Banche: UniCredit punterebbe a Banca Generali, ma è possibile una soluzione di sistema?

Maggio 28, 2025 - 21:30
 0
Banche: UniCredit punterebbe a Banca Generali, ma è possibile una soluzione di sistema?

Da qualche settimana nel mondo bancario, ed in particolare tra chi è più vicino ai dossier relativi alle scalate incrociate, si rincorrono le voci di un possibile interessamento di UniCredit per Banca Generali. Voci insistenti, che indicano come la conquista della banca del gruppo di Trieste possa essere la migliore strategia d’uscita da un vicolo cieco in cui – afferma chi sostiene questa ipotesi – l’Amministratore delegato di UniCredit, Andrea Orcel, si sarebbe ficcato. A dire il vero, la possibilità che l’offerta pubblica di scambio su Banco Bpm abbia successo appare sempre più labile e poco credibile appare anche la possibilità di una conquista di Commerzbank. Prima la Banca centrale europea ha rifiutato a Banco Bpm la possibilità di usufruire del “compromesso danese” nell’acquisizione di Anima: una decisione che, secondo i più critici, peserà sull’operazione lanciata da Giuseppe Castagna con un miliardo di euro di costi in più. In seguito, il governo italiano ha fatto ricorso al “Golden Power” riguardo l’Ops di UniCredit su Bpm, imponendo una serie di condizioni abbastanza pesanti che per ora, tuttavia, non sembrano aver spinto Orcel a rinunciare all’operazione. Sta di fatto che UniCredit ha chiesto e ottenuto dalla Consob un mese in più per l’Ops, che ora dovrebbe chiudersi il 23 luglio. Una mossa che molti osservatori hanno interpretato come un modo per prender tempo, in attesa di vedere come evolveranno le partite aperte dal Monte dei paschi di Siena su Mediobanca, e da quest’ultima su Banca Generali. Sta di fatto che l’Ops su Banco Bpm viene ormai considerata da molti osservatori come su un binario morto, anche perché la differenza di prezzo tra l’offerta di UniCredit ed il Banco alla chiusura di ieri è pari 4,85 miliardi di euro in valore assoluto.

L’offerta lanciata da Orcel su Commerzbank era stata ben accolta dal mondo finanziario tedesco, ma assai meno bene dagli esponenti politici, peraltro impegnati nella campagna elettorale per le politiche. Certamente è vero – come dichiarò lo stesso Orcel – che il governo guidato da Olaf Scholz, ed in particolare il ministro delle Finanze, il leader liberal-democratico Christian Lindner, era stato informato dell’acquisto del primo pacchetto di azioni dell’istituto di Francoforte, pari al 9 per cento. L’opposizione dei sindacati e di una parte importante dei media tedeschi, però, avevano convinto il Cancelliere a negare ogni coinvolgimento ed anzi a dichiarare, durante la campagna elettorale, la propria opposizione alla scalata da parte della banca italiana. Il problema è che l’attuale Cancelliere, Friedrich Merz, è ancor più contrario di Scholz all’offerta di UniCredit, che intanto ha conquistato il 28 per cento di Commerzbank, e certamente approfitterà del fatto dell’uso del “Golden Power” da parte del governo italiano, per erigere barricate a difesa di Commerzbank. L’Ad di UniCredit aveva una terza, interessante possibilità: acquisire una partecipazione determinante per il controllo di Generali. Egli aveva già messo insieme un pacchetto azionario di tutto rispetto – il 6,7 per cento – ed avrebbe potuto raggiungere un accordo con Mediobanca per sostenere la sua lista per il Cda, per poi concordare con Alberto Nagel una gestione comune della compagnia assicurativa, oppure per rilevare la quota di Mediobanca che, a quel punto, avrebbe potuto ottenere il cambio Banca Generali. Orcel, tuttavia, ha votato per la lista presentata dal gruppo Caltagirone, e questa possibilità, almeno per ora, è apparentemente sfumata.

Certo, rispetto alle altre “prede” possibili, Banca Generali è decisamente più piccola e la sua conquista non cambierebbe sostanzialmente le dimensioni, né la redditività di UniCredit. L’istituto controllato dalla compagnia triestina, infatti, vale oggi in Borsa 6,28 miliardi: quasi due volte e mezzo meno di Banco Bpm (14,89 miliardi) e ben cinque volte meno di Commerzbank (31,57 miliardi). Per non parlare di Generali che ha una capitalizzazione di 51,80 miliardi. L’eventuale acquisizione di Banca Generali, tuttavia, rappresenterebbe per Orcel un’uscita onorevole da una situazione divenuta difficile, vedrebbe gli azionisti di UniCredit soddisfatti per la prospettiva di creazione di ulteriore valore, e molto probabilmente riappacificherebbe l’Ad di UniCredit con il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, e con la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, i quali si sono schierati apertamente in difesa di Bpm, favorendo, allo stesso tempo, la manovra lanciata dai gruppi Caltagirone e Delfin per la conquista di Generali.

E’ proprio la situazione creatasi – con la difficoltà di conquistare Banco Bpm o Commerzbank, e con il mancato assalto a Generali – a far credere a molti osservatori che Orcel voglia ora favorire la conquista di Generali da parte di Caltagirone e Delfin, per poi ottenere, in cambio, Banca Generali. L’operazione avrebbe senso, perché quest’ultima è un gioiellino la cui acquisizione restituirebbe a UniCredit almeno una parte dei “pezzi pregiati” ceduti durante il “regno” di Jean Pierre Mustier: Fineco, Pioneer, Pekao, Yapi Bank. Inoltre, l’offerta lanciata da Mediobanca su Banco Generali presenta diverse criticità. Anch’essa è uno scambio azionario, che viene però proposto a Generali, in azioni della stessa compagnia assicurativa. Queste azioni – il 6,5 per cento – dovrebbero essere congelate dalla compagnia triestina per un anno, e solo dopo potrebbero essere cedute o, almeno in parte, acquisite per premiare gli azionisti. Infine, l’operazione avverrebbe tra parti correlate, visto che Mediobanca ha controllato e controlla tuttora la compagnia assicurativa. Secondo molti osservatori, in queste condizioni il Cda di Generali difficilmente potrebbe evitare di sottoporre l’operazione all’assemblea degli azionisti, i quali potrebbero rifiutare di cedere Banca Generali in cambio di azioni della propria compagnia. Da quando Mediobanca segue il dossier di Banca Generali, l’istituto di piazzetta Cuccia ha chiesto il parere a diversi studi legali, e tutti avrebbero assicurato che il passaggio in assemblea di potrebbe evitare. E’ assai probabile, però, che una simile scelta possa essere contestata in giudizio da almeno una parte degli azionisti più importanti.

Tra quanti guardano con sospetto all’offerta avanzata da Mediobanca su Banca Generali ci sono, in particolare, i gruppi Caltagirone e Delfin. La diffidenza non sorprende, visto che i grandi soci privati si sono scontrati già tre volte con Mediobanca, uscendo finora sempre sconfitti. La situazione, tuttavia, potrebbe essere oggi affatto diversa. Nagel, infatti, ha preso atto dell’impossibilità di mantenere il controllo di Generali con il 13,20 per cento di azioni della compagnia, e la manovra per la conquista di Banca Generali – nella sua visione – rappresenta un ramoscello offerto proprio a Delfin e Caltagirone. Se infatti l’operazione dovesse riuscire, i due soci privati potrebbero facilmente risultare padroni del campo. Il gruppo Del Vecchio, infatti, controlla il 10,05 della compagnia; Caltagirone il 6,90 e con ogni probabilità i due gruppi otterrebbero il sostegno della famiglia Benetton (4,86 per cento) e forse anche di UniCredit (6,70). Una compagine che – anche senza tener conto di altri possibili alleati – arriverebbe al 28,51 per cento. UniCredit potrebbe scegliere di accrescere la propria quota, pur senza puntare al controllo della compagnia triestina, come peraltro affermato dallo stesso Orcel questa mattina. Certo, la presenza di UniCredit in Generali potrebbe comunque preoccupare l’Ad di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, il quale, giusto ieri, ha detto che, qualora l’istituto rivale decidesse di scalare la compagnia triestina, “chiamerei Andrea Orcel e gli direi fermati”. E’ quindi ben possibile che, per controllare i rivali, l’Ad d’Intesa possa decidere di acquisire una partecipazione di Generali più o meno pari a quella di UniCredit. Probabilmente, però, il risultato di queste mosse non sarebbe una guerra per la conquista della compagnia assicurativa più grande del Paese, ma la costituzione di un solido blocco di azionisti finanziari ed industriali, capaci di garantire l’indipendenza e l’italianità di Generali, anche senza più Mediobanca. Per non dire che Caltagirone e Delfin manterrebbero le loro forti posizioni in Mediobanca, Monte dei paschi e Banco Bpm, costituendo così un formidabile blocco nella finanza nazionale.

Leggi anche altre notizie su Nova News

Clicca qui e ricevi gli aggiornamenti su WhatsApp

Seguici sui canali social di Nova News su Twitter, LinkedIn, Instagram, Telegram

L'articolo Banche: UniCredit punterebbe a Banca Generali, ma è possibile una soluzione di sistema? proviene da Agenzia Nova.

Qual è la tua reazione?

Mi piace Mi piace 0
Antipatico Antipatico 0
Lo amo Lo amo 0
Comico Comico 0
Furioso Furioso 0
Triste Triste 0
Wow Wow 0
Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia