Earls Court rinasce: via libera al maxi progetto da £10 miliardi

Dicembre 17, 2025 - 15:28
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Earls Court rinasce: via libera al maxi progetto da £10 miliardi

Per oltre un decennio l’area di Earls Court è rimasta sospesa in una sorta di limbo urbano, un enorme vuoto nel cuore di Londra occidentale dopo la demolizione del celebre Exhibition Centre. Oggi, però, quel lungo periodo di incertezza sembra arrivato a una svolta decisiva. Con il via libera ufficiale dei borough di Kensington & Chelsea e Hammersmith & Fulham, la rigenerazione di Earls Court, un progetto da £10 miliardi, entra finalmente nella sua fase operativa. Non si tratta soltanto di uno dei più grandi interventi immobiliari della capitale, ma di un progetto destinato a ridefinire un intero quartiere, con implicazioni profonde per l’economia, l’abitare, la sostenibilità e l’identità urbana di Londra. Per chi vive la città ogni giorno, inclusa la comunità italiana, Earls Court rappresenta un caso emblematico di come Londra stia cercando di reinventarsi nel XXI secolo.

Dall’Exhibition Centre al grande vuoto urbano

Per comprendere la portata di questa rigenerazione è necessario tornare indietro nel tempo. L’Earls Court Exhibition Centre è stato per decenni uno dei simboli della Londra fieristica e culturale, ospitando eventi, concerti e manifestazioni di rilievo internazionale. La sua demolizione, avvenuta oltre dieci anni fa, aveva aperto la strada a un primo ambizioso piano di sviluppo che però si è arenato tra polemiche, crisi di mercato e cambi di proprietà. Per anni l’area, estesa su 44 acri, è rimasta inutilizzata, diventando uno dei più grandi brownfield site della capitale. Questo stallo ha avuto un impatto significativo sul tessuto urbano circostante, alimentando frustrazione tra residenti e amministrazioni locali. Il nuovo progetto rappresenta quindi non solo una trasformazione fisica, ma anche la chiusura di una lunga fase di immobilismo che ha segnato la storia recente di Earls Court.

Chi guida la rigenerazione e come è strutturato il progetto

Il nuovo corso di Earls Court è guidato dalla Earls Court Development Company (ECDC), una realtà nata dalla collaborazione tra il gruppo immobiliare Delancey e il fondo pensione olandese APG. A questa partnership si affianca Places for London, la società immobiliare di Transport for London, che porta nel progetto una visione legata alla mobilità e alla pianificazione urbana integrata. L’area è stata acquisita nel 2019, segnando l’inizio di un processo di ripensamento radicale del masterplan. Dopo anni di consultazioni e revisioni, il progetto ha ottenuto l’approvazione definitiva da parte dei due borough coinvolti, aprendo la strada all’avvio dei lavori già dal prossimo anno. Le informazioni istituzionali sul progetto e sul ruolo di TfL sono disponibili anche attraverso i canali ufficiali di Transport for London, che evidenziano come Earls Court sia considerato un tassello strategico nello sviluppo urbano della capitale.

Cosa prevede il masterplan di Earls Court

Il masterplan approvato delinea una trasformazione di scala imponente. Una volta completato, il nuovo quartiere ospiterà circa 4.000 nuove abitazioni, affiancate da 2,5 milioni di piedi quadrati di spazi di lavoro, pensati per attrarre imprese, attività creative e uffici di nuova generazione. A questo si aggiungono tre nuovi poli culturali, che puntano a restituire a Earls Court un ruolo di destinazione urbana, seppur con una vocazione diversa rispetto al passato fieristico. Uno degli elementi più rilevanti è la creazione di 20 acri di spazi pubblici e verdi, con la piantumazione di oltre 1.000 nuovi alberi, un dato che sottolinea l’attenzione al benessere urbano e alla qualità della vita. Il completamento dell’intero progetto è previsto entro il 2041, confermando Earls Court come uno degli interventi di rigenerazione più estesi e di lungo periodo a Londra.

La prima fase e l’impatto immediato sul quartiere

La trasformazione non sarà immediata, ma articolata in fasi. La fase uno, già approvata, prevede la costruzione di circa 1.300 abitazioni, distribuite in sei edifici, tra cui una torre residenziale di 42 piani destinata a diventare uno dei nuovi punti di riferimento visivi dell’area. Questa prima fase è cruciale perché segna il passaggio concreto dalla pianificazione alla realizzazione. L’impatto sul quartiere sarà significativo, sia in termini di cantieri e cambiamenti temporanei, sia per l’arrivo di nuovi residenti e servizi. Per i borough coinvolti, questa fase iniziale rappresenta un banco di prova per dimostrare che il progetto può integrarsi con il tessuto urbano esistente, evitando l’effetto enclave spesso associato ai grandi sviluppi immobiliari.

Sostenibilità, clima e ambizioni ambientali

Uno dei pilastri dichiarati della rigenerazione di Earls Court è la sostenibilità ambientale. Il progetto prevede una rete energetica a zero emissioni di carbonio e l’obiettivo di raggiungere lo zero operational carbon fin dal primo giorno. In un contesto come quello londinese, dove la pressione per ridurre l’impatto ambientale degli edifici è sempre più forte, Earls Court viene presentato come un modello di quartiere del futuro. La scelta di rigenerare un’area brownfield ben collegata, anziché consumare nuovo suolo, si inserisce nella strategia complessiva della città per una crescita più responsabile. Questo approccio è in linea con le politiche urbane promosse dalla Greater London Authority, che puntano a coniugare sviluppo economico e transizione ecologica, come illustrato anche sul sito ufficiale della Greater London Authority.

Impatto economico e occupazionale del progetto

Dal punto di vista economico, la rigenerazione di Earls Court promette numeri rilevanti. Secondo le stime fornite dagli sviluppatori, il progetto potrebbe generare 23.500 posti di lavoro a livello nazionale e contribuire con circa £3 miliardi all’anno all’economia del Regno Unito. Questi dati spiegano perché l’intervento venga presentato come strategico non solo per Londra o per i borough coinvolti, ma per l’intero sistema economico britannico. Jamie Ritblat, fondatore e presidente esecutivo di Delancey, ha definito Earls Court un possibile “faro per il futuro di Londra come città globale”, sottolineando il ruolo del progetto nel rafforzare la competitività internazionale della capitale. Per chi vive e lavora a Londra, inclusi molti italiani impiegati nei settori dell’edilizia, dei servizi e delle professioni, questo significa nuove opportunità ma anche una probabile pressione sul mercato immobiliare locale.

Il ruolo di TfL e la dimensione sociale

Un aspetto meno evidente, ma centrale nel progetto, è il coinvolgimento diretto di Transport for London attraverso Places for London. TfL ha evidenziato come Earls Court rappresenti un esempio di rigenerazione capace di valorizzare terreni ben collegati, riducendo la dipendenza dall’auto privata e favorendo una mobilità sostenibile. All’interno dell’area sono già stati avviati programmi di formazione per la nuova generazione di lavoratori edili, con strutture dedicate che mirano a creare competenze locali e occupazione qualificata. Questo elemento sociale distingue Earls Court da altri progetti puramente immobiliari, inserendolo in una visione più ampia di rigenerazione che include lavoro, formazione e inclusione.

Una nuova identità per Earls Court

Secondo il CEO di ECDC, Rob Heasman, l’obiettivo finale è quello di restituire a Earls Court un ruolo di destinazione globale, non più legato a un unico grande edificio, ma a un quartiere vivo e multifunzionale. Dopo quattro anni di consultazioni con la comunità locale, il progetto punta a creare un luogo in cui abitare, lavorare e vivere il tempo libero, evitando di replicare modelli di sviluppo percepiti come distanti dai bisogni reali dei residenti. Resta però aperta una domanda fondamentale: riuscirà Earls Court a mantenere un equilibrio tra ambizione globale e identità locale? La risposta arriverà solo con il tempo, man mano che il progetto prenderà forma e il quartiere tornerà a popolarsi.

Domande frequenti sulla rigenerazione di Earls Court

Molti si chiedono quando inizieranno concretamente i lavori: l’avvio è previsto già dal prossimo anno, con una realizzazione graduale fino al 2041. Un’altra domanda riguarda l’impatto sui prezzi delle case: un progetto di questa portata potrebbe influenzare il mercato immobiliare dell’area e dei quartieri limitrofi. C’è poi il tema della sostenibilità reale, che dovrà essere verificata nel tempo, oltre alle promesse iniziali. Infine, resta centrale il ruolo dei residenti storici, che guardano al progetto con aspettative ma anche con timori legati alla trasformazione del quartiere.


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