Aumentano le specie aliene in un Mediterraneo sempre più caldo: scende in campo la citizen science

Nel Mediterraneo è ormai facile imbattersi in forme di vita inusuali, provenienti dai mari tropicali e talvolta capaci di rompere l’equilibrio degli habitat. Per aiutare il nostro mare, si può fare qualcosa anche da sotto l’ombrellone: mentre i progetti di citizen science ci aiutano a riconoscere le specie pericolose, un libro appena pubblicato alimenta la sensibilità ambientale delle nuove generazioni
Il Mediterraneo è un hotspot del cambiamento climatico. Qui, secondo calcoli pubblicati di recente da Copernicus, dal 1982 al 2023 la temperatura media annuale è aumentata di circa 1,7°C: il dato globale degli oceani è pari alla metà.
Una delle conseguenze dirette di questo stato di cose è la diffusione di specie aliene abituate a temperature più calde o addirittura tropicali, che spesso finiscono per impoverire gli ecosistemi già presenti.
In questo articolo facciamo il punto della situazione, con gli ultimi dati disponibili e alcuni spunti per chi vuole fare la propria parte e contribuire ad accrescere la conoscenza sugli equilibri ecologici del nostro mare, anche durante le ferie e insieme ai bambini.
Immersi in acque bollenti
Il rialzo delle temperature è rapido e diffuso su tutta la superficie del Mediterraneo. Diamo qualche numero: nel 2024, il progetto Mare Caldo di Greenpeace Italia, condotto grazie alla collaborazione con l’Università di Genova e l’Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale, ha rilevato in 12 punti di rilevamento situati in acque italiane (di cui 11 all’interno di Aree Marine Protette) numerose ondate di calore, sia nella stagione estiva sia invernale, con picchi massimi di oltre 2,5°C sopra la media.
In quattro tra queste Aree Marine Protette, le anomalie termiche si sono protratte fino a 40 metri sotto la superficie del mare. Purtroppo, il 2025 potrebbe raggiungere e superare i picchi raggiunti negli ultimi anni passati.
Già a giugno, infatti, si è arrivati nel Mediterraneo a una temperatura media di 23,86°C, più alta dei 23,72°C toccati nello stesso mese nel 2022, come riportato da Copernicus. Nelle scorse settimane, addirittura l’88% della superficie del Mediterraneo è stata interessata da ondate di calore e temperature anomale.
Così, le specie autoctone adattate ad ambienti più freddi – e a un diverso Ph delle acque, influenzato anch’esso dall’andamento del clima – si indeboliscono. Non a caso, a partire dalla fine degli anni ’90, in molte aree del Mediterraneo (per esempio in Corsica, in Liguria, nel Conero e in Costa Azzurra) si sono verificate morie massive.
Lo scorso anno, tra le altre cose, il caldo ha distrutto insediamenti di alghe brune e praterie sommerse di Posidonia oceanica, oltre ad accelerare lo sbancamento dei coralli. In alcune zone, questi habitat non si sono ancora ripresi.
Al contempo, questo veloce riscaldamento sta favorendo la sopravvivenza di animali e vegetali provenienti dal Mar Rosso, dall’Atlantico e dall’Oceano Indiano: sono state in altre parole abbattute le barriere climatiche che in passato ostacolavano l’insediamento delle specie alloctone, con conseguenze imprevedibili.
Nelle zone in cui Greenpeace Italia ha effettuato i suoi rilevamenti subacquei, per esempio, sono state rilevate tra le specie aliene termofile l’alga verde Caulerpa cylindracea, mentre tra i pesci sono stati osservati il pesce pappagallo (Sparisoma cretense), il barracuda mediterraneo (Sphyraena viridensis) e la donzella pavonina (Thalassoma pavo).
Come aiutare Ispra a raccogliere dati
Se per incontrare alcuni pesci, crostacei o alghe provenienti dai mari più caldi è necessario immergersi in acque profonde, altri stanno diventando una presenza sempre più familiare anche per chi vive sulla costa o la frequenta durante le vacanze.
Quest’anno, con la campagna Attenti a quei 4!, Ispra e il Cnr hanno quindi deciso di chiedere aiuto ai cittadini per monitorare quattro nuovi ospiti amanti del caldo. Tutti questi pesci sono entrati nel Mediterraneo attraverso il Canale di Suez e possono essere pericolosi, se si interagisce con loro in modo errato.
Si tratta innanzitutto del pesce scorpione (Pterois miles), segnalato per la prima volta in Italia nel 2016. Questa specie è altamente invasiva e porta con sé forti impatti ecologici. È commestibile, ma presenta spine che possono causare punture molto dolorose anche dopo due giorni dalla morte dell’animale.
Ci sono poi il pesce coniglio scuro (Siganus luridus) e il pesce coniglio striato (Siganus rivulatus), arrivati rispettivamente nel 2003 e nel 2015. Anche queste specie sono commestibili, se si fa attenzione alle spine.
L’ultimo ospite indesiderato è il pesce palla maculato (Lagocephalus sceleratus), avvistato per la prima volta in Italia nel 2013. Questo animale possiede una potente neurotossina che lo rende altamente tossico al consumo, anche dopo la cottura. Inoltre, la sua dentatura può infliggere morsi potenti.
Nel caso in cui si avvistassero queste specie, si può inviare la propria osservazione agli enti di ricerca tramite un link dedicato. In alternativa, è possibile utilizzare WhatsApp scrivendo al numero di telefono 320/4365210 o caricare un’immagine sui gruppi Facebook Oddfish e Fauna Marina Mediterranea, utilizzando l’hashtag #Attenti4.
Un libro per coinvolgere anche i più piccoli
In parallelo, per contrastare il degrado degli habitat marini, ognuno di noi può anche impegnarsi a diffondere consapevolezza sul perché è necessario mantenere il Mediterraneo (e tutti i mari) in buona salute, facendo il possibile per contenere il rialzo delle temperature e tutti gli altri impatti dannosi di origine antropica.
Una nuovo libro dedicato ai bambini, intitolato Salviamo il mare ed edito da Mondadori (il libro è uscito il 3 giugno ed è stato illustrato da Elisa Varetti), può essere un buon alleato e punto di partenza: “Per noi fa davvero tanto, questo amico Oceano – spiega a Greenplanner l’autrice Elena Gatti – eppure noi sapiens ci comportiamo con lui da veri ingrati: lo inquiniamo con sostanze dannose e tonnellate di plastica, ne impoveriamo le risorse con la pesca eccessiva, rendiamo la vita difficile a tante specie con le attività di navigazione, le trivellazioni, la cementificazione delle coste“.
Gatti ha scritto questo testo pensando a chi sarà adulto intorno alla metà del secolo: “esplorando le varie zone dell’Oceano – racconta l’autrice – dalla costa al mare aperto, dalla superficie agli abissi, i piccoli lettori potranno scoprire tante curiosità e dati sul mare e sui suoi meravigliosi abitanti.
Conosceranno i minuscoli organismi del plancton e gli animali più grandi mai vissuti sulla Terra, si stupiranno scoprendo che conosciamo meglio la superficie di Marte dei fondali oceanici e scopriranno quanto è importante… la cacca nell’ambiente marino!
Troveranno anche un glossario per capire le parole del mare, un quiz divertente e un decalogo finale con le buone pratiche da diffondere in famiglia e tra gli amici“.
Crediti immagine: Depositphotos
L'articolo Aumentano le specie aliene in un Mediterraneo sempre più caldo: scende in campo la citizen science è stato pubblicato su GreenPlanner Magazine.
Qual è la tua reazione?
Mi piace
0
Antipatico
0
Lo amo
0
Comico
0
Furioso
0
Triste
0
Wow
0




