sintomatologia può essere più grave.
I sintomi più gravi si presentano in media in meno dell’1% delle persone infette (1 persona su 150), e comprendono febbre alta, forti mal di testa, debolezza muscolare, disorientamento, tremori, disturbi alla vista, torpore, convulsioni, fino alla paralisi e al coma. Alcuni effetti neurologici possono essere permanenti. Nei casi più gravi (circa 1 su mille) il virus può causare un’encefalite letale.
Dieci casi di West Nile in Italia
Oggi, intanto, l’Istituto Superiore di Sanità ha confermato10 casi di infezione da West Nile virus nell’uomo. Sette di questi si sono verificati nel Lazio, tutti nella provincia di Latina. Dei 7 casi segnalati dalla Regione Lazio, illustra l’Iss, 6 si sono manifestati nella forma neuro-invasiva e un caso con soli sintomi febbrili. Quattro infezioni sono in persone di sesso maschile e le restanti in donne.
Al momento, il numero dei casi di quest’anno è in linea con il 2024, quando, al 25 luglio erano stati riportati 13 casi senza decessi. Nelle settimane successive si è però verificato un brusco aumento, che si è protratto per i mesi di agosto e settembre portando i casi complessivi a 460. In totale, nel 2024 sono stati registrati 20 decessi.
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