Donanemab: SIN e SINDEM, “Una decisione storica dell’EMA che segna una svolta nella lotta all’Alzheimer”

Lug 29, 2025 - 07:00
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Donanemab: SIN e SINDEM, “Una decisione storica dell’EMA che segna una svolta nella lotta all’Alzheimer”

Il parere positivo da parte del Comitato per i Medicinali per Uso Umano (CHMP) dell’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) del farmaco donanemab per il trattamento della malattia di Alzheimer in fase iniziale rappresenta un’ulteriore pietra miliare nella storia della neurologia clinica e della medicina europea.

 

 

Il parere positivo da parte del Comitato per i Medicinali per Uso Umano (CHMP) dell’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) del farmaco donanemab per il trattamento della malattia di Alzheimer in fase iniziale rappresenta un’ulteriore pietra miliare nella storia della neurologia clinica e della medicina europea.

Siamo di fronte a un momento di svolta: anche in Europa, viene riconosciuta e autorizzata una ulteriore terapia in grado di modificare il decorso della malattia di Alzheimer, rallentando la progressione clinica nei pazienti con accumulo documentato di beta-amiloide“, ha dichiarato il Prof. Alessandro Padovani, Presidente della Società Italiana di Neurologia (SIN).

La disponibilità di una terapia modificante la malattia, che si aggiunge a quella già approvata negli Stati Uniti e in Giappone, impone ora un ripensamento profondo del modello assistenziale italiano.

Affinché questa opportunità terapeutica non resti riservata a pochi, è necessario agire rapidamente su tre fronti: rafforzare la rete della diagnosi precoce, garantire un accesso omogeneo ai biomarcatori (inclusi quelli plasmatici, oggi sempre più affidabili) e formare i professionisti alla gestione di trattamenti complessi in sicurezza“, ha aggiunto il Prof. Marco Bozzali, Presidente della Società Italiana per le Demenze (SINDEM).

 Questa approvazione conferma anche l’importanza della ricerca scientifica su scala internazionale.

Donanemab è frutto di decenni di studi sul ruolo dell’accumulo di amiloide e tau nella fisiopatologia dell’Alzheimer e rappresenta la validazione clinica di strategie mirate a intervenire nelle primissime fasi di malattia.

Come comunità scientifica, dobbiamo ora garantire che l’Italia non resti indietro: servono investimenti nella ricerca traslazionale e nella sperimentazione clinica su scala nazionale, perché nuove molecole sono già in fase avanzata di sviluppo“, hanno ribadito Padovani e Bozzali.

La SIN e SINDEM si rendono fin d’ora disponibili a collaborare con AIFA, Ministero della Salute e Regioni per definire percorsi condivisi di accesso, appropriatezza e monitoraggio.

Non è più il tempo della rassegnazione: è il tempo della responsabilità e della costruzione. Donanemab non è la cura definitiva, ma è la prova che l’Alzheimer può essere rallentato“, hanno concluso i due Presidenti.

 

 

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