Come l’intelligenza artificiale influenzerà le prossime campagne elettorali

Agosto 9, 2025 - 05:00
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Come l’intelligenza artificiale influenzerà le prossime campagne elettorali

L’intelligenza artificiale generativa è diventata uno strumento operativo nelle campagne di propaganda politica internazionale. Non si tratta più di un rischio futuro o di scenari ipotetici: secondo una recente inchiesta pubblicata dal New York Times, esistono già attori statali e aziende private, in particolare legati alla Cina, che utilizzano reti di bot avanzati, modelli linguistici sofisticati e profili psicologici digitali per influenzare l’opinione pubblica.

Le tecnologie sviluppate da società cinesi come GoLaxy permettono di diffondere contenuti manipolativi in modo mirato, continuo e difficilmente rilevabile, simulando interazioni umane autentiche sui social media. Le operazioni documentate hanno già preso di mira Hong Kong e Taiwan, e potrebbero presto estendersi agli Stati Uniti e all’Europa. Un nuovo fronte di conflitto, meno visibile ma destabilizzante: quello della persuasione algoritmica.

GoLaxy non è un esperimento: è un sistema. Fondata nel 2010 da un istituto della Chinese Academy of Sciences, è formalmente un’azienda privata ma in realtà opera da anni in un’area grigia tra ricerca, intelligence e propaganda di Stato. Secondo i documenti ottenuti dal Vanderbilt University Institute of National Security, GoLaxy integra modelli linguistici avanzati, supercalcolo, sorveglianza sociale e tecniche di profilazione psicologica per influenzare l’opinione pubblica attraverso interazioni apparentemente autentiche sui social media.

Le sue operazioni non si limitano alla diffusione di contenuti falsi. Il metodo è più sofisticato: le intelligenze artificiali studiano tono, lessico, abitudini comunicative degli utenti reali e generano risposte personalizzate ed empatiche. L’obiettivo non è pubblicare la notizia shock che generi indignazione, ma consolidare una propaganda normalizzata, erodendo lentamente la fiducia degli utenti. 

Nel 2020, durante le proteste contro la legge sulla sicurezza nazionale a Hong Kong, GoLaxy ha identificato oltre centottantamila account Twitter legati a movimenti pro-democrazia, profilando utenti e intervenendo con migliaia di bot capaci di correggere le narrazioni sgradite. Nel 2024, alla vigilia delle elezioni taiwanesi, la stessa tecnologia è stata utilizzata per promuovere contenuti ostili al Partito Democratico Progressista, diffondere deepfake, accentuare divisioni interne, screditare candidati ostili a Pechino. I documenti indicano l’esistenza di archivi dettagliati su oltre cinquemila figure politiche e civili taiwanesi, comprensivi di preferenze, reti di contatto e posizionamento geografico.

GoLaxy ha smentito ogni coinvolgimento diretto, affermando di occuparsi solo di business intelligence, qualsiasi cosa voglia dire. Ma i legami sono documentati: finanziamenti da Sugon, società legata all’esercito cinese, infrastruttura integrata con DeepSeek-R1, e una governance condivisa con esponenti del sistema di sicurezza nazionale. Come sottolinea il New York Times, non si tratta più di operazioni isolate, ma di una nuova dottrina operativa: l’influenza esterna come strumento strutturale di politica estera.

Il passaggio alla dimensione globale è già in corso. I ricercatori americani hanno individuato la costruzione di profili relativi a oltre duemila figure pubbliche statunitensi, inclusi centodiciassette membri del Congresso. L’architettura è pronta: basterebbe attivarla. Non si sa ancora quando. O se è già stata attivata.

Nel frattempo, in Europa, si moltiplicano iniziative tecnologiche che, per quanto ambiziose, sembrano ancora muoversi su un terreno sperimentale. In Regno Unito, il deputato laburista Mark Sewards ha presentato un chatbot che replica la sua identità per rispondere ai cittadini. Un progetto ancora incompleto, che vuole migliorare l’accessibilità, ma che mostra tutti i limiti di un’intelligenza artificiale usata come strumento di servizio. Un’operazione da apprendista stregone, mentre in Cina si dispiega una macchina progettata per la guerra cognitiva.

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Redazione Redazione Eventi e News