Davanti al Colosseo, riapre un’antica villa che narra secoli di storia
Affacciata su uno dei panorami più famosi al mondo, tra il Colosseo e i Fori Imperiali, Villa Silvestri Rivaldi torna alla vita dopo decenni di chiusura. Un luogo rimasto a lungo invisibile, nonostante la posizione centrale, che oggi si prepara a raccontare ancora la propria storia grazie a un articolato progetto di restauro e valorizzazione promosso in maniera congiunta dal Ministero della Cultura e dalla Regione Lazio.
La riapertura parziale della villa segna l’inizio di un percorso di restituzione alla capitale di un complesso architettonico che ha attraversato secoli di trasformazioni, stratificazioni e riusi. Un intervento che non riguarda soltanto la conservazione materiale dell’edificio, ma che ambisce a trasformarlo in un nuovo polo culturale capace di dialogare con il contesto archeologico più celebre d’Europa.
Tra tutela e visione futura
Il progetto prende forma a partire da un accordo di valorizzazione siglato nel 2021, che ha definito ruoli e investimenti delle istituzioni coinvolte. Il Ministero della Cultura ha assunto l’impegno di curare il restauro conservativo e il recupero funzionale dell’intero complesso, mettendo a disposizione oltre 35 milioni di euro provenienti dal Piano Strategico dei Grandi Progetti per i Beni Culturali. In parallelo, la Regione Lazio ha completato l’acquisizione della villa, avvenuta un anno fa grazie a un investimento di 25 milioni di euro finanziato dal Fondo Sviluppo e Coesione 2021-2027.
Durante il sopralluogo che ha segnato l’avvio ufficiale della nuova fase del progetto, alla presenza dei vertici istituzionali e dei responsabili della tutela e della valorizzazione del patrimonio, è stata illustrata una visione che guarda al lungo periodo. L’obiettivo dichiarato è restituire progressivamente la villa alla fruizione pubblica, garantendo al tempo stesso il massimo rispetto per la sua identità storica e artistica.
L’esperienza condivisa del cantiere
In attesa dell’avvio dei lavori strutturali, previsto a partire dal 2026, la villa apre già oggi alcune sue parti in forma controllata. L’accesso è consentito soltanto su prenotazione e per piccoli gruppi, una scelta dettata sia da esigenze di sicurezza sia dalla volontà di trasformare il cantiere in un luogo di conoscenza e partecipazione.
Dal novembre 2024 è attivo un progetto specifico di “restauro aperto e conservazione partecipata”, finanziato dal Ministero della Cultura e affidato all’Istituto Centrale per il Restauro. Le attività in corso permettono di seguire da vicino il lavoro dei restauratori e degli allievi della Scuola di Alta Formazione, impegnati nel recupero delle superfici decorate e nella messa in sicurezza dei percorsi interni: un’esperienza che consente di osservare in tempo reale il ritorno alla luce di affreschi e apparati decorativi rimasti nascosti per secoli.
Una storia variegata
La storia di Villa Silvestri Rivaldi affonda le radici nel Cinquecento, quando venne concepita come residenza di rappresentanza in un punto strategico della città, quasi a fare da soglia monumentale tra l’area del Colosseo e il Foro. Le sale affrescate erano pensate per celebrare la grandezza di Roma e il ruolo della Chiesa, con riferimenti espliciti alla figura di Paolo III Farnese.
Nel corso dei secoli la villa ha cambiato volto più volte, passando di mano tra famiglie di primo piano come i Medici e i Colonna, fino a diventare convento nel Seicento e poi una delle più importanti manifatture tessili della Roma barocca. Proprio in questa fase molti degli affreschi furono coperti da ridipinture funzionali, scomparendo alla vista e alla memoria collettiva.
Nel Novecento l’edificio fu adattato a funzioni assistenziali e scolastiche e arrivò a rischiare la demolizione, vittima di una visione urbanistica che privilegiava la modernizzazione a scapito della memoria storica.
Il percorso tra Rinascimento e Roma imperiale
Il percorso di visita accompagna alla scoperta di una sequenza di ambienti che restituiscono la complessità del sito. Dal portale bugnato si accede all’androne e agli spazi di servizio, per poi salire verso il piano nobile seguendo uno scalone monumentale in peperino che conduce alle sale di rappresentanza e alla torre medicea.
Uno degli aspetti più affascinanti è la presenza di strutture di epoca imperiale inglobate nelle fondazioni della villa: ambienti voltati e murature romane sostengono le ali del palazzo, e testimoniano una continuità di vita e trasformazione che ripercorre duemila anni di storia.
La Sala delle Divinità conserva decorazioni cinquecentesche che intrecciano mito e allegoria, mentre la Sala degli Imperatori e delle Virtù propone una lettura celebrativa della storia di Roma mediante figure simboliche. Di particolare suggestione è anche la Sala di Amore e Psiche, ispirata al racconto di Apuleio, dove il tema del sentimento incontra un raffinato linguaggio figurativo.
Nell’Ala Medicea trovano spazio una cappella privata e uno studiolo finemente decorato, mentre il Ninfeo degli Uccelli, un tempo animato da giochi d’acqua e sculture, conserva tuttora elementi ornamentali che restituiscono l’atmosfera originaria del giardino rinascimentale.
I giardini, disegnati nel Cinquecento da Giacomo Del Duca, ricostruiscono il legame tra la villa, la Basilica di Massenzio e il Colosseo, e restituiscono una porzione del paesaggio storico che collegava il Palatino agli Orti Farnesiani.
Anche se oggi conservati solo in parte, permettono di rileggere la topografia dell’area centrale di Roma e di comprendere come architettura, natura e archeologia fossero un tempo parte di un unico sistema visivo e simbolico. Dal 15 dicembre 2025 al 6 gennaio 2026 il parco della villa sarà accessibile gratuitamente, per una passeggiata affacciata sui Fori Imperiali arricchita da un allestimento natalizio pensato per valorizzare il contesto paesaggistico.
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