Dalla Land art alla Sea art: tanti gli artisti che si preoccupano della condizione dei nostri mari

Dicembre 6, 2025 - 03:00
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Dalla Land art alla Sea art: tanti gli artisti che si preoccupano della condizione dei nostri mari

Sempre più artisti mettono a disposizione della comunità la propria arte per sensibilizzare i cittadini nei confronti dei temi vicini all’ambiente. E ora tocca al mare. In Liguria, a Bogliasco un museo di opere per salvare il mare

Un tempo erano semplici oggetti gettati via, destinati a inquinare gli oceani per secoli, oggi, grazie alla visione di artisti e attivisti, bottiglie di plastica, reti da pesca abbandonate e detriti spiaggiati stanno rinascendo sotto forma di opere d’arte. è quella che potremmo chiamare Sea art, mutuando la definizione da quella più nota disciplina artistica chiamata Land art e di cui la nostra testata giornalistica si sta facendo promotrice da tempo (vedi anche il progetto Planet Art Camp)

Un museo di Sea art in Liguria

Museo Marino di Bogliasco: é da un po’ che se ne parla ma entro la primavera si spera nella sua inaugurazione. La base è il Posidonia Art Reef, che la testata Daily Nautica racconta fatto di sculture realizzate con materiali compatibili col mare, adagiate sul fondale, che con il tempo diventeranno micro-habitat per fauna e flora marina. L’idea è davvero “vivente”: un’opera d’arte che diventa natura. Con il coinvolgimento di abitanti, pescatori, studenti che ruotano attorno a Bogliasco.

E poi gli artisti. Come Raul Orvieto, recentemente “richiesto” dal principe Alberto di Monaco per rappresentare la Prince Albert II Foundation all’ultimo Blue Economy and finance forum di Monaco.

La sua forma d’arte meglio conosciuta come trash art o marine litter art non è solo espressione creativa, infatti, ma un grido d’allarme globale che, ogni giorno di più, continua a trovare spazio in mostre ed esposizioni e ci ricorda che il tempo per porre rimedio agli enormi danni perpetrati all’ambiente stringe.

Un fenomeno globale con solide radici nel Bel Paese

Il fenomeno ha radici lontane, artisti come l’italiana Maby Navone hanno iniziato a esplorare questo linguaggio già negli anni Ottanta, fino ad arrivare a oggi con progetti di grande notorietà come Washed Ashore, negli Stati Uniti, che da 15 anni trasforma tonnellate di plastica in enormi e colorate sculture di animali marini, che diventano mostre itineranti per l’educazione ambientale.

In Italia la scena attuale è vivace: artisti come Raul Orvieto e Annarita Serra utilizzano regolarmente i rifiuti raccolti dalle coste per le loro creazioni, trasformandoli in potente denuncia e momento di sensibilizzazione.

Classe 1966, ligure, Raul Orvieto racconta il suo profondo legame con creature marine che nascono dai materiali che il mare restituisce alla battigia e denunciano con forza il degrado dell’ambiente marino.

Orvieto è proprio uno degli artisti selezionati per la creazione del primo museo sottomarino della Liguria, che verrà realizzato nella primavera 2026 sul fondale prospiciente Bogliasco.

Basata su un bando europeo, l’operazione  prevede la progettazione e la realizzazione di una scultura in un particolare materiale cementizio che verrà colonizzato dalla flora e fauna marina.

raul orvieto

Annarita Serra, nata in Sardegna e cresciuta a Milano, definisce le proprie opere sostenibili, i suoi quadri e le sue installazioni sono per la gran parte realizzate a partire da plastiche raccolte in spiaggia.

serra

Whashed Ashore, un esempio da cui prendere spunto

Le sculture Washed Ashore Animal Advocate sono costruite interamente con detriti riversati sulle coste, ognuna di queste sculture giganti rappresenta la vita marina colpita dall’inquinamento da plastica.

Queste opere d’arte uniche fanno parte di una mostra itinerante in tutto il territorio nord americano che include segnaletica educativa e programmi che incoraggiano la riduzione dei rifiuti, il riutilizzo e il riciclaggio.

Le sculture hanno tutte un nome e rappresentano le specie marine più conosciute, ecco quindi Sebastian James the Puffin – la pulcinella di mare, Lidia the seal – la foca, Herman la tartaruga, Octavia il polpo e Flash il marlin, tra gli altri.

Ciascuna scultura è realizzata con detriti marini raccolti dalle spiagge da volontari, tra cui tappi di bottiglia, infradito, suole di scarpe, pneumatici, accendini usa e getta, ruote di camion, giocattoli, flaconi di plastica… e durante le mostre itineranti si arricchiscono di contenuti educativi per giovani e adulti.

puffin

Sono questi tutti esempi di come l’arte, gli artisti, possano mettere a disposizione della comunità il proprio lavoro per sensibilizzare i cittadini nei confronti dei temi vicini all’ambiente.

» Leggi tutti gli articoli di Save the Sea (#savethesea)

Silvia LandiSilvia Landi: giornalista, laureata in scienze biologiche, ha lasciato Milano da oltre 10 anni per vivere a contatto con il mare e la campagna toscana. Consulente e presidente di Asd Mad Mure a dritta, ama raccontare il mare e come imparare ad averne cura | Linkedin

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia