UE, dal caldo estremo perdite di produttività per “almeno” 17 miliardi di euro l’anno entro il 2030
Bruxelles – I cambiamenti climatici costano all’Europa decine di miliardi di euro. L’ammontare esatto rischia di essere molto salato, ma giusto per avere un’idea “le perdite di produttività legate al caldo potrebbero ammontare, da sole, ad almeno 17 miliardi di euro all’anno entro il 2030“. Lo rileva uno studio del centro e ricerche del Parlamento europeo, commissionato dalla commissione Lavoro e affari sociali, per provare a capire la portata di un fenomeno già in atto e tentare di porre rimedi in nome di crescita e prosperità economica.
Dati definitivi ancora non ve ne sono, si inizia a raccoglierli e quello che inizia a emergere non è incoraggiante: “Le perdite dovute alla riduzione della produttività del lavoro durante le ondate di calore hanno già raggiunto i 50-80 miliardi di euro (0,3-0,5 per cento del PIL dell’UE)”, denuncia lo studio del Parlamento europeo. Questa pubblicazione si aggiunge all’allarme lanciato dalla Banca centrale europea sugli effetti negativi del caldo sulla produttività, con le conseguenti perdite di competitività. Adesso queste preoccupazioni iniziano a prendere forma, nei costi e nella portata della sfida.

I rischi per sicurezza e la salute sul lavoro derivanti dagli eventi meteorologici estremi sono molteplici. Lo stress da calore riduce le capacità fisiche e cognitive e può portare a disidratazione, colpo di calore e persino a esiti fatali. Mentre alluvioni, tempeste e ondate di freddo espongono i lavoratori a rischi elettrici, caduta di oggetti e stress respiratorio. “Anche la salute mentale è compromessa”, soprattutto tra i soccorritori e i lavoratori che svolgono lavori all’aperto”, rileva ancora lo studio. Gli eventi meteorologici estremi (ondate di calore, siccità, tempeste, inondazioni e ondate di freddo, tra gli altri) “stanno influenzando sempre più la salute, la sicurezza e la produttività dei lavoratori in tutta l’Unione europea” e continueranno a farlo sempre di più se non si interviene con misure di prevenzione e misure del rischio.
L’UE rischia di vedere l’agenda Draghi al palo per colpa del clima, a iniziare dal caldo. Anche perché, avvertono gli esperti del Parlamento europeo, “altri fattori da considerare sono i costi per l’assistenza sanitaria, l’assicurazione e la qualità della vita, sebbene manchino dati sufficienti per stimarli correttamente”. Il cambiamento climatico ancora non si sa bene quanto può costare, ma il conto rischia di essere salato ,e a farne le spese saranno gli europei e la competitività dell’UE.
Del resto, conclude lo studio, gli infortuni e le malattie professionali di qualsiasi causa costano già all’economia dell’UE circa 476 miliardi di euro all’anno. “Poiché i cambiamenti climatici amplificano i rischi sul posto di lavoro, una quota crescente di questo onere deriverà dagli eventi meteorologici estremi“.
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