West Nile, morta donna di 83 anni: è la sesta vittima nel Lazio

Agosto 7, 2025 - 19:30
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West Nile, morta donna di 83 anni: è la sesta vittima nel Lazio

Una donna di 83 anni di Pontinia è morta oggi all’Ospedale Santa Maria Goretti di Latina a causa del virus della West Nile. La paziente – secondo quanto comunica la Regione Lazio – era arrivata in pronto soccorso il 24 luglio scorso. Ricoverata in rianimazione in gravi condizioni per la presenza di pluripatologie concomitanti, è deceduta nel reparto di terapia intensiva. Si tratta del sesto caso di morte per la West Nile accertato nel Lazio.

12 nuovi casi in Lazio

 Sono 12 i nuovi casi di West Nile certificati nel Lazio dalle analisi effettuate dal laboratorio di Virologia dell’istituto Spallanzani, rispetto all’aggiornamento dello scorso 4 agosto: di questi 8 con febbre e 4 con sindrome neurologica. I nuovi casi – precisa la Regione – sono stati rilevati prevalentemente nella provincia di Latina (Aprilia, Cisterna di Latina, Latina, Norma, Pontinia, Sezze e Terracina), oltre alle positività riscontrate nel Municipio X di Roma Capitale e nella provincia di Roma (Lanuvio, Nettuno e Velletri). Con gli ultimi accertamenti, nel 2025 le conferme diagnostiche di positività di infezione al virus West Nile salgono a 106. In particolare sono 98 i casi monitorati dalla Asl di Latina; 5 i casi monitorati dalla Asl Roma 6; 1 caso monitorato dalla Asl di Frosinone e dalla Asl Roma 3; 1 caso registrato fuori regione, in particolare nella provincia di Caserta. Dei 106 casi di positività da virus West Nile 20 pazienti sono ricoverati in reparti ordinari; 20 persone sono state dimesse; 58 pazienti sono in buone condizioni presso il proprio domicilio; un paziente è ricoverato in terapia intensiva; 7 decessi.

Iss: “Salgono a 173 i casi confermati, 11 decessi”

Salgono a 173 in Italia dall’inizio dell’anno i casi confermati di infezione da West Nile Virus (WNV) nell’uomo con undici decessi. È quanto emerge dal quarto bollettino della sorveglianza dell’Istituto Superiore di Sanità pubblicato oggi: la scorsa settimana i casi erano 89.

Tra i casi confermati 72 si sono manifestati nella forma neuro-invasiva (2 Piemonte, 2 Lombardia, 4 Veneto, 1 Friuli-Venezia Giulia, 2 Emilia-Romagna, 37 Lazio, 21 Campania, 1 Basilicata, 1 Sardegna), 14 casi asintomatici identificati in donatori di sangue, 85 casi di febbre, 1 caso asintomatico e 1 caso sintomatico. Tra i casi confermati sono stati notificati 11 decessi (1 Piemonte, 4 Lazio, 6 Campania). La letalità, calcolata sulle forme neuro-invasive fin ora segnalate, è pari al 15% (nel 2018 20%, nel 2024 14%).

La situazione è monitorata con attenzione da tutte le istituzioni competenti, sia a livello centrale che a livello territoriale. Al momento non emergono particolari segnali di allarme – sottolinea Anna Teresa Palamara, che dirige il dipartimento di malattie infettive dell’Iss -. Ricordiamo l’importanza delle misure di prevenzione, sia quelle tese a contrastare la proliferazione delle zanzare che quelle mirate a proteggersi dalle punture. Ricordiamo inoltre, soprattutto nel caso di soggetti fragili o anziani di rivolgersi al proprio medico in caso di febbre”.

Diagnosticato in Veneto primo causo autoctono di chikungunya

Intanto è stato diagnosticato in Veneto dal Dipartimento di malattie infettive/tropicali e microbiologia dell’Irccs Sacro Cuore Don Calabria di Negrar un caso di chikungunya in una donna di 64 anni domiciliata in una frazione del comune di Negrar di Valpolicella, nel veronese, senza storia di viaggi recenti in Paesi in cui la malattia è endemica. Ne dà notizia la Direzione Prevenzione della Regione Veneto, che è in costante contatto con la struttura sanitaria scaligera e riferisce che la paziente è ricoverata, vigile e collabora attivamente con i medici. La Regione, in stretta collaborazione con l’Azienda Ulss 9 e con l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, appena ricevuta comunicazione del caso, ha attivato tempestivamente le misure di sorveglianza previste. Fra queste: approfondimento dell’indagine epidemiologica sul caso, con valutazione tempestiva rispetto alle possibili esposizioni a rischio, monitoraggio entomologico, attivazione della procedura di disinfestazione straordinaria, misure di sorveglianza sanitaria rivolte agli altri soggetti nei luoghi di possibile esposizione, rafforzamento della sorveglianza sindromica in Pronto Soccorso.

La chikungunya trasmessa dalla zanzara tigre

“La chikungunya – precisano i tecnici della Prevenzione – è una malattia virale trasmessa all’uomo attraverso la puntura di zanzare infette del genere Aedes, in particolare Aedes albopictus (zanzara tigre)”, a differenza della West Nile, trasmessa dalle zanzare comuni (Culex).

“Si manifesta più frequentemente con febbre alta improvvisa e intensi dolori articolari che possono persistere anche per settimane o mesi. Altri sintomi comuni includono dolori muscolari, mal di testa, eruzioni cutanee, astenia e, in alcuni casi, gonfiore articolare. Sebbene la malattia abbia generalmente un decorso autolimitante, in alcune persone, soprattutto anziani o soggetti con patologie pregresse, può causare sintomi prolungati o complicanze“. La Regione sottolinea che la chikungunya non si trasmette da persona a persona, ma solo attraverso la puntura di zanzare Aedes infette. Il contagio avviene quando una zanzara punge una persona infetta e, dopo un periodo di incubazione, può trasmettere l’infezione a soggetti sani con successive punture. Fino ad oggi, in Veneto, tutti i casi confermati di chikungunya erano correlati a viaggi in aree endemiche. L’identificazione di un caso autoctono rappresenta dunque un evento rilevante, verosimilmente legato all’intensificarsi dei viaggi internazionali nel periodo estivo, con il rientro di persone da Paesi in cui la malattia è presente ed alle condizioni climatiche favorevoli alla proliferazione della zanzara tigre.

Iss: “A oggi 111 casi confermati di Dengue e 32 di Chikungunya”

Per quanto riguarda le arbovirosi registrate in Italia dal 1 gennaio al 5 agosto 2025, al sistema di sorveglianza nazionale dell’Istituto Superiore di Sanità risultano 111 casi confermati di Dengue di cui 107 casi associati a viaggi all’estero e 4 casi autoctoni, età mediana 41 anni, 58% di sesso maschile, nessun decesso. Sono stati identificati due differenti eventi di trasmissione locale del virus Dengue in due diverse Regioni. Sono in corso ulteriori indagini epidemiologiche. È quanto emerge dall’ultimo bollettino settimanale dell’Iss.

Dal 1 gennaio al 29 luglio 2025 risultano invece 32 casi confermati di Chikungunya: 30 casi associati a viaggi all’estero e 2 casi autoctoni, età mediana 46,5 anni, 53% di sesso maschile, nessun decesso.

Quattro invece casi di Zika virus, tutti importati, nessun decesso; 23 casi di TBE, tutti autoctoni, con età media 52 anni, 57% di sesso maschile, nessun decesso; 38 casi di Toscana virus, tutti autoctoni, età media 59,5 anni, 74% di sesso maschile, nessun decesso.

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