Antoniazzi, cristiano rigoroso e appassionato al servizio della società civile

Lug 19, 2025 - 13:00
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Antoniazzi, cristiano rigoroso e appassionato al servizio della società civile
Il Vicario generale benedice la baraIl Vicario generale benedice la bara

«Sandro Antoniazzi ha combattuto la bella battaglia della vita, coniugando vita cristiana vissuta con rigore, serietà e impegno, e servizio appassionato alla società civile. Questo fu lo stile di Sant’Ambrogio – ed è bello che i suoi funerali siano celebrati nella nostra basilica – e questo è stato il suo stile».

I famigliari di Antoniazzi dietro il feretro

Le esequie

Monsignor Carlo Faccendini, abate della Basilica di Sant’Ambrogio, dice così aprendo i funerali di Antoniazzi, morto il 16 luglio, e parafrasando il suo ultimo saggio dal titolo Combattere la bella battaglia. Il sindacato come soggetto di trasformazione della società. In prima fila, il fratello Pier Vito, la moglie Lea, le figlie e Chiara e Amina, il segretario generale della Cisl Milano Giovanni Abimelech con altri vertici cislini, e la vicesindaco Anna Scavuzzo in rappresentanza del Comune di Milano.

La Basilica di Sant’Ambrogio durante la celebrazione

A presiedere il rito, il Vicario generale monsignor Franco Agnesi – che porta anche la preghiera dell’Arcivescovo, in viaggio missionario in Sudamerica – con l’Abate e altri concelebranti, tra cui i monsignori Antonio Barone, Walter Magni, Giuseppe Grampa, don Marcellino Brivio (che pronuncia l’omelia) e don Marco Lucca, amministratore parrocchiale della parrocchia di Santa Maria Assunta in Quintosole che lo scomparso era solito frequentare. 

Nella Basilica gremita, tanti rappresentanti di tutto il mondo sindacale milanese e lombardo, dell’associazionismo – presenti i vertici delle Acli provinciali – e delle istituzioni che non hanno voluto mancare all’ultimo saluto a chi fu bandiera della Cisl, figura eminente di cristiano impegnato nella società e nella politica.   

Il vicesindaco di Milano Anna Scavuzzo

L’omelia

«Sandro era mio amico da tanto tempo e sono molte le confidenze che ci siamo scambiate: per questo oggi le parole non sono solo mie, ma di tutti e due», sottolinea don Brivio, avviando la sua omelia con un filo di commozione nella voce.

«Stiamo celebrando il memoriale della Pasqua di Gesù, il suo passaggio nella storia degli uomini, perché questa storia si riconosca abitata e seminata dall’amore intenso del Padre e perché noi possiamo riconoscere che il nostro cammino ha una meta. Gesù è l’iniziatore della nostra fede, ma chiediamoci cosa significhi avere fede. Vuole dire seminare e anche Sandro ha fatto così: era un uomo di fede perché, come Gesù, seminava gelsi nel mare».

In riferimento alla parabola dei “servi inutili”, appena pronunciata, don Marcellino ha continuato: «Il Signore è il servitore dell’umanità e lo ha fatto fino alla fine. In questa parabola, Gesù parla di se stesso perché “servo inutile”: vuole dire che la logica non è quella del successo, ma della gratuità. Sandro era disponibile a questo “fare” nella gratuità».

Don Marcellino Brivio durante l’omelia

Infine, «la capacità di sognare cieli nuovi e terra nuova, di sognare la giustizia». «Anche noi possiamo continuare a gettare semi di speranza con il segreto di bere acqua dalla fonte della vita, come abbiamo sentito dal libro dell’Apocalisse. Questo fu il segreto di Sandro: il rapporto personale con il Signore, la preghiera, l’Eucaristia, le relazioni frutto della vita e la capacità di inventare luoghi dove aggregarsi. Insieme abbiamo cercato di vivere i cambiamenti senza rimanere bloccati, stare nei passaggi critici, come faceva Gesù, pellegrini verso il Regno di verità, giustizia e pace, impegnando la propria vita nell’amore e nel servizio all’umanità»

I saluti di commiato

A conclusione della celebrazione è il genero di Antoniazzi, Luca, a leggere – a nome della moglie e delle figlie – un breve messaggio: «Sandro avrebbe detto di non abbandonarsi alla tristezza e allo sconforto per un andamento mondiale che non va nella direzione di una visione collettiva del bene. È stato un marito e un padre fuori dal comune, che ci ha insegnato a non mettere i nostri bisogni davanti a quelli degli altri. In un periodo in cui abusiamo delle parole, possiamo però dire che lui era veramente un uomo straordinario. Ha vissuto le lotte sindacali, l’evoluzione della Chiesa, la costruzione del partito di Centrosinistra sempre con un enorme spessore umano e intellettuale che gli ha permesso di interessarsi anche a tanti altri argomenti».

L’uscita del feretro dalla Basilica

Il ricordo è affidato anche al segretario Abimelech – giunto appositamente da Roma dove si sta svolgendo il XX Congresso confederale della Cisl – che spiega: «Sandro è sempre rimasto un cislino, pur con uno spirito di intellettuale libero. Ci ha aiutato a realizzare un Centro studi all’interno della Cisl, convinto, come lo siamo tutti noi, della fondamentale importanza della formazione per dare risposte. Aveva quell’entusiasmo e competenza che si ritrovano anche nel suo libro, da cui ho tratto ispirazione per il mio intervento all’ultimo congresso della Cisl Milano. Ha fatto la storia, non solo della Cisl, ma del sindacato, battendosi sempre per i diritti dei lavoratori, poi si è messo a disposizione della città, nelle istituzioni e nell’associazionismo cattolico. Rimarrà un punto di riferimento e avremo modo di ricordarlo nella nuova sede in via Valassina (a fine anno il trasloco dalla storica sede di via Tadino): Sandro sarà li con noi».

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia