Filiera Italia: von der Leyen tradisce agroalimentare europeo

Roma, 16 lug. (askanews) – Una “svolta gravissima per l’agroalimentare e per i cittadini europei”: è il commento di Luigi Scordamaglia, amministratore delegato di Filiera Italia, sulla proposta di bilancio pluriennale presentato oggi dalla Commissione Europea. “Un rofondo stravolgimento della Politica Agricola Comune (PAC), che ne compromette l’identità storica, la funzione economica e il carattere fondante dell’unione europea”, ha proseguito Scordamaglia.
Fra i punti più critici per Filiera Italia un taglio effettivo di quasi il 20% al bilancio PAC, l’assorbimento della PAC in un Fondo Unico, che la priva della sua autonomia e del suo valore fondante dell’Europa, un rafforzamento unilaterale della dimensione ambientale attraverso il Performance Framework, a scapito delle finalità produttive e reddituali e infine una progressiva rinazionalizzazione della politica agricola, attraverso strumenti “à la carte” privi di meccanismi comuni efficaci.
Con soli 300 miliardi di euro previsti, contro i 395 miliardi necessari per mantenere il livello 2027 o i 482,5 miliardi per quello del 2020, la proposta della Commissione “rappresenta un arretramento storico gravissimo. Il nuovo quadro unico di performance, valido per tutte le politiche UE – prosegue la Confederazione agricola – cancella la natura economica della PAC, sostituendola con 32 indicatori esclusivamente ambientali e sociali, senza alcun riferimento a produzione, competitività o sovranità alimentare”.
Inoltre, il principio del “Do No Harm” viene esteso a tutta la PAC, ma “senza criteri operativi chiari”. La Commissione introduce anche una doppia condizionalità: “27 regimi nazionali di condizionalità incrociata (art. 3) e una nuova disposizione generale che impone la priorità assoluta agli obiettivi climatici e ambientali. La dimensione economica viene relegata ai margini e il principio di equità tra agricoltori europei viene compromesso. Insomma – aggiunge Scordamaglia – si realizza il sogno di Timmermans grazie alla Von der Leyen”.
Altrettanto inaccettabile “la proposta di raccolta di risorse proprie che prevede tra le altre cose una tassazione ingiustificata su tutte le aziende con oltre 100 miliardi di euro di fatturato. In un momento in cui Trump – commenta Scordamaglia – corteggia le nostre aziende invogliandole alla delocalizzazione, la von der Leyen gliele consegna in braccio dando loro, con un aumento della pressione fiscale europea, ed una scusa per delocalizzare”.
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