Decreto Irperf: gli acconti 2025 terranno conto delle modifiche operative dal 2024

Giugno 11, 2025 - 23:00
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Decreto Irperf: gli acconti 2025 terranno conto delle modifiche operative dal 2024

Con la nuova norma approvata in prima lettura dal Senato gli acconti Irpef per il 2025 saranno calcolati tenendo conto delle modifiche già operative dal 2024. Il testo interviene per escludere il 2025 dall’applicazione di un comma del decreto legislativo del 2023 e riporta il calcolo degli acconti Irpef e delle relative addizionali al nuovo sistema fiscale già in vigore dal 2024, limitando così l’applicazione del vecchio regime al solo acconto 2024.

Ciò significa che i contribuenti, soprattutto coloro con redditi da lavoro dipendente, potranno beneficiare sin da subito delle nuove agevolazioni fiscali anche in sede di versamento dell’acconto e non solo a saldo. Una soluzione possibile perché, applicando il metodo storico sul saldo 2024, il calcolo risulta più vantaggioso per il contribuente. La maggioranza dei lavoratori dipendenti non è tenuta a versare acconti, poiché l’imposta è trattenuta direttamente alla fonte. Solo circa 2,2 milioni su 37,8 milioni di soggetti rientrano nella categoria che paga l’acconto e il beneficio medio per loro varia da 75 a 260 euro in base alla fascia di reddito. Tuttavia, l’effetto finanziario complessivo stimato per il 2025 è contenuto: circa 364 milioni di euro, meno del 2 per mille del gettito Irpef totale. Diversa è la situazione per i contribuenti che non percepiscono redditi da lavoro o pensione. Per questi, la norma produce un effetto finanziario stimato in una minore entrata di 245,5 milioni nel 2025, compensata però da un analogo recupero nel 2026, poiché si tratta di un’anticipazione del vantaggio fiscale dovuto all’applicazione delle nuove aliquote.

Le modifiche adottate non influenzano direttamente le addizionali locali (comunali e regionali), poiché queste seguono regole diverse e gli eventuali effetti indiretti sono già considerati precedentemente. La copertura degli oneri previsti è già stata predisposta attraverso specifici fondi del bilancio statale. Come si diceva, il contesto normativo sul quale è intervento il decreto è quello del provvedimento del 2023 che ha introdotto per il solo anno 2024 un regime transitorio dell’Irpef con riduzione da quattro a tre aliquote; accorpamento del primo al secondo scaglione di reddito (15.000-28.000 euro) con applicazione dell’aliquota del 23 per cento; aumento della detrazione per lavoro dipendente da 1.880 a 1.955 euro. Si prevedeva che per gli acconti 2024 e 2025 si utilizzasse, come base di calcolo, l’imposta determinata secondo le vecchie regole (quattro aliquote a detrazione più bassa), escludendo le novità. La legge di Bilancio 2025 (n. 207 del 2024) ha stabilizzato il nuovo regime introdotto in via transitoria nel 2024, non modificando tuttavia parte del provvedimento del 2023 e lasciando il calcolo degli acconti 2025 ancorato ancora al vecchio sistema. Un disallineamento normativo che avrebbe potuto comportare un peggior carico fiscale per alcune categorie di contribuenti, tanto che molti Caf e operatori ne hanno segnalato la criticità. Il ministero dell’Economia con comunicato del 25 marzo 2025, ha preannunciato un intervento normativo correttivo, quello appena varato dal Senato. Il provvedimento passa ora all’esame della Camera.

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