Dragon Ball Z Kakarot Daima Parte 1 Recensione

Lug 21, 2025 - 12:00
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Dragon Ball Z Kakarot Daima Parte 1 Recensione

Dragon Ball Z Kakarot Daima Parte 1Dopo la conclusione di Dragon Ball Daima i fan erano in trepidante attesa del contenuto che Bandai Namco e CyberConnect2 avevano in serbo per Dragon Ball Z Kakarot. Il nuovo DLC denominato: Daima – Avventura nel Regno Demoniaco – Parte 1, disponibile dal 17 luglio 2025. Arriva ben cinque mesi dopo il finale della serie con la promessa di rivivere le atmosfere dell'ultima opera a cui lavorò il maestro Toriyama. La morte di Akira Toriyama, avvenuta nel marzo 2024, ha scosso profondamente non solo il fandom di Dragon Ball, ma l’intera industria dell’intrattenimento giapponese. Tra le sue ultime opere supervisionate troviamo Dragon Ball DAIMA, una serie dai toni più fiabeschi che ha cercato di riportare Goku e compagni alle origini, tra umorismo slapstick, misteri e mondi dimenticati. DAIMA si è chiusa a febbraio 2025 dopo una stagione divisiva ma significativa: c’era chi ne apprezzava il tono nostalgico e chi invece ne criticava il ritmo e la mancanza di azione. In ogni caso, è stato l’ultimo progetto “canonico” toccato da Toriyama. Ma oltre all’effetto commemorativo, cosa offre davvero questo DLC?

Dragon Ball Z Kakarot - DLC DAIMA | Una nuova(vecchia) avventura

Il DLC racconta la prima parte della serie di Dragon Ball DAIMA, con la scoperta il rimpicciolimento di Goku e il resto dei guerrieri Z da parte di Gomah, un Majin diventato il nuovo Re del regno demoniaco dopo aver scoperto la sconfitta di Darbula e Majin Bu da parte del Saiyan e i suoi amici. Per evitare l'invasione di questi pericolosi avversari, Gomah e il suo assistente Degesu, vanno sulla Terra per usare le sfere del Drago Terrestri e rapire il piccolo Dende. Goku e il gruppo, dovranno trovare un modo per tornare normali e riprendere il giovane Dio della Terra e per farlo dovranno raggiungere il Regno Demoniaco, una dimensione alternativa abitata da insetti giganti, esseri oscuri e civiltà dimenticate. Ad accompagnarlo troviamo Shin, Glorio (personaggio inedito e affascinante) e la giovane Panzy. Narrativamente parlando, si tratta di un lungo prologo: ci sono pochi snodi veri, tante cutscene e un ritmo che riprende fedelmente l’impostazione dell’anime. Per chi ha seguito DAIMA, è un’estensione naturale. Per tutti gli altri, potrebbe sembrare un’ora di preamboli. [caption id="attachment_1101233" align="aligncenter" width="1600"]Dragon Ball Z Kakarot Daima Parte 1 Storia La trama del DLC segue in maniera velocizzata i primi 8 episodi della serie[/caption]

Nuove meccaniche ma non bastano

Il sistema di combattimento di Dragon Ball Z Kakarot Daima Parte 1 si presenta come una variazione minimale rispetto alla struttura già rodata di Dragon Ball Z Kakarot.

A livello tecnico, si tratta ancora di un action RPG dal ritmo dinamico e accessibile, ma il DLC introduce pochissime novità effettive, limitandosi a piccoli innesti che non riescono a rinnovare davvero l’esperienza.

Cambiamenti marginali

Tra le modifiche degne di nota spiccano gli status alterati, una nuova meccanica che consente ad alcuni nemici di infliggere effetti debilitanti temporanei – come òa scottatura, blocco delle tecniche speciali o confusione – a Goku e compagni.

Sebbene rappresentino un passo nella giusta direzione in termini di varietà, il loro impatto sul gameplay resta limitato, anche a causa della scarsa aggressività dell’IA nemica.

Collegato agli status c’è il nuovo sistema degli insetti medicinali, oggetti raccolti durante l’esplorazione e utilizzabili in battaglia per rimuovere debuff, ripristinare punti salute o fornire brevi potenziamenti.

Anche in questo caso, si tratta di una trovata interessante ma non pienamente sfruttata: nelle fasi più facili del DLC, raramente si ha davvero bisogno di usarli in modo strategico. [gallery size="medium" columns="2" ids="1101244,1101246"]

Boss fight ridotte al minimo

Una delle maggiori delusioni è il numero ridotto di vere boss fight. Durante le circa 3-4 ore di contenuti del DLC, si contano solo due scontri davvero significativi: la battaglia contro Glorio, alleato temporaneo che diventa un avversario per motivi narrativi, e il confronto finale con Tamagami 3, il guardiano corrotto del Regno Demoniaco.

  • Lo scontro con Glorio è il più interessante a livello narrativo, ma resta semplice sul piano tecnico.

  • La boss fight contro Tamagami 3, invece, è senza dubbio il momento culminante del DLC. Diviso in due fasi, il combattimento unisce varietà visiva e picchi di difficoltà leggermente superiori, pur senza raggiungere la complessità di altri scontri presenti nei DLC precedenti.

Fuori da questi due momenti, la maggior parte dei nemici si limita a varianti potenziate dei mob classici, con mosse poco ispirate e IA prevedibile.

Le battaglie raramente mettono il giocatore in seria difficoltà, a eccezione delle orde di nemici, in cui più avversari attaccano simultaneamente e obbligano a una gestione attenta delle schivate, del posizionamento e delle risorse curative. [gallery columns="2" size="medium" ids="1101237,1101238"]

Difficoltà generale al ribasso

Il livello di difficoltà complessivo del DLC si attesta su uno standard più basso della media, rendendolo facilmente affrontabile anche da chi non ha potenziato al massimo il proprio Goku o non ha accumulato ore di grinding.

Questo può essere un vantaggio per i giocatori più casual o per i fan dell’anime che vogliono semplicemente rivivere la storia, ma per chi cerca sfida e profondità il contenuto risulta fin troppo lineare e poco gratificante.

Il combat system di Dragon Ball Z Kakarot Daima Parte 1 resta funzionale, ma non osa innovare. Le poche novità (status alterati e insetti medicinali) sono appena accennate, e non bastano a rendere il gameplay più profondo.

Le boss fight si riducono a due scontri principali, con il resto dell’avventura scandito da battaglie minori prive di tensione. Le uniche occasioni in cui il giocatore è realmente costretto a dare il massimo sono le battaglie a orde, che introducono una dinamica di gestione spaziale leggermente più interessante.

Per un DLC che omaggia un universo ricco di idee come Dragon Ball Daima, ci si sarebbe aspettati un combat system più ambizioso, capace di spingere oltre i limiti di un gameplay ormai consolidato ma bisognoso di rinfrescarsi. [caption id="attachment_1101240" align="aligncenter" width="1000"]Dragon Ball Z Kakarot Daima Parte 1 Combat System Il combat system generale non cambia molto rispetto al gioco base del 2020[/caption]

Open world nel Regno Demoniaco: bella scenografia, poca sostanza

Una delle caratteristiche più amate di Dragon Ball Z Kakarot è l’impostazione semi-open world: vaste mappe suddivise in regioni, ognuna con missioni secondarie, oggetti da raccogliere e interazioni ambientali.

I DLC precedenti hanno mantenuto questa struttura, e Dragon Ball Z Kakarot Daima Parte 1 non fa eccezione — ma lo fa in tono molto minore.

Una mappa nuova… ma frammentata

Il Regno Demoniaco viene introdotto come un’ambientazione completamente inedita, visivamente affascinante, composta da isole fluttuanti, architetture magiche e paesaggi ispirati al folklore oscuro giapponese.

Tuttavia, non si tratta di un open world esteso: il DLC suddivide l’esplorazione in piccole macro-zone, ciascuna raggiungibile tramite la classica mappa a “punti di interesse”. Questo significa che non si può volare liberamente da una zona all’altra, ma solo teletrasportarsi tra segmenti già sbloccati. [caption id="attachment_1101241" align="aligncenter" width="1200"]Dragon Ball Z Kakarot Daima Part 1 Map La mappa all'appareza può risultare grande ma è divisa in tre micro aree chiuse[/caption]

Esplorazione guidata

A differenza delle regioni principali di Kakarot, dove il giocatore può vagare liberamente per decine di minuti, qui l’esplorazione è strettamente guidata. Molte zone vengono sbloccate solo dopo aver raggiunto un punto della storia, e non ci sono molte attività secondarie a incentivare la curiosità.

Ci sono alcuni collezionabili sparsi per le mappe (le “Voci del Regno Demoniaco”, frammenti di lore ambientale), ma non ci sono:

  • Minigiochi significativi

  • Boss opzionali

  • Missioni secondarie strutturate

Inoltre, la densità degli elementi sulla mappa è molto bassa: pochi nemici vaganti, nessuna vera sorpresa, nessuna zona segreta da scoprire.

Interazione ambientale: sotto sfruttata

Il Nyoi-bō viene introdotto anche come strumento di movimento — può essere usato per “agganciarsi” a determinate sporgenze o superare piccoli gap — ma queste sezioni sono preconfezionate, più simili a binari scriptati che a una reale libertà verticale.

In teoria, questa meccanica avrebbe potuto aprire la strada a segmenti platform, esplorazione verticale o puzzle ambientali dovuta anche all'impossibilità di Goku di volare. In pratica, rimane confinata a brevi intermezzi lineari, usati solo quando la storia lo richiede.

L’ambientazione del Regno Demoniaco è affascinante a livello visivo e atmosferico, ma come spazio di gioco risulta poco sfruttato.

L'esplorazione è limitata, povera di ricompense e troppo guidata. È una bella scenografia, ma manca di sostanza.

In un titolo che ha spesso fatto dell’esplorazione un pilastro dell’esperienza (anche grazie alla raccolta di materiali, missioni Z e attività opzionali), Daima Parte 1 fa un deciso passo indietro. Speriamo che la Parte 2 possa espandere queste mappe e arricchirle di contenuti realmente interattivi. [caption id="attachment_1101242" align="aligncenter" width="1000"]Dragon Ball Z Kakarot Daima Part 1 Open World L'ambientazione è ben ricreata ma risulta molto vuota[/caption]

Realizzazione tecnica e comparto grafico: tra atmosfera e trascuratezza

Dal punto di vista tecnico e visivo, Dragon Ball Z Kakarot Daima Parte 1 mostra una qualità disomogenea. Le ambientazioni sono il punto forte del pacchetto, grazie a una direzione artistica ispirata che trasmette un senso di mistero e magia coerente con il tono narrativo. Gli effetti di luce, le palette cromatiche e le musiche di accompagnamento contribuiscono a creare un'atmosfera suggestiva. Di contro, i modelli poligonali dei personaggi risultano meno curati. Alcuni, come Goku Mini, mantengono un buon livello di dettaglio, ma molti comprimari e nemici secondari presentano:
  • Animazioni rigide e poco naturali, specialmente nei volti.
  • Texture poco dettagliate, con un uso eccessivo di colori piatti e aliasing evidente.
  • Espressioni facciali statiche, che penalizzano la resa emotiva nelle cutscene.
Le cutscene pre-renderizzate, inoltre, soffrono di sincronizzazione labiale imprecisa e di una compressione video visibile. Il motore grafico, ormai datato, fatica a gestire in modo fluido gli effetti più complessi, con fenomeni di pop-in, cali di frame rate occasionali e ombre mal definite. Anche a livello audio, sebbene il doppiaggio giapponese resti di buona qualità, la colonna sonora manca di temi davvero memorabili, proponendo tracce funzionali ma dimenticabili. [gallery columns="2" size="large" ids="1101248,1101249,1101250,1101251"]

Conclusioni

Dragon Ball Z Kakarot – Daima Parte 1 è un contenuto pensato per i fan più affezionati alla serie, e in particolare a chi ha apprezzato l’estetica e il tono leggero di Dragon Ball Daima. Tuttavia, come DLC a pagamento, lascia molto a desiderare in termini di contenuti, innovazioni e longevità (si finisce tranquillamente in 4 ore). La trama, sebbene coerente, è breve e prevedibile. Il gameplay propone poche vere novità e un livello di sfida tarato verso il basso, con solo due boss degni di nota. L’open world, seppur affascinante, è statico e poco interattivo, mentre il comparto tecnico denuncia i limiti di un motore ormai obsoleto e di una produzione che manca della rifinitura necessaria. È un DLC che gioca sulla nostalgia e sulla bellezza visiva dell’universo Dragon Ball Daima, ma che avrebbe bisogno di molto più coraggio e sostanza per lasciare un segno. Resta da vedere se la Parte 2 saprà colmare queste lacune o se continuerà su un binario di fanservice visivo a scapito della profondità ludica. Se, invece, preferite un action adventure completo tratto da un'altra opera di Toriyama, vi consigliamo di dare un'occhiata alla nostra recensione di Sand Land uscito l'anno scorso e recensito sulle nostre pagine.

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