Rinegoziazione mutui enti locali, nuovo ok da Cassa depositi e prestiti
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L’ammontare complessivo dei prestiti rinegoziabili è di circa 21,7 miliardi di euro: arriva il nuovo via libera alla da Cassa Depositi e Prestiti per una nuova finestra dedicata agli enti locali.
Il Cda di Cassa depositi e prestiti ha approvato una nuova operazione di rinegoziazione dei mutui per gli enti locali. L’iniziativa segue il confronto avviato da diversi mesi tra ANCI e Cdp volto ad individuare soluzioni utili ad assicurare un sostegno, in termini di alleggerimento dell’onere da debito, in un quadro finanziario che per i Comuni e le Città metropolitane permane finanziariamente fragile.
La rinegoziazione di mutui per gli enti locali è un accordo con l’istituto di credito che permette di modificare le condizioni del mutuo in essere (ad esempio, tasso o durata) senza cambiare banca. L’obiettivo è solitamente quello di ottenere condizioni più favorevoli per l’ente, come la riduzione della quota capitale delle rate semestrali per alleggerire la pressione sui bilanci.
L’iniziativa straordinaria consentirà agli enti di liberare risorse per fronteggiare le emergenze legate all’attuale scenario macro-economico e geopolitico, con particolare riferimento al sensibile incremento dei costi energetici e delle materie prime e in tal modo sostenere servizi e investimenti a vantaggio del territorio.
Il tasso d’interesse post rinegoziazione sarà fisso anche per i prestiti attualmente calcolati a tasso variabile.
Nuova rinegoziazione mutui enti locali Cassa depositi e prestiti: i dettagli
L’ammontare complessivo dei prestiti rinegoziabili è di circa 21,7 miliardi di euro. La rinegoziazione, che sarà avviata nel primo semestre 2026, reitera l’esperienza maturata negli ultimi anni e prevede, per il 2026 e 2027, l’abbattimento delle rate semestrali richieste con riferimento alla quota capitale dei mutui. La quota interessi sarà invece calcolata sulla base del tasso di interesse fisso post rinegoziazione. E’ prevedibile che l’operazione in questione non preveda ulteriori allungamenti del periodo di ammortamento.
Sarà consentita l’adesione anche agli enti che hanno rinegoziato nel 2023 e a quelli in dissesto che hanno visto approvata l’ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato.
Per consentire all’iniziativa di poter esplicare tutta la propria efficacia appare assolutamente necessario che il Governo approvi, auspicabilmente già con la legge di bilancio, la proposta di emendamento ANCI contenente le agevolazioni procedurali per l’accesso alle rinegoziazioni – tipicamente la possibilità di aderire anche in esercizio provvisorio e tramite delibera di Giunta – e l’estensione al 2028 della facoltà di libero utilizzo dei risparmi da rinegoziazione.
L’operatività di quanto descritto partirà da marzo 2026. Maggiori dettagli verranno forniti come di consueto dall’apposita circolare Cdp, di prossima pubblicazione.
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