È la crisi climatica che distrugge il paesaggio, non le rinnovabili: il caso eolico sull’Appennino

Lug 10, 2025 - 03:00
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È la crisi climatica che distrugge il paesaggio, non le rinnovabili: il caso eolico sull’Appennino

Al di là degli slogan demagogici e populisti degni del presidente Trump che rilascia tante nuove autorizzazioni per estrazioni petrolifere, ma azzerando quelle degli impianti eolici che “disturbano il paesaggio”, dove sarebbero gli speculatori del vento sull’Appennino tra Bologna e Firenze?

Come si può parlare di speculazioni nel caso di investimenti di società di servizi energetici di proprietà dei Comuni – com’è il caso dell’Agsm Aim, interamente pubblica, che sta investendo per realizzare il progetto eolico sul Mugello oggetto di sabotaggio nei giorni scorsi –, che così generano elettricità pulita anziché kWh neri e velenosi di smog, ma rossi del sangue delle guerre del petrolio?

È indispensabile coinvolgere chiunque (o quasi) voglia investire in energie pulite, controllando bene i progetti, a partire dalle aziende dei Comuni per riempire l’Italia di aereogeneratori e pannelli solari. Solo così potremo fermare/limitare le guerre fatte per e grazie al petrolio. Ma pure la corsa al nucleare civile (poi militare), già in atto. Senza dimenticare che l’uso del suolo non è permanente, nel caso degli impianti rinnovabili: pannelli e pale si potranno facilmente smontare, quando non serviranno più.

Qui veniamo al demagogico slogan della tutela del paesaggio, che da sempre l’uomo modifica, ma quasi sempre in modo irreversibile; i disinformati ignorano che gli aerogeneratori dopo circa 30 anni vengono fermati per usura, e la legislazione vigente prevede che le somme necessarie allo smantellamento delle turbine eoliche vengano accantonate con adeguate garanzie fideiussorie. Gli smantellamenti si realizzano in pochi giorni per ogni turbina, mentre per smantellare le centrali a petrolio, gas e carbone i tempi superano il decennio, se va bene. Per non parlare poi delle centrali nucleari, che hanno costi di smantellamento comparabili a quelli di una piccola finanziaria e tempi di molti decenni, mentre quelli di stoccaggio e gestione dei rifiuti radioattivi che arrivano a scala geologica.

Ma forse qualcuno preferisce che la decarbonizzazione con le rinnovabili fallisca e il disastro climatico già in corso diventi irreversibile, grazie ad alluvioni e frane sempre più disastrose che modificano – quelle sì – in modo sempre più devastante crinali, valli e pianure. Tutto questo mentre in Scozia, oggi patria dell’eolico, i cittadini sono visceralmente affezionati alle pale che punteggiano il paesaggio delle Highlands: qui sono circa 4.000 turbine eoliche oggi in funzione, che producono il 120% dell’elettricità necessaria al Paese, con benefici che si pesano anche in bolletta oltre che sull’ambiente. Il consumo elettrico di un’abitazione scozzese è infatti stimabile in circa 3.500 kWh/anno per 1.100 sterline ovvero 1.275 euro, contro i circa 2.300 che Nomisma stima per una famiglia italiana.

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia