Columbia Road Flower Market: Storia e Magia di Londra
La domenica mattina, a Londra, ha un ritmo diverso. Le strade si svegliano lentamente, i bar aprono con calma, e alcuni quartieri sembrano ancora immersi nel silenzio. Poi c’è Columbia Road, che segue una logica tutta sua. Qui l’alba porta con sé un movimento febbrile: furgoni che si allineano, venditori che scaricano secchi colmi d’acqua, cassette di fiori che sbocciano tra le mani, richiami che risuonano tra le case vittoriane. Il Columbia Road Flower Market non è soltanto un mercato: è un rituale collettivo, un frammento di identità dell’East End e una delle esperienze più intense e caratteristiche che si possano vivere a Londra. Unisce la spontaneità di un mercato popolare alle sfumature di una galleria d’arte a cielo aperto, in un continuo equilibrio tra caos e poesia. Questa guida racconta la storia, l’evoluzione e l’anima di Columbia Road, esplorando non solo il mercato dei fiori ma anche le sue connessioni culturali, sociali e storiche, per aiutare chi vive o visita la capitale a comprendere perché questo luogo rappresenti una parte essenziale del tessuto londinese.
Le radici storiche del Columbia Road Flower Market
Per capire davvero cosa rende unico il Columbia Road Flower Market bisogna immergersi nella sua storia, che affonda le radici nell’epoca vittoriana. La nascita ufficiale del mercato risale al 1869, un periodo in cui Londra era una città in tumultuoso sviluppo e Bethnal Green rappresentava uno dei quartieri più popolari del suo East End. Originariamente non si trattava di un mercato di fiori: Columbia Road ospitava un mercato generale, frequentato soprattutto da venditori ambulanti, artigiani, famiglie della working class e mercanti provenienti da diverse comunità, tra cui quella ebraica e quella italiana. Era un luogo vivo, in cui la densità di persone e merci testimoniava la complessità culturale del quartiere.
Alla fine dell’Ottocento e nei primi decenni del Novecento, il mercato iniziò gradualmente a specializzarsi nella vendita di fiori e piante, cavalcando una tendenza che si stava diffondendo nel resto della città. La vicinanza con i grandi mercati generali, come Covent Garden, favorì lo sviluppo di una rete di fornitori capaci di trasformare Columbia Road in una destinazione riconosciuta per la vendita al dettaglio di piante fresche. Con il passare degli anni, le caratteristiche grida dei venditori – quelle frasi ripetute con accento cockney che oggi sono parte integrante dell’esperienza – iniziarono a definire il paesaggio sonoro del mercato. Ed è proprio l’aspetto umano, più ancora dei fiori, a rappresentare il cuore di questa tradizione: generazioni di famiglie hanno tramandato l’attività di padre in figlio, preservando una parte di storia londinese che rischiava di scomparire.

Durante il XX secolo il mercato attraversò periodi difficili. La crisi dell’East End, i bombardamenti della Seconda guerra mondiale, il declino industriale e diversi piani di demolizione minacciarono l’esistenza stessa di Columbia Road. Negli anni ’60 e ’70 il Consiglio di Tower Hamlets valutò seriamente di radere al suolo le case vittoriane della zona per sostituirle con nuove costruzioni moderniste. Fu solo grazie alla mobilitazione dei residenti, supportati da movimenti di tutela del patrimonio urbano e da organizzazioni come il Tower Hamlets Council, che i progetti di demolizione vennero fermati, permettendo al quartiere di mantenere quella sua estetica così particolare fatta di facciate in mattoni chiari, vetrine d’artigianato e un equilibrio urbano sopravvissuto all’omologazione.
Negli anni successivi, con la progressiva rigenerazione dell’East End e la vicinanza alle aree di Shoreditch e Hoxton, Columbia Road attrasse artisti, designer, fotografi e creativi che videro nelle sue architetture vittoriane e nella sua vivacità popolare un terreno fertile per iniziative culturali e commerciali indipendenti. Nacquero così numerose gallerie d’arte, laboratori di ceramica, concept store e botteghe specializzate. La strada cominciò a ospitare un ecosistema di negozi che ancora oggi rappresenta una delle sue caratteristiche più affascinanti. Per molte attività indipendenti, l’apertura domenicale coincide ancora con il flusso del mercato, creando un’interazione unica tra commercio tradizionale e creatività contemporanea.
Oggi Columbia Road è considerato non solo un luogo storico, ma un simbolo di resistenza culturale. A differenza di altri mercati londinesi che nel tempo hanno perso la loro identità originaria, spesso assorbiti da dinamiche più commerciali, il Columbia Road Flower Market è riuscito a mantenere una dimensione autentica. Le grida dei venditori, i mazzi di fiori trasportati su spalle e braccia, i furgoni che arrivano all’alba, la folla che si accalca tra bancarelle e vetrine: tutto contribuisce a creare un’atmosfera vibrante che richiama migliaia di visitatori ogni settimana, confermando il ruolo del mercato come uno dei pilastri culturali e sociali dell’East End. La ricchezza di questo microcosmo urbano è testimoniata anche dalle tante iniziative locali, dai negozi indipendenti che circondano la strada alla directory ufficiale presente sul sito del Columbia Road Flower Market, una risorsa preziosa per esplorare le realtà creative che rendono questo luogo così particolare.
L’atmosfera unica della domenica mattina a Columbia Road
Visitare il Columbia Road Flower Market significa immergersi in un microcosmo che vive solamente una volta alla settimana, nelle poche ore della domenica mattina. L’arrivo dei venditori inizia all’alba, quando la luce tiene ancora un profilo timido dietro le case vittoriane del quartiere. I primi furgoni raggiungono la strada intorno alle sei, e in un silenzio quasi sacrale iniziano le operazioni di scarico. I secchi vengono riempiti d’acqua, le cassette di fiori vengono portate a spalla con gesti rapidi e precisi, frutto dell’abitudine e dell’esperienza, e le bancarelle si compongono gradualmente, come in un rituale coreografato da generazioni.
Poco dopo, l’atmosfera muta rapidamente. Le voci dei venditori, spesso provenienti da famiglie che lavorano in questo mercato da decenni, iniziano a riempire l’aria con ritmi cadenzati e cadenze caratteristiche dell’accento cockney. La loro presenza è una parte essenziale dell’identità del mercato, tanto quanto i fiori stessi. Molti londinesi sostengono che senza quelle “grida da mercato” il luogo perderebbe la sua anima. Sono frasi che raccontano un’epoca, un modo di vivere e di vendere che difficilmente si trova altrove. Il mercato non è solo un’esperienza visiva: è anche un’esperienza sonora e culturale che incapsula l’anima dell’East End.
Dopo le prime due ore, la strada si riempie di un pubblico sempre più vario. Londinesi di lunga data, giovani internazionali, famiglie con bambini, turisti armati di fotocamera e studenti d’arte provenienti dalle università vicine affollano ogni centimetro disponibile. L’intera area assume un ritmo che ricorda da vicino i mercati mediterranei, benché immerso in un contesto architettonico tipicamente vittoriano. Il miscuglio di profumi – dalle rose al gelsomino, dai tulipani olandesi alle piante aromatiche – si sovrappone alle fragranze dei panifici e delle piccole caffetterie che aprono al pubblico solo la domenica.
Per i visitatori, una delle esperienze più affascinanti consiste nell’osservare la varietà di piante esposte. Il mercato offre una selezione estremamente ampia: dalle piante d’appartamento come monstera, pilea e ficus alle piante stagionali come bulbi primaverili, abeti natalizi e fiori recisi provenienti dai coltivatori britannici o olandesi. Molti venditori collaborano con fornitori locali o con realtà internazionali di prestigio, come la rete di coltivatori sostenuti dalla Royal Horticultural Society, il principale ente britannico dedicato alla promozione del giardinaggio e della floricoltura. Questo connubio tra tradizione locale e coltivazioni di qualità rende il mercato un punto di riferimento anche per appassionati e professionisti del settore.
Un elemento distintivo del mercato è la capacità di creare uno spazio fluido tra il commercio di strada e il tessuto creativo del quartiere. Tra una bancarella e l’altra si aprono botteghe indipendenti che vendono arte, decorazioni per la casa, ceramiche artigianali, gioielli fatti a mano e articoli vintage. Molti di questi negozi sono aperti appositamente in coordinamento con il mercato domenicale, mantenendo chiusura negli altri giorni della settimana. Questa particolarità conferisce alla strada un carattere quasi teatrale: è come se ogni domenica Columbia Road “riaprisse” per recitare lo stesso spettacolo, con nuovi dettagli e nuovi protagonisti.
La directory ufficiale del mercato, ospitata sul sito del Columbia Road Flower Market, mette in evidenza la presenza di gallerie d’arte, negozi di interior design e atelier che riflettono l’impronta creativa della zona. In particolare, alcuni artisti locali hanno stabilito qui i propri studi, contribuendo a creare una vera e propria comunità artistica che si intreccia con la tradizione popolare del mercato. Questo connubio è uno dei motivi principali per cui Columbia Road riesce a essere allo stesso tempo autentico e contemporaneo.
Un altro aspetto essenziale da considerare è il rapporto tra il mercato e la riqualificazione urbana dell’East End. Nel corso degli ultimi vent’anni, l’area circostante ha visto una trasformazione significativa. Shoreditch è diventata un hub per la tecnologia e le industrie creative, mentre Hoxton ha consolidato la sua reputazione come quartiere di gallerie e studi di design. Columbia Road ha resistito a questa ondata di cambiamento, integrandola senza però snaturare la propria identità. Il mercato continua a essere frequentato da residenti storici e nuovi arrivati, diventando un esempio virtuoso di convivenza tra tradizione e innovazione.
Naturalmente, la crescente popolarità del mercato ha portato con sé alcune sfide. Il sovraffollamento è una delle principali criticità: nelle ore centrali della mattina, in particolare tra le 10 e le 13, la strada può diventare difficile da attraversare a causa della densità di visitatori. Il Consiglio di Tower Hamlets, attraverso iniziative dedicate e progetti di gestione urbana, ha implementato negli ultimi anni alcune misure per migliorare la viabilità pedonale, come riportato nelle linee guida pubblicate dal Tower Hamlets Council. Nonostante ciò, la natura stretta e storica della strada rende inevitabile una certa congestione, soprattutto nei periodi più vicini al Natale.
Columbia Road resta comunque un luogo che affascina e accoglie. È uno spazio in cui si intrecciano energie diverse: quelle dei venditori storici che conoscono ogni cliente abituale, quelle degli artisti che espongono nelle gallerie accanto alle bancarelle, quelle delle famiglie londinesi che acquistano piante per i propri giardini e quelle dei visitatori che arrivano da tutto il mondo per vivere un frammento dell’East End autentico. Il mercato è un ecosistema complesso, in cui ogni elemento – dai fiori alle voci, dalle case ai negozi – contribuisce a un’esperienza che non somiglia a nessun’altra.
Fiori, piante e venditori storici: il cuore pulsante del mercato
Uno degli aspetti più affascinanti del Columbia Road Flower Market è la straordinaria varietà di fiori e piante che si possono trovare tra le bancarelle. È impossibile percorrere la strada senza rimanere colpiti dal mosaico di colori che la anima: mazzi di rose, tulipani olandesi, peonie stagionali, girasoli, narcisi, ortensie e composizioni più esotiche che arrivano dai coltivatori internazionali. Ogni venditore cura personalmente la propria selezione, e non è raro che i clienti abituali conoscano esattamente il banco a cui rivolgersi per acquistare un tipo specifico di fiore o una pianta rara.
Ciò che rende davvero unico il mercato, però, non è soltanto la quantità e la qualità dei prodotti, ma la storia delle persone che li portano sulle bancarelle. Molti venditori discendono da famiglie che lavorano qui da tre o quattro generazioni, e questo legame intergenerazionale conferisce al mercato una dimensione di continuità che la città moderna raramente riesce a preservare. Le voci dei venditori rappresentano una forma di patrimonio immateriale: la cadenza cockney delle loro frasi pubblicitarie, ripetute instancabilmente mentre sollevano mazzi e cassette, è parte integrante dell’esperienza sensoriale della domenica mattina.
Proprio questa connessione umana è ciò che affascina molti frequentatori del mercato. I visitatori possono assistere a scene quotidiane che rivelano una profonda familiarità tra venditori e clienti abituali: consigli su come prendersi cura delle piante, aggiornamenti sulla stagione dei bulbi, chiacchiere leggere che rafforzano un senso di comunità. La differenza tra acquistare un mazzo di fiori al supermercato e comprarlo qui risiede esattamente in questo rapporto diretto e personale. Il mercato non si limita a vendere prodotti: trasmette conoscenze, tradizioni e storie familiari.
Un altro aspetto notevole è la relazione con la filiera floricola britannica e internazionale. Molti venditori collaborano con coltivatori inglesi, specialmente con realtà che fanno parte della rete della Royal Horticultural Society, che promuove metodi di coltivazione sostenibili e la diffusione di specie autoctone. Altri mantengono stretti legami con i mercati dei fiori olandesi, che rappresentano uno dei poli principali per l’importazione di fiori freschi in tutta Europa. Grazie a questi collegamenti, Columbia Road offre una gamma di prodotti estremamente ampia, spesso più conveniente rispetto ai garden centre più rinomati.
I prezzi variano notevolmente, ma nel complesso il mercato è considerato altamente competitivo. Molti londinesi sostengono che i migliori affari della città si trovino qui, soprattutto nelle ultime ore della giornata, quando i venditori vogliono evitare di caricare nuovamente i furgoni con le piante invendute. È proprio durante l’ultimo segmento del mercato, tra le 14 e le 15, che si sente un’altra delle frasi iconiche dei venditori: “Everything must go!”, accompagnata da offerte e sconti improvvisati. Questo spirito da “closing time deal” è parte essenziale dell’esperienza e uno dei motivi per cui tanti residenti scelgono di visitare il mercato nelle sue ore finali.
Accanto alla varietà dei prodotti e alla dinamica dei prezzi, il mercato offre una vera e propria lezione di botanica urbana. Passeggiando lungo la strada si scoprono piante autoctone, specie tropicali, succulente, piante aromatiche e composizioni floreali che riflettono influenze culturali provenienti da ogni angolo del mondo. Per molti appassionati di giardinaggio, il mercato è un’occasione per conoscere nuove varietà, informarsi sulle loro esigenze di cura e confrontarsi con venditori che spesso possiedono un bagaglio di conoscenze pratiche accumulato in anni di lavoro.
Il rapporto tra Columbia Road e la creatività londinese si riflette anche nelle composizioni di alcuni venditori contemporanei, che propongono bouquet ispirati al design moderno, con combinazioni di colori e forme che hanno conquistato anche fotografi e interior designer. Questo tratto più “artistico” del mercato è uno dei motivi per cui Columbia Road è spesso citato nelle guide ufficiali pubblicate da Visit London, il portale turistico della capitale, che lo descrive come una delle esperienze più autentiche e imperdibili per chi vuole scoprire l’anima dell’East End.
Infine, tra i venditori storici spiccano nomi come G. Page Flowers, Minter & Sons e Stems London, famiglie che hanno contribuito a consolidare il mercato come una delle istituzioni popolari più longeve della città. Ognuno di loro possiede una specializzazione unica: chi nelle rose, chi nelle piante da interno, chi nei bulbi stagionali. Questa divisione naturale del mercato in “micromondi” rende l’esperienza ancora più interessante, perché ogni banco racconta una storia differente e permette di scoprire nuove sfumature della floricoltura urbana.
Columbia Road, dunque, non è solo un mercato dove acquistare fiori: è un archivio vivente di tradizioni, una scuola informale per gli appassionati di botanica e un ponte tra generazioni di venditori che continuano a mantenere viva una delle tradizioni più suggestive dell’East End londinese.
I negozi indipendenti, la comunità creativa e l’identità estetica di Columbia Road
Se il mercato dei fiori rappresenta il cuore pulsante di Columbia Road, i negozi indipendenti che costeggiano la strada sono l’anima che gli conferisce continuità, profondità e un’estetica riconoscibile. Uno dei motivi per cui questa via è considerata così speciale è proprio la sua capacità di unire l’autenticità popolare del mercato con un ecosistema creativo unico nel suo genere. Passeggiare tra una bancarella e l’altra significa osservare non solo fiori e piante, ma anche un susseguirsi di vetrine curate con attenzione, ciascuna con un carattere distintivo che richiama la personalità del proprietario o dell’artista che le gestisce.
Molti di questi negozi esistono da decenni e hanno attraversato le fasi più complesse della trasformazione urbana dell’East End. Negli anni ’90, quando Shoreditch iniziava a emergere come quartiere di riferimento per artisti e designer, Columbia Road divenne rapidamente un punto d’incontro per una nuova generazione di creativi che cercava spazi accessibili e una comunità in cui esprimersi. Questa ondata di artisti indipendenti portò alla nascita di gallerie specializzate in arte contemporanea, ceramica, illustrazione, incisione e fotografia. Alcune di queste realtà sono oggi considerate istituzioni a livello locale, come le botteghe artigianali e le gallerie che espongono opere realizzate da artisti emergenti e affermati.
La presenza di questi negozi contribuisce alla percezione di Columbia Road come di un ambiente “curato senza essere artificiale”: ogni dettaglio, dalle insegne in legno alle tinte pastello delle facciate, racconta una storia diversa. Non si tratta di locali appartenenti a catene commerciali, ma di piccoli esercizi familiari o artistici, ognuno con la propria storia, la propria clientela e la propria sensibilità estetica. Questo tipo di attività definisce l’identità del quartiere, preservandone l’autenticità in un momento in cui molte aree di Londra hanno ceduto il passo alla standardizzazione commerciale.
Uno degli esempi più rappresentativi è la presenza di studi d’arte e laboratori che lavorano pezzi unici. Alcuni artisti aprono i propri studi al pubblico solo la domenica, traendo vantaggio dall’afflusso garantito dal mercato. I visitatori, oltre ad acquistare fiori, possono scoprire artigiani che realizzano oggetti in ceramica, stampe, illustrazioni, gioielli fatti a mano o complementi d’arredo ispirati alle tendenze contemporanee del design londinese. Per molti italiani che vivono a Londra, questa combinazione di arte e vita quotidiana ricorda i mercati artigianali dei centri storici italiani, rendendo l’atmosfera ancora più familiare.
Columbia Road non è però solo arte e artigianato: è anche un hub gastronomico. Panifici indipendenti, piccole caffetterie, pasticcerie, negozi di alimentari specializzati e micro-ristoranti completano il quadro vibrante della strada. La presenza di panifici indipendenti, ad esempio, contribuisce a diffondere un aroma irresistibile che si mescola al profumo dei fiori, creando un’esperienza olfattiva unica. Per molti visitatori è una tappa rituale acquistare un caffè caldo, un dolce artigianale o una focaccia appena sfornata prima di addentrarsi nel flusso della folla.
Questa varietà di attività contribuisce a definire Columbia Road come una strada che non vive soltanto della sua popolarità stagionale, ma che possiede una struttura permanente capace di mantenere viva l’identità del quartiere durante tutto l’anno. Il rapporto tra il mercato e i negozi indipendenti è così forte che molte attività hanno scelto di aprire solo la domenica, adattandosi al ritmo del mercato stesso. In questo modo, l’intera strada diventa un ecosistema sincronizzato che si anima e si spegne insieme al mercato.
Naturalmente, questo equilibrio delicato è stato messo alla prova negli ultimi vent’anni dalla crescente gentrificazione dell’area. L’East End, un tempo considerato una zona popolare e operaia, ha visto un incremento significativo dei prezzi delle case e degli affitti commerciali. Questo fenomeno ha portato alcuni negozi storici a chiudere o a trasferirsi, e ha alimentato un dibattito acceso sul ruolo del mercato nella trasformazione del quartiere. Da un lato, la popolarità del Columbia Road Flower Market ha attirato investimenti, turismo e attenzione internazionale; dall’altro, ha contribuito all’aumento dei costi che mettono a rischio la sopravvivenza delle piccole attività indipendenti.
Le istituzioni locali, inclusi i programmi culturali promossi dal Visit London, hanno cercato negli ultimi anni di sostenere il mercato come elemento identitario del quartiere, promuovendone la storia e facilitando iniziative che potessero accrescerne la visibilità senza snaturarlo. Tuttavia, la tensione tra autenticità e trasformazione è ancora ben presente e rappresenta uno dei nodi centrali del futuro di Columbia Road. Molti residenti temono che, se non adeguatamente tutelato, il mercato possa perdere quella sua caratteristica spontaneità che l’ha reso famoso.
In questo contesto, la comunità creativa svolge un ruolo fondamentale nel mantenere viva l’atmosfera originaria del quartiere. Gli artisti, con le loro botteghe, le reti informali di collaborazione e le iniziative culturali, contribuiscono a radicare Columbia Road in una dimensione di creatività quotidiana che va oltre il solo mercato dei fiori. Questo equilibrio tra tradizione e innovazione, tra cultura popolare e creatività, è ciò che rende la strada uno dei luoghi più affascinanti dell’East End.
Nel complesso, Columbia Road rappresenta un esempio virtuoso di come un mercato possa essere molto più di uno spazio commerciale: può diventare un luogo simbolico, un nodo culturale, uno specchio delle trasformazioni urbane e un punto di incontro per comunità diverse. La sua vitalità è il risultato di un intreccio di storie individuali e collettive, di pratiche antiche e sensibilità contemporanee, di tradizioni preservate e nuovi impulsi creativi.
Domande frequenti sul Columbia Road Flower Market
Il Columbia Road Flower Market è uno dei luoghi più scenografici e caratteristici di Londra, ma è anche un mercato complesso, con dinamiche e abitudini proprie che chi lo visita per la prima volta potrebbe non conoscere. Questa sezione raccoglie alcune delle domande più frequenti, pensate per rispondere in modo pratico alle curiosità dei visitatori e per offrire una guida affidabile, soprattutto a chi vive a Londra o vi si reca spesso la domenica mattina.
Una delle prime domande riguarda l’orario migliore per visitare il mercato. Anche se l’orario ufficiale è solitamente compreso tra le 8:00 e le 15:00, l’esperienza cambia radicalmente a seconda del momento della giornata. Chi desidera evitare la folla dovrebbe arrivare prima delle 9:30, quando i venditori hanno già allestito le bancarelle ma il pubblico è ancora contenuto. Questo è il momento ideale anche per scattare fotografie, perché la luce naturale del mattino valorizza i colori dei fiori e la strada non è ancora congestionata. La fascia centrale della mattina, tra le 10:00 e le 12:00, è invece la più affollata: la strada diventa un fiume di persone, difficile da attraversare e spesso impossibile da fotografare con calma. Le ultime ore, dalle 14:00 alle 15:00, sono perfette per chi vuole ottenere prezzi più bassi e approfittare delle offerte, perché è il momento in cui i venditori preferiscono svuotare le scorte rimaste.
Un’altra domanda frequente riguarda i prezzi. Nonostante la crescente popolarità del mercato, Columbia Road resta sorprendentemente competitivo. Molti visitatori ritengono che i prezzi dei fiori e delle piante siano più bassi rispetto ai garden centre più conosciuti, soprattutto per quanto riguarda bouquet misti, piante da interno e piante stagionali. I venditori offrono spesso sconti spontanei, soprattutto quando si acquistano più mazzi insieme. Il carattere genuino del mercato sta anche in questa forma di contrattazione informale, che permette di trovare ottime offerte nelle ultime ore della giornata. I prezzi restano nel complesso accessibili, e una visita domenicale può trasformarsi in un’occasione ideale per abbellire la propria casa senza grandi spese.
Molti visitatori si chiedono anche come raggiungere il mercato senza incappare nel traffico o nelle chiusure stradali. La strada di Columbia Road è stretta, e spesso chiusa alle auto durante il mercato. Le stazioni più vicine, come Hoxton o Shoreditch High Street, sono raggiungibili in pochi minuti a piedi e rappresentano l’opzione più comoda. Anche la zona di Bethnal Green, servita dalla Central Line, permette di raggiungere il mercato con una breve passeggiata. In alternativa, diversi autobus fermano nei pressi della strada, rendendo il mercato facilmente accessibile anche per chi arriva da zone più lontane della città. Il sito ufficiale del Columbia Road Flower Market fornisce una mappa dettagliata e costantemente aggiornata con tutte le indicazioni utili.
Una delle domande più ricorrenti riguarda il motivo per cui il mercato si svolge solo la domenica. La risposta è storica: negli anni in cui le comunità ebraiche dominavano il commercio della zona, il sabato – giorno sacro – non era possibile lavorare. La domenica divenne così il giorno unico e privilegiato per il mercato, e questa tradizione è rimasta intatta fino a oggi. È un dettaglio che racconta il profondo legame del mercato con la storia sociale dell’East End e con la multiculturalità che lo caratterizza.
I visitatori più attenti si interrogano anche sulla provenienza dei fiori. La filiera è mista: una parte arriva dai coltivatori britannici, spesso legati alla rete della Royal Horticultural Society, mentre un’altra proviene dal mercato olandese. Alcuni venditori riforniscono le proprie bancarelle addirittura partendo da Covent Garden nelle prime ore del mattino, per poi raggiungere Columbia Road intorno alle sei. Questa dimensione “notturna” del mercato è uno degli aspetti meno visibili ma più affascinanti della sua organizzazione quotidiana.
Infine, molti si chiedono se il mercato sia adatto ai bambini o agli animali domestici. La risposta è sì, ma con alcune attenzioni. Le ore di punta possono essere molto affollate e difficili da gestire, soprattutto con passeggini o animali al guinzaglio. La strada è stretta e il flusso umano può diventare intenso, perciò è consigliabile evitare le fasce orarie centrali. Chi visita il mercato con bambini piccoli troverà più comodo arrivare molto presto o verso la chiusura. Nonostante la densità della folla, la comunità locale è generalmente accogliente e abituata ad accogliere famiglie, visitatori internazionali e residenti di ogni tipo, rendendo il mercato un luogo inclusivo e vivace.
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