Delitto Garlasco, dna sotto unghie Poggi compatibile con Sempio. Il perito: “Identificazione impossibile”

Dicembre 5, 2025 - 00:30
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Delitto Garlasco, dna sotto unghie Poggi compatibile con Sempio. Il perito: “Identificazione impossibile”

La perizia depositata ieri dalla genetista Denise Albani sul femminicidio di Chiara Poggi conferma: “Il dna sotto le unghie di Chiara Poggi è compatibile con la linea paterna di Andrea Sempio“. Lo rende noto il Tg1 sui propri canali social, postando anche la foto di una delle pagine della perizia.

L’agente della polizia scientifica, nominata dal gip Daniela Garlaschelli per gli accertamenti genetico-forensi sul dna sulle unghie di Chiara Poggi da confrontare con quello di Andrea Sempio, ha inviato ieri una mail ai consulenti delle difese del 37enne di Voghera, della Procura di Pavia, della famiglia Poggi e della difesa di Alberto Stasi.

Il perito: “Forte traccia Sempio ma impossibile identificazione”

L’esito dei calcoli biostatistici offre un “supporto” da “moderatamente forte” a “forte e moderato” all’ipotesi che Andrea Sempio o “tutti i soggetti imparentati” con lui per via paterna abbiano contribuito alle “tracce” di dna “misti e parziali” sul quinto dito della mano destra e il primo della sinistra di Chiara Poggi ma “l’analisi del cromosoma Y non consente” una “identificazione di un singolo soggetto” e non la consentirebbe nemmeno se i profili genetici sulle dita della 26enne uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007 fossero “completi, consolidati e attribuibili a una singola fonte”. Così la perita dell’incidente probatorio per il delitto di Garlasco, Denise Albani, nelle conclusioni della perizia depositata ieri alla gip di Pavia, Daniela Garlaschelli.

“Conoscenze limitate e criticità, mancano database dna”

La “valutazione” delle tracce genetiche sulle unghie di Chiara Poggi da confrontare con il profilo di Andrea Sempio deve “necessariamente tenere conto” delle “molteplici criticità riscontrate nella disamina degli atti”, delle “limitazioni in termini di conoscenze e applicativi attualmente disponibili nella comunità scientifica internazionale per le valutazioni biostatistiche”. La perita della polizia scientifica, Denise Albani, ne segnala “uno fra tutti” e cioè l’assenza “di un database che contempli la popolazione locale d’interesse” nella provincia di Pavia, a Garlasco o in Lomellina. Per il calcolo delle probabilità la perita ha utilizzato il database YHRD (Y-STR Haplotype Reference Database), il più completo archivio esistente, che a livello mondiale (“Worldwide”) contiene 349.750 profili Y, in Europa occidentale (“Western European Metapopulation”) è composto da 39.150 profili provenienti da cittadini,ámentre il database nazionale ‘Italia’ è composto da ‘soli’ 5.638 profili. Un numero – quello della penisola – che era stato ritenuto troppo basso per effettuare analisi statistiche anche dai consulenti dei pm di Pavia Napoleone-Civardi nel loro elaborato del 5 febbraio 2024 in cui invitavano a escludere, inoltre, i dati di “soggetti” provenienti da “altri continenti, molto distanti dal luogo in cui si sono originati i reperti biologici”.

“Non si conosce il destino della decima unghia di Chiara Poggi”

Non c’è alcuna “indicazione” circa il “destino” della decima unghia di Chiara Poggi né è possibile una “attribuzione numerica” alla “distinzione anatomica delle cinque dita” fra pollici, indici, medi, anulari e mignoli. Lo sostiene la perita dell’incidente probatorio per il delitto di Garlasco, Denise Albani, nel suo elaborato. Albani ha ricostruito puntualmente in perizia la storia dei “margini ungueali” della 26enne uccisa il 13 agosto 2007. Tagliati nel corso della “autopsia” e inseriti a gruppi di 5 in due provette (“una singola provetta” per mano) il materiale al centro della maxi perizia è stato oggetto dei primi “accertamenti genetico – forensi” del Ris di Parma nel 2007 che però “hanno riguardato” solo “9” a “eccezione dei frammenti” della decima, convenzionalmente attribuita al mignolo della mano sinistra. E’ stato asportato “materiale biologico con tampone” e le analisi dell’epoca hanno dato “esito positivo” per il Dna umano (in particolare il profilo di Chiara Poggi) e “negativo” per il “dna maschile”. Nel 2014 durante la perizia affidata al professor Francesco De Stefano all’Università di Genova si è deciso in condivisione “con le parti” del processo di procedere alla “totale distruzione” delle unghie nella fase di “estrazione del dna”. Così come sempre con l’accordo della Procura generale di Milano, della difesa di Chiara Poggi e quella di Alberto Stasi “non è stata volutamente eseguita la fase di quantificazione del dna”, aggiunge la perita.

“La tecnica di estrazione del Dna applicata” nel processo d’appello bis alle unghie “ha comportato un lavaggio e conseguente discioglimento” delle stesse, tale per cui “non è possibile definire se” il profilo “maschile” sia “sopra o sotto le unghie”. Inoltre prosegue la perita la decisione condivisa con le parti di procedere con la “quantificazione” del dna ha “di fatto impedito di conoscere” all’origine “la concentrazione di dna umano totale e maschile presente”. Albani aggiunge che le varie sessioni realizzate in “un arco temporale di circa 40 giorni” possono aver avuto “potenziali effetti sulla degradazione e sugli esiti finali” nonostante le “corrette condizioni di conservazione delle tracce nel corso delle attività”.

“Con rigore scienza impossibile dire quando e perché del dna”

“Alla luce delle attuali conoscenze sul tema in ambito internazionale, non è possibile rispondere con metodi validati, dati solidi e rigore scientifico a domande quali ‘COME’ – ‘QUANDO’ e ‘PERCHÉ’ un determinato materiale biologico sia stato depositato su una superficie”. Così la perita Denise Albani nella relazione genetico-forense dell’incidente probatorio sul delitto di Garlasco. Per l’agente della Scientifica e formatasi all’Università di Tor Vergata eventuali ipotesi “di contaminazione ambientale”, di “trasferimento per contatto diretto” o di “trasferimento secondario” da oggetti “sono suggestive” e “tali restano” senza essere “inquadrate in un contesto” di informazioni “più ampio” o la “disponibilità di dati scientifici granitici”.

Legale Stasi: “Assenza suo dna primo punto fermo indagine”

La perizia genetico-forense sul delitto di Garlasco “cristallizza l’assenza totale di dna di Stasi, che viceversa non era stato escluso” dal professor Francesco De Stefano durante il processo d’appello bis del 2014. Così la legale di Alberto Stasi, avvocata Giada Bocellari, in un primo commento sulle conclusioni della relazione per l’incidente probatorio che sarà discussa il 18 dicembre.
“Finalmente un primo punto fermo in questa nuova indagine”, afferma Bocellari. “Dal 2014 fino a oggi si diceva che il dna sulle unghie di Chiara Poggi fosse degradato e non confrontabile – aggiunge la storica avvocata del fidanzato di Chiara Poggi, condannato a 16 anni per l’omicidio -. Oggi la nuova perizia, confermando integralmente quella della Procura di Pavia e quelle della difesa Stasi, supera queste conclusioni e, pur considerando le caratteristiche di questo dna Y”, che sono state “più volte ribadite anche dai consulenti di parte”, conclude “per una concordanza forte e moderatamente forte con l’aplotipo Y di Andrea Sempio su due unghie di due mani diverse della vittima”.

Legali Poggi: “Unico dato certo è dna Stasi su spazzatura

L’unico dato certo ed infatti trascurato” della perizia sul delitto di Garlasco “è il rinvenimento di dna del condannato Stasi e di Chiara sui reperti che testimoniano gli ultimi momenti di vita della vittima“. Così gli avvocati Gian Luigi Tizzoni e Francesco Compagna, legali dei genitori e del fratello di Marco Poggi, commentando i risultati della perita Denise Albani e soffermandosi sui profili rinvenuti nella spazzatura e cioè sulla cannuccia dell’Estathè, le coperture del Fruttolo e il sacchetto di cereali. Per i legali della parte civile la “lettura delle conclusioni della perizia svolta con serietà e riserbo” mostra che “nulla di nuovo è emerso a carico del signor Sempio rispetto a quanto già noto” e si augurano “che tutto venga alla fine valutato con la dovuta attenzione” e il “rispetto che si devono alla sentenza coperta dal giudicato” di condanna dell’ex fidanzato. “Sono trascorsi ormai oltre nove mesi” concludono Tizzoni e Compagna parlando della riapertura dell’inchiesta, e “con cadenza quotidiana, la famiglia Poggi viene esposta ad un massacrante gioco mediatico i cui fini non sono noti”.

Legale Venditti: “Dna buco nell’acqua a spese contribuenti e innocenti

L’ennesimo buco nell’acqua a spese del contribuente, ho perso il conto, tutto per alimentare un linciaggio mediaco di innocenti, sbattuti da mesi in prima pagina”. Così l’avvocato Demonico Aiello, legale dell’ex procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti, che nel 2017 chiese e ottenne l’archiviazione della prima inchiesta su Andrea Sempio e di una seconda contro ignoti (ma di fatto riguardante Sempio) nel 2020, commentando i risultati dell’incidente probatorio genetico-forense depositati dalla perita Denise Albani. “Garlasco si sottrae a ogni regola di buon senso processuale e soprattutto decoro e riservatezza – commenta l’avvocato del magistrato in pensione, indagato a Brescia per corruzione per quell’archiviazione -. Tutto avviene davanti alle telecamere”. Per Aiello, tuttavia, il ‘processo mediatico’ non “dovrebbe bastare per trasformare un assassino in un innocente e viceversa”.

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