“La cura giusta” è una ricerca senza animali. La richiesta ai senatori

Novembre 22, 2025 - 10:00
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“La cura giusta” è una ricerca senza animali. La richiesta ai senatori

Ogni minuto, in Italia, un animale muore tra le mura di un laboratorio. È la vittima silenziosa di una ricerca che si proclama “salvavita” ma che, nel 95% dei casi – sottolineano gli animalisti -, fallisce quando arriva all’essere umano, la sua seconda cavia. 

Una strada diversa esiste già ed è quella di una ricerca senza animali. Ma per realizzarla serve un impegno concreto da parte delle Istituzioni, che permetta un reale cambiamento verso l’unica cura giusta per tutti: essere umani, bambini, anziani, animali e ambiente. 

La posizione della Lav

Da parte della Lega anti vivisezione – Lav si ricorda che «lo sviluppo e l’adozione dei metodi sostitutivi non è solo auspicabile, ma è un obbligo anche per il nostro Paese».
Del resto la normativa europea (Direttiva 2010/63/UE) e quella italiana impongono la promozione e il sostegno dei metodi che sostituiscono l’uso di animali nella ricerca.

Nel 2014, il ministero della Salute aveva istituito un Fondo per lo sviluppo di metodi alternativi alla sperimentazione sugli animali, finanziato per il triennio 2014-2016 e poi rifinanziato con 6 milioni di euro per il triennio 2020-2022 (anche se nel 2020 il fondo non è stato attivato). Dal 2017 al 2019 e dal 2023 in poi, dunque, non sono stati stanziati nuovi finanziamenti né fondi aggiuntivi, mentre ogni anno si continuano a spendere oltre 1,3 miliardi di euro per la sperimentazione animale. 

La petizione

E proprio per questo Lav ha lanciato una mobilitazione nazionale prevista per le giornate del 22 e 23 novembre. L’invito rivolto a tutti i cittadini a scendere in piazza e firmare una petizione per chiedere al Governo, al Parlamento e alle Regioni, già a partire dalla Legge di Bilancio 2026, di finanziare la ricerca scientifica senza animali.  

L’emendamento Lav

A questo fine la Lav chiede ai senatori della Commissione Bilancio del Senato, nella quale è in corso l’esame della manovra, di presentare e approvare le proposte emendative suggerite da Lav, finalizzate a rifinanziare il Fondo del ministero della Salute per i metodi sostitutivi e a destinare una parte delle risorse dei ministeri della Ricerca e del Made in Italy, già destinate alla ricerca, alla ricerca senza animali.

Solo così centinaia di ricercatori avrebbero la possibilità di lavorare e sviluppare progetti innovativi, salvando milioni di animali e scoprendo cure efficaci per chi ne ha bisogno, oltre a far innalzare il livello della ricerca nel nostro Paese, che tornerebbe ad essere concorrenziale e stimato a livello internazionale.  

Una ricerca senza sofferenza animale

«Una ricerca senza sofferenza animale è obiettivo principale delle norme italiane e internazionali, e dichiarato anche dalla Commissione Europea, condiviso da enti regolatori e da istituzioni scientifiche internazionali», dichiara Michela Kuan, biologa e responsabile scientifica dell’area Ricerca Senza Animali Lav.

La scienza senza sofferenza animale, continua la biologa «ha già il sostegno di milioni di cittadini, come evidenzia la petizione “Save Cruelty free Cosmetics”, sostenuta da Lav che ha raccolto oltre un milione e 400mila firme nella Ue di cui più di 91mila italiane, superando il quorum previsto del 172%. Cosa stiamo aspettando quindi?».   

Il cambio di paradigma

Un cambio di paradigma a livello internazionale è già in atto, guidato dall’innovazione scientifica, dalla pressione etica e dalle riforme politiche, che si sta orientando verso metodologie di ricerca senza l’impiego di animali (NAMs), come l’intelligenza artificiale, gli organoidi e gli organi su chip, la genomica, la metabolomica, la proteomica, il bio-printing, le reti neurali artificiali.

Questi metodi sono efficaci, sicuri e predittivi, perché si basano su materiale umano eliminando, quindi, le differenze interspecifiche evidenti che ci sono tra un topo o un cane e l’uomo.   

Nel 2023 è stato portato all’attenzione della Commissione Europea un documento condiviso da oltre 140 scienziati che chiedono una strategia concreta per accelerare la transizione completa verso una scienza animal-free e, parallelamente, supportare un gruppo di lavoro (Era- European Research Area) che possa incrementare il mondo della ricerca, diffondendo le conoscenze e dando riconoscimento ai giovani ricercatori impegnati nei modelli innovativi.   

«In Italia invece di seguire il trend internazionale, si continua a finanziare la vivisezione, con oltre 1 miliardo e 300 milioni di euro investiti ogni anno», continua Kuan «tanto che, al momento non ci sono fondi destinati ai metodi di ricerca sostitutivi all’impiego di animali. E questo nonostante il Decreto Legislativo 26/2014, legiferante in materia, dichiari come prioritari i modelli di ricerca scientifica senza animali e preveda incentivi economici per il loro sostegno e diffusione. Si tratta di una grave mancanza, quindi, che lascia il nostro Paese indietro sul piano scientifico, etico e culturale». 

Per trovare il tavolo Lav più vicino online su lav.it/ricerca-senza-animali

In apertura photo by David Gomez on Unsplash

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Redazione Redazione Eventi e News