Cosa rischiano gli utenti che hanno commentato le foto sul forum sessista Phica.net

Agosto 29, 2025 - 13:30
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Cosa rischiano gli utenti che hanno commentato le foto sul forum sessista Phica.net

A pochi giorni di distanza da “Mia Moglie”, chiude anche “Phica.net”, un altro sito web colmo di foto di donne pubblicate senza il loro consenso e commentate da centinaia di migliaia di utenti che istigavano a commettere reati, compresa la violenza sessuale. 

Nato nel 2005 come sito dedicato alla pornografia amatoriale, negli anni è diventato un forum in cui migliaia di uomini pubblicavano online le foto di altre donne (partner, parenti, ex fidanzate, figlie, sconosciute) in palestra, in spiaggia o in situazioni intime. Spesso le immagini condivise online erano state scattate all’insaputa delle donne, esposte a commenti sessisti e a pratiche di oggettivazione sessuale ancora profondamente radicate della cultura del nostro Paese.  

Dopo una pioggia di segnalazioni social, raccolte firme e denunce, gli amministratori hanno deciso di chiudere il sito: «Non siamo riusciti a bloccare in tempo tutti quei comportamenti tossici che hanno spinto “Phica” a diventare, agli occhi di molti, un posto dal quale distanziarsi piuttosto che sentirsi orgogliosi di far parte. Per questo, con grande dispiacere, abbiamo deciso di chiudere e cancellare definitivamente tutto ciò che è stato fatto di sbagliato», hanno scritto.  

Su “Phica.net” sono state trovate foto di numerose esponenti del mondo politico: da Giorgia Meloni a Elly Schlein, passando da Maria Elena Boschi, Anna Maria Bernini, Chiara Appendino, Mara Carfagna, Mariastella Gelmini e Lia Quartapelle, che a Repubblica ha dichiarato: «Mi sono arrabbiata moltissimo, non tanto per me, che sono un personaggio pubblico, quanto per le altre donne, che non hanno profilo istituzionale e si sono trovate esposte alla pubblica gogna. Noi politiche siamo schedate, catalogate con nome e cognome, e per questo io posso denunciare, dato che c’è il mio nome, ma le altre donne di cui ci sono solo immagini carpite chissà come. Intanto, è giusto ed urgente che chi ha una posizione pubblica usi questo “privilegio” per denunciare. Faremo querele individuali ma anche un ricorso collettivo, certamente».

Ora la Polizia Postale, scrive il Corriere della Sera, è sulle tracce degli indirizzi Ip degli utenti che commentavano sotto falso nome e che rischiano diverse accuse: dalla diffamazione aggravata all’istigazione a commettere reati, passando al vilipendio di cariche dello Stato e del governo. 

Per evitare guai legali, molti utenti avrebbero cominciato a cancellarsi dal sito. «Assumeremo e potenzieremo iniziative specifiche per il monitoraggio di situazioni di questo tipo, la segnalazione alle autorità competenti, a cominciare dalla magistratura, e l’individuazione degli strumenti più efficaci per il contrasto di questa barbarie del terzo millennio», ha detto Eugenia Roccella, ministra per la Famiglia. 

«Stiamo lavorando sulla formazione per mettere a fuoco segnali e comportamenti spia di situazioni violente, e stiamo lavorando – già a partire dalla legge Caivano – per far sì che la Rete come luogo di libertà non si trasformi in un luogo di sopraffazione e mancanza di rispetto, soprattutto nell’ambito dei minori e delle nuove generazioni».

Una volta identificati, gli utenti rischierebbero anche l’accusa di diffusione non autorizzata di immagini sessualmente esplicite (art. 612 ter del codice penale), reato per il quale le vittime hanno sei mesi di tempo per presentare denuncia.

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Redazione Redazione Eventi e News