L’imam di Torino Mohamed Shahin libero, stop alla detenzione nel Cpr di Caltanissetta: schiaffo dei giudici a Piantedosi

Dicembre 15, 2025 - 15:30
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L’imam di Torino Mohamed Shahin libero, stop alla detenzione nel Cpr di Caltanissetta: schiaffo dei giudici a Piantedosi

Mohamed Shahin potrà tornare libero. L’imam che da oltre un decennio guida la moschea torinese di via Saluzzo, recluso dal 24 novembre nel Centro di permanenza per il rimpatrio di Caltanissetta perché destinatario di un provvedimento di espulsione firmato dal ministro degli Interni Matteo Piantedosi, uscirà dalla struttura siciliana.

La Corte di Appello di Torino si è pronunciata lunedì per la cessazione del trattenimento dell’imam accogliendo uno dei ricorsi presentati dagli avvocati di Mohamed, i quali hanno sostenuto che anche alla luce di nuova documentazione, non sussistono elementi che possono far parlare di sicurezza per lo Stato o per l’ordine pubblico.

Shahin era finto nel mirino del ministro dopo alcune frasi sul 7 ottobre 2023 pronunciante nel corso di un presidio in piazza Castello per la Palestina, in cui definiva gli attacchi di Hamas un atto di resistenza e “non una violenza” dopo anni di occupazione israeliana a Gaza e in Cisgiordania. Nel decreto di espulsione firmato da Piantedosi per “motivi di sicurezza dello Stato e di prevenzione del terrorismo”, l’imam veniva descritto come “portatore di un’ideologia fondamentalista e di chiara matrice antisemita”, oltre a sottolinearne il “ruolo di rilievo in ambienti dell’islam radicale” e rapporti con indagati per terrorismo, da lui sempre negati.

I suoi avvocati, oltre a smentire tali accuse, sottolineavano nel chiedere la liberazione e lo stop alle procedure di rimpatrio che, se rimandato in Egitto, avrebbe rischiato la vita in quanto oppositore del regime di al Sisi.

I giudici della Corte di Appello di Torino, dopo avere esaminato i “nuovi elementi emersi”, hanno escluso “la sussistenza di una concreta e attuale pericolosità”. Inoltre hanno sottolineato che Shahin è da 20 anni in Italia, dove sono nati e cresciuti i suoi due figli di 9 e 12 anni, ed è “completamente incensurato”. Fra i “nuovi elementi” che erano stati presentati dagli avvocati dell’imam figuravano l’archiviazione immediata, da parte della procura di Torino, di una denuncia per le frasi che Shahin aveva pronunciato lo scorso ottobre durante una manifestazione pro-Pal.

In queste settimane di reclusione nel Cpr nisseno erano state decine le manifestazioni di solidarietà e gli appelli per una liberazione di Shahin, legando comunità musulmana e cattolica all’insegna di quel dialogo di cui Mohamed era sempre stato portavoce. Aveva aderito alle mobilitazioni anche il vescovo di Pinerolo, Derio Olivero, che aveva registrato un video in cui ricordava l’imam come un “uomo di dialogo”.

La posizione di Shahin, seppur libero di tornare a casa, resta estremamente complicata: alla guida religiosa è stato revocato il permesso di soggiorno, decisione su cui pende un ricorso al Tar di Torino, mentre la sua richiesta di asilo è attualmente pendente al tribunale di Caltanissetta.

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia