Ex Cava Viti, anziché ampliare la discarica Legambiente propone fotovoltaico per le Cer

A un anno di distanza dalla proposta coraggiosamente lanciata nell’estate 2024, a pochi mesi dal crollo di uno dei muri di contenimento nella discarica presente nell’ex Cava Viti – con la relativa dispersione su strade e fossi di fanghi e percolati, che hanno raggiunto anche il Lago di Porta – Legambiente torna oggi a perorare la richiesta di fermare l’ampliamento del sito di smaltimento per fare posto a nuovi impianti fotovoltaici, da mettere al servizio dei cittadini tramite le Comunità energetiche rinnovabili (Cer).
Mancano ormai pochi giorni al 30 luglio 2025, scadenza dell'ultima proroga concessa per il Provvedimento autorizzatorio unico regionale (Paur) in Regione Toscana e riprende il dibattito sul futuro possibile per l’ex Cava Viti (nei Comuni di Montignoso e Pietrasanta).
Legambiente, coi circoli di Massa-Montignoso, Carrara e Versilia e il presidente regionale, Fausto Ferruzza tornano oggi a sollecitare sia le amministrazioni locali sia, soprattutto il gestore, ad accogliere questo progetto. «Il Comune di Montignoso ha manifestato interesse verso questa ipotesi e quello di Pietrasanta ha apertamente espresso contrarietà all’incremento delle volumetrie della discarica – sottolineano i presidenti dei due circoli, Francesco Rossi e Riccardo Cecchini – Oggi la riproponiamo con forza, visto che uno degli argomenti di Programma Ambiente è che l’incremento delle volumetrie è necessario per rendere economicamente sostenibile la gestione post mortem della discarica».
Nei giorni scorsi Legambiente ha incontrato l’Assessore all’Ambiente del Comune di Montignoso, Giulio Francesconi, garantendo l’impegno dell’associazione a fianco dell’amministrazione per promuovere la chiusura della discarica, la sua messa in sicurezza e il rapido avvio delle attività per la realizzazione di un parco fotovoltaico. Sarebbe un’impresa tutt’altro che svantaggiosa: il perimetro “interno” (quello occupato dal corpo di discarica e dalle aree logistiche) è di circa 35.000 mq mentre l’invaso complessivamente (comprese le pareti e i fianchi dell’ex cava) si estende per quasi 75.000 mq; considerato l’indice di potenzialità assegnato a Montignoso (1.212 kWh ogni kWp) si potrebbero installare pannelli fotovoltaici in grado di produrre da 7 a 8,5 milioni di kWh.
«Da un impianto di questa portata – sottolinea Fausto Ferruzza, presidente di Legambiente Toscana – potrebbe nascere nelle aree limitrofe (sia verso Montignoso, sia verso Pietrasanta) una Cer, Comunità Energetica Rinnovabile, così finalmente, dopo anni di criticità ambientali tollerate, la popolazione potrà persino godere di qualche vantaggio da questo sito».
Legambiente osserva come si tratti di una proposta che potrebbe essere governata sul territorio: Programma Ambiente Apuane è oggi una controllata (85%) di Alia, che fra le altre controllate vede (36%) Estra, entrambe società oggi in seno alla multiutility Plures che ha appena presentato un ambizioso piano industriale che prevede di realizzare entro il 2029 impianti fotovoltaici per complessivi 520 MW.
Partire dall’ex Cava Viti potrebbe dare un impulso positivo anche ad altri territori toscani in condizioni simili. Legambiente sottolinea infatti come sul territorio esistano altri due siti di discariche esauste, quella di Cermec nell’area di via Dorsale e quella di Asmiu, a Codupino, di proprietà pubblica. «Sono circa 35.000 m2 che entro il 2026 saranno nella disponibilità di Retiambiente, gestore unico di Ato Toscana Costa: anche per questi siti – concludono i vertici di Legambiente Toscana e i circoli apuo-versiliesi – sarebbe auspicabile che l’azienda pubblica avviasse progetti di loro riconversione a parchi fotovoltaici».
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