Edens Zero: il viaggio spaziale di Hiro Mashima diventa un videogioco – Speciale

Se siete finiti in questo articolo, allora conoscerete senz’altro Edens Zero, l’ultima opera del visionario Hiro Mashima, mangaka autorevole che ha dato i natali anche al più noto Fairy Tail. Un progetto su cui l’autore ha voluto scommettere, accantonando (momentaneamente) il genere fantasy, per spostarsi su una deriva più sci-fi e basata sui viaggi spaziali.
La trama, come buon shōnen che si rispetti, è molto semplice: il giovane Shiki è un ragazzo come gli altri (o almeno così sembra) che vive sul pianeta Granbell, un vastissimo Parco Giochi a tema popolato da robot. Un giorno come un altro (questo incontro ci ricorda un po’ quello di Bulma con Goku in Dragon Ball, dopotutto parliamo dello stesso genere), ecco che Rebecca, una B-Cuber del pianeta Blue Garden, e il suo gatto blu Happy, faranno la conoscenza di Shiki, diventando altresì subito amici.
Un incontro fortuito? Un segno del destino? Non si sa, ma l’amicizia tra i tre diventa fin da subito “inossidabile”. Questo incontro, tuttavia, darà vita a una serie di eventi attraverso mondi sconosciuti e personaggi bizzarri, al fine di raggiungere Mother: un’entità che, si dice, può letteralmente farti rinascere.
Una intro doverosa, al fine di parlarvi del videogioco omonimo che abbiamo avuto modo di giocare approfonditamente, e che ci ha lasciato da un lato delle sensazioni piacevoli, grazie anche a quel pizzico di innovazione nel gameplay, ma dall’altro una leggera delusione data da un gameplay fin troppo datato.
Un dato di fatto, purtroppo, un Tallone d’Achille di molti videogiochi “tie-in” tratti dagli anime di successo. A volte le intenzioni sono ammirevoli, questo va detto, e le idee sono congeniali con il brand, tuttavia la realizzazione tecnica lascia molto a desiderare. Ed Edens Zero? Diciamocelo, è ricco di difetti che ogni appassionato di videogiochi noterà a colpo d’occhio, tuttavia si lascia giocare e completare nella sua interezza… e in questo articolo ve lo motiveremo.
Un sistema di combattimento da provetti avventurieri
L’avventura di Shiki e compagni comincia dall’inizio, o meglio in una sorta un po’ grossolana di riavvolgimento del tempo, utile per darci le primissime nozioni del sistema di combattimento. Edens Zero è un GdR d’azione con combattimenti in tempo reale, in cui dovremo muoverci in diverse macro-aree e far man bassa di ogni cattivone alieno che si pone sul nostro cammino.
Ogni personaggio potrà padroneggiare un suo stile di combattimento, studiato appositamente in base alle caratteristiche peculiari già evidenziate nell’anime. Shiki, ad esempio, è un personaggio che eccelle nel combattimento ravvicinato: il suo attacco finale, scuola delle macchine demoniache, manipola la gravità tramite il potere del suo Ether Gear. Inoltre, proseguendo con la storia, potrà avere accesso ad ulteriori tecniche, combo e altri vantaggi in relazione ai punti vita e di attacco/difesa.
Il combat system ricorda i più classici del genere: prima di partire per la prossima destinazione, potremo scegliere fino a quattro membri da schierare in campo (tra il già citato Shiki, Rebecca, Homura, Weisz e tanti altri) e intercambiarli a nostro piacimento. Anche se non viene specificatamente indicata come la soluzione più opportuna, cambiare combattente in base alle necessità si dimostrerà una soluzione molto astuta, anche se non ridurrà i tempi per abbattere i cattivoni.
Abbiamo però avuto una sensazione strana in merito a questo ultimo punto. Nonostante gli avversari non fossero così “potenti”, per ogni combattimento ci è voluto fin troppo tempo per far piazza pulita: è come se i vari NPC fossero stati dotati di un numero di energia residua più elevata del previsto. In altre parole: i tempi nei combattimenti sono estesi all’inverosimile, rendendo di conseguenza le sessioni di gioco estremamente più lunghe.
Tuttavia, anche se il combat system risulta parecchio legnoso, mette in scena il lato migliore della produzione che, con qualche accortezza in più, avrebbe potuto regalare maggiori soddisfazioni. Purtroppo, i vistosi cali di frame rate nelle situazioni più concitate non hanno aiutato moltissimo a rendere il tutto più fruibile.
La storia poteva essere più rifinita
Senza mezzi termini, un videogioco anime deve ripercorrere molto fedelmente le vicende, servendosi anche di cutscene o sequenze in stile manga che riassumino gli eventi principali (un po’ come è stato fatto con Bleach). Edens Zero, invece, salta molti dei momenti clou della storia, offrendoci una rivisitazione piuttosto affrettata e approssimativa.
Infatti, tutti gli elementi chiave sono malamente riassunti, e i vari momenti appaiono confusionari. Questo rende il videogioco adatto solo a chi già conosce gli eventi, tagliando fuori quella fetta che poteva avvicinarsi all’anime con questo medium: un vero peccato!
Oltre alla modalità storia, potremo anche esplorare liberamente Blue Garden in una sorta di Open World. Su questo pianeta, Shiki si è registrato come Avventuriero nella gilda Torcia delle meteore e potrà aiutare i vari cittadini a risolvere svariati problemi. Potremo dunque accettare le richieste note come “missioni della gilda” e ottenere delle ricompense. Missioni, perdonateci l’ardire, piuttosto monotone e ripetitive, come fetch quest o sconfiggere un gruppo di malviventi.
Un pianeta ricco di opportunità… o quasi!
Come vi abbiamo accennato, Blue Garden sarà completamente esplorabile e, per certi versi, ci ha ricordato l’open world di Dragon Ball Z: Kakarot. Infatti, Shiki può utilizzare il suo potere gravitazione per “volare” tranquillamente su tutta Blue Garden, raccogliere cofanetti e oggetti, e potenziarsi affrontando ondate di avversari. Sul pianeta, esistono molte aree diverse, da quelle desertiche a quelle innevate, e in ognuna di esse si possono trovare cittadini in cerca di aiuto e impiegati della gilda con alcune richieste.
Purtroppo però, quest’open world (almeno su PS5) risulta estremamente misero di contenuti, con pochi personaggi su schermo, cali di frame rate e un effetto pop-in estremamente evidente. Eppure, sviluppare un gioco di Edens Zero con una componente Open World, su carta, poteva essere una soluzione più che vincente.
Come abbiamo detto però, c’è stato forse uno sviluppo un po’ troppo accelerato e forse un po’ troppo farcito di idee che purtroppo non sempre sono state sviluppate nel migliore dei modi. Se da un lato il combat system è stato abbastanza piacevole, anche se non privo di difetti e a tratti legnoso, lo stesso non possiamo dire di alcuni degli elementi di contorno che non fanno spiccare il volo al primo videogioco dedicato a Edens Zero.
Vale la pena salire sull’Edens Zero?
Qualora si sia conoscitori dell’anime (o manga), questo viaggio intergalattico potrebbe anche regalare qualche soddisfazione, soprattutto per quel che concerne il lato prettamente ruolistico. Si avverte passione nel videogioco, e su questo non ci sono dubbi, ma probabilmente da sola non basta: l’open world è spoglio, le missioni secondarie sono noiose e, ludicamente parlando, siamo indietro di qualche generazione.
Rimaniamo dell’idea che, se non ci fosse stato un problema di budget per questa produzione, forse avremo avuto tra le mani una piccola perla videoludica. Probabilmente sarà solo un parere di chi vi scrive: ma un gioco anime/manga deve (quasi sempre) raccontare totalmente e fedelmente le vicende, un po’ come è stato fatto con Dragon Ball Z: Kakarot.
Se siete fan di Hiro Mashima, di Shiki e compagni, allora forse potrete imbarcarvi sulla nave, al netto degli “imprevisti” che potreste incontrare durante il viaggio verso Mother.
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