"La scuola a prova di privacy 2025": il vademecum del Garante
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La vita scolastica si svolge sempre più spesso anche nello spazio digitale: per questo motivo arriva “La scuola a prova di privacy 2025“, il nuovo vademecum firmato dal Garante per la protezione dei dati personali.
Registro elettronico, gruppi di messaggistica, piattaforme educative, applicazioni di Intelligenza Artificiale: ogni strumento coinvolto nella quotidianità di studenti, docenti e famiglie richiede attenzione particolare alla gestione dei dati personali. Per orientare chi opera in questo ecosistema complesso, il Garante per la protezione dei dati personali ha pubblicato la versione aggiornata del vademecum “La scuola a prova di privacy”, un documento che raccoglie consigli pratici, chiarimenti normativi e indicazioni operative per usare la tecnologia in modo corretto e rispettoso.
I nodi principali in ambito scolastico
Il testo, pensato sia per le istituzioni educative sia per chi vi interagisce quotidianamente, affronta i nodi principali della privacy in ambito scolastico: dall’utilizzo di strumenti digitali alla condivisione di contenuti sui social, dall’impiego di algoritmi basati sull’IA alle modalità di iscrizione e pubblicazione delle graduatorie. L’obiettivo è fornire un quadro sintetico ma completo, capace di supportare chi studia, lavora o cresce all’interno delle scuole, offrendo regole semplici per proteggere la propria identità digitale e quella degli altri.
Intelligenza Artificiale
Uno dei punti più rilevanti della nuova edizione riguarda l’introduzione dell’Intelligenza Artificiale nel percorso formativo. Negli ultimi anni, applicazioni basate su algoritmi automatici hanno iniziato a diffondersi nelle classi, sia come strumenti per l’apprendimento sia come sistemi di supporto organizzativo. Il Garante richiama l’attenzione su un uso consapevole di queste tecnologie, ricordando che la scuola deve evitare pratiche intrusive come il riconoscimento delle emozioni, considerato un trattamento eccessivamente invasivo e senza comprovata affidabilità scientifica. Al contrario, viene suggerito di privilegiare soluzioni che minimizzino l’impiego di dati personali, come l’utilizzo di dataset sintetici o anonimi quando possibile.
Queste indicazioni si integrano con le prime Linee guida elaborate dal Ministero dell’Istruzione, redatte proprio con il parere dell’Autorità garante, che definiscono principi e limiti nell’uso dell’IA in ambito educativo. L’obiettivo è assicurare che gli strumenti tecnologici non compromettano la dignità degli studenti né interferiscano con il loro percorso formativo, mantenendo la centralità del ruolo degli insegnanti e garantendo trasparenza nel funzionamento degli algoritmi.
Pratiche quotidiane
Il vademecum dedica ampio spazio anche alle pratiche quotidiane che coinvolgono direttamente famiglie e studenti. In particolare, il Garante richiama l’attenzione sull’uso spesso disinvolto delle chat di classe. Gruppi nati per semplificare la comunicazione rischiano di trasformarsi, se usati senza cautela, in spazi dove circolano fotografie, video o informazioni delicate senza il consenso degli interessati. Ricordare che le norme sulla privacy valgono anche nelle conversazioni informali è fondamentale per prevenire comportamenti scorretti o dannosi, come la diffusione accidentale di immagini di minori.
Proprio per evitare equivoci o divulgazioni involontarie, l’Autorità suggerisce alle scuole di non utilizzare i gruppi di messaggistica come canale ufficiale di comunicazione, preferendo invece strumenti istituzionali come il registro elettronico. Questa scelta non solo garantisce maggiore protezione ai dati trattati, ma consente anche di mantenere un ambiente informativo più ordinato e verificabile.
Pubblicazione dei dati personali online
Altro tema affrontato nel documento è quello della pubblicazione dei dati personali online, pratica che coinvolge sia gli istituti sia le famiglie. Spesso, ad esempio, fotografie di attività scolastiche finiscono sui siti web degli istituti o sui profili social delle classi. Il vademecum ricorda che tali contenuti possono essere diffusi solo con il consenso esplicito degli interessati o dei genitori, quando si tratta di minori. Ogni scuola è tenuta a raccogliere le autorizzazioni necessarie e a evitare la pubblicazione di informazioni non indispensabili, come elenchi con dati sensibili o dettagli identificativi superflui.
Una parte della guida è dedicata inoltre alle procedure amministrative: iscrizioni, trasferimenti, graduatorie del personale docente e non docente. Anche in questi casi, il principio cardine è la minimizzazione dei dati: devono essere trattati soltanto quelli strettamente necessari, e la loro diffusione deve avvenire in modo conforme alla normativa. Per esempio, le graduatorie possono essere pubblicate, ma con modalità che evitino l’esposizione di dettagli non pertinenti.
Un supporto agli istituti scolastici
La versione aggiornata del vademecum non vuole essere soltanto un elenco di obblighi, ma piuttosto un supporto concreto per aiutare le scuole a orientarsi in un contesto che cambia rapidamente. L’intreccio tra educazione, tecnologia e diritti fondamentali rende infatti indispensabile una cultura della protezione dei dati che sia condivisa e diffusa. In questo senso, il documento del Garante intende promuovere un uso responsabile degli strumenti digitali, sensibilizzando tutti gli attori coinvolti — dirigenti, insegnanti, studenti e famiglie — sull’importanza di scelte quotidiane consapevoli.
In un momento in cui le tecnologie digitali sono diventate parte integrante dell’esperienza scolastica, riconoscere i rischi e le opportunità legate al trattamento dei dati personali è un passo decisivo per costruire ambienti educativi sicuri e rispettosi. Il nuovo vademecum rappresenta dunque una risorsa preziosa: una bussola pensata per accompagnare la scuola verso un futuro in cui innovazione e tutela dei diritti possano procedere insieme con equilibrio.
“La scuola a prova di privacy 2025”: il vademecum del Garante
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