Caos semestre "filtro": scoppiano le proteste in tutte le Università italiane

Dicembre 17, 2025 - 15:27
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Caos semestre "filtro": scoppiano le proteste in tutte le Università italiane

lentepubblica.it

Proteste in tutta Italia, studenti pronti al ricorso collettivo contro il nuovo sistema del semestre “filtro” nell’Università.


Le prime giornate di svolgimento delle prove del cosiddetto “semestre filtro” universitario hanno acceso un acceso dibattito nel mondo accademico e tra le rappresentanze studentesche. In tutta Italia, gli esami introdotti come parte della nuova riforma dell’accesso ai corsi hanno fatto emergere numerose criticità organizzative e procedurali, alimentando le contestazioni di chi, da mesi, ne denunciava i limiti strutturali. A guidare la protesta è l’Unione degli Universitari (UDU), che parla apertamente di un modello fallimentare e annuncia l’avvio di un ricorso collettivo per tutelare gli studenti coinvolti.

Segnalazioni e disservizi: le testimonianze degli studenti

Già dalle prime ore successive allo svolgimento delle prove, decine di segnalazioni hanno iniziato a circolare sui social network e attraverso canali di comunicazione diretti tra studenti. Racconti di disservizi, errori tecnici, mancanza di indicazioni chiare e dubbi sul rispetto delle procedure hanno contribuito a creare un clima di forte incertezza. Secondo l’UDU, quanto accaduto non rappresenta un episodio isolato, bensì la conferma di problemi annunciati e mai risolti.

Presidi davanti alle università e mobilitazione nazionale

L’associazione studentesca era presente davanti a numerosi atenei durante lo svolgimento delle prove, con l’obiettivo di monitorare la situazione e ribadire la propria contrarietà a un sistema ritenuto penalizzante. Alla base della contestazione c’è l’idea che il semestre filtro non migliori la qualità dell’università, ma finisca per aggravare le difficoltà di chi vi accede, introducendo nuove barriere anziché rafforzare il diritto allo studio.

Le accuse dell’UDU: “Riforma imposta e gestione impreparata”

A intervenire con parole particolarmente dure è stato Alessandro Bruscella, coordinatore nazionale dell’Unione degli Universitari, che ha parlato di una gestione caratterizzata da approssimazione e mancanza di preparazione. Secondo Bruscella, molte delle garanzie promesse dal Ministero, a partire dall’anonimato delle prove e dalla correttezza delle procedure, non hanno effettivamente avuto luogo. Una situazione che, a suo avviso, dimostra come la riforma risulti imposta dall’alto senza un reale confronto con chi vive quotidianamente l’università, ovvero studenti, ricercatori e personale accademico.

Un sistema che seleziona invece di investire

Il semestre filtro, pensato come strumento di selezione progressiva, viene descritto dall’UDU come un meccanismo che scarica sugli studenti il peso delle carenze strutturali del sistema universitario. Invece di investire in spazi, docenti e servizi, si sarebbe scelto di introdurre un percorso che rischia di escludere migliaia di giovani dopo pochi mesi, costringendoli spesso a spostarsi in altre città o a rinunciare del tutto al proprio percorso di studi.

Dalla protesta all’azione legale: parte il ricorso collettivo

Alla luce delle irregolarità segnalate, l’Unione degli Universitari ha deciso di passare dalle proteste all’azione legale. In collaborazione con lo studio dell’avvocato Michele Bonetti, risultano avviate le procedure per un ricorso collettivo e per l’accesso agli atti amministrativi. Un obiettivo duplice: da un lato ricostruire in modo puntuale quanto avvenuto durante le prove, dall’altro raccogliere elementi utili per un dossier da presentare alle sedi competenti, affinché si faccia piena chiarezza.

La richiesta degli studenti: ingresso in sovrannumero e tutela delle sedi

Il ricorso, spiegano dall’UDU, non nasce solo per rispondere ai problemi emersi durante le giornate d’esame, ma anche per contestare l’impianto complessivo del semestre filtro. In particolare, l’associazione intende chiedere che agli studenti penalizzati venga garantito l’accesso in sovrannumero e la possibilità di rimanere nella sede universitaria di prima assegnazione, evitando ulteriori disagi logistici ed economici.

L’attacco al Governo e il nodo delle responsabilità

La critica al Governo è esplicita. Secondo l’UDU, le scelte adottate in materia di università seguono una logica selettiva ed escludente, che finisce per ampliare le disuguaglianze invece di ridurle. Un sistema che, anziché farsi carico delle proprie responsabilità, trasferisce sugli studenti le conseguenze di una programmazione insufficiente e di investimenti considerati inadeguati.

Numero chiuso sotto accusa: “Da superare, non da riformulare”

Nel mirino torna anche il tema del numero chiuso, da anni al centro del dibattito pubblico. Per Bruscella e per l’Unione degli Universitari, il problema non può essere risolto attraverso nuove formule di selezione, soprattutto se più complesse e meno trasparenti delle precedenti. La richiesta resta quella di superare definitivamente il numero programmato, puntando su un’università più inclusiva e capace di accogliere tutti coloro che desiderano intraprendere un percorso di formazione.

Uno scontro destinato a continuare

L’annuncio di un ricorso collettivo di ampia portata rappresenta quindi un nuovo capitolo dello scontro tra rappresentanze studentesche e istituzioni. Nei prossimi mesi sarà fondamentale capire quali saranno gli sviluppi legali e politici di questa vicenda, e se le criticità emerse porteranno a una revisione del modello adottato. Nel frattempo, migliaia di studenti attendono risposte concrete, chiedendo che il diritto allo studio non si sacrifichi sull’altare di riforme percepite come frettolose e poco condivise.

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