Gli effetti economici del peggiore sistema politico del mondo

Non rifarò qui tutta la patetica storia delle norme immaginate dal governo, e in particolare dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, vicesegretario della Lega, con il solo obiettivo di allungare l’età pensionabile senza dirlo; di come il partito di Matteo Salvini, che aveva giurato di abbassarla, abolendo la legge Fornero (peraltro da almeno due governi e tre campagne elettorali, e solo per aver continuato a cascarci i suoi elettori meriterebbero di andare in pensione a novantacinque anni); di come il sottosegretario Alfredo Mantovano e gli altri esponenti di Fratelli d’Italia al vertice dell’esecutivo, non potendo contattare Giorgia Meloni in quel momento impegnata nel fondamentale Consiglio europeo che doveva prendere una decisione sugli asset russi e il sostegno a Kyiv (ma pensa un po’ le coincidenze), avessero pensato bene di sfilare le norme dalla finanziaria per infilarle in un apposito decreto, bloccato sul nascere dal Quirinale per ragioni di costituzionalità e forse anche di decoro. Non ripercorrerò tutta questa triste storia, se non per segnalare come la propaganda populista, prima o poi, finisca sempre per divorare se stessa, ma nel frattempo possa anche mettere in ginocchio un paese.
Vale per le balle raccontate finora da Salvini (e anche da Meloni) sulla legge Fornero, ma anche per trovate apparentemente meno gravi, come la sceneggiata organizzata da Fratelli d’Italia intorno alla questione dell’oro della Banca d’Italia. Un altro classico della propaganda populista, che ricorda l’audizione del 2014 in cui la deputata del Movimento 5 stelle Carla Ruocco domandò all’allora governatore dove fosse l’oro della Banca d’Italia, e un basito Ignazio Visco rispose che era, ovviamente, in Banca d’Italia, dove peraltro alcuni parlamentari, presumibilmente dello stesso partito, erano andati a vederlo, domandandogli chi garantisse che quello fosse veramente oro. Ecco, il manifesto con il volto di Meloni che parla di «vittoria di Fratelli d’Italia» perché «le riserve auree saranno del popolo italiano» va persino oltre i fasti grillini del 2014, confermando come il cospirazionismo no-euro (il sottotesto è sempre un complotto della Bce per sottrarre l’oro alla patria) sia ancora la vera base politico-culturale del grande blocco populista che va dal Movimento 5 stelle a Fratelli d’Italia, passando ovviamente per la Lega.
La tragedia è che dall’altra parte, oltre al Movimento 5 stelle, c’è un Partito democratico che ha schiacciato l’intera coalizione sulla linea della Cgil di Maurizio Landini, il quale dichiara di volere una patrimoniale per quegli italiani che hanno «un reddito netto» superiore ai 2 milioni di euro l’anno. Parole sue: «La Banca d’Italia dice che nel nostro Paese, su 59 milioni di abitanti circa, ce ne sono 500mila che hanno un reddito netto superiore ai 2 milioni di euro l’anno. Noi chiediamo un contributo di solidarietà su queste 500mila persone dell’1,3 per cento sulla loro ricchezza, che potrebbe produrre 26 miliardi di entrate per lo Stato». Si dirà che è un lapsus, che intendeva dire patrimonio anziché reddito (anche se nel video ripete due volte «all’anno»), che avrà fatto confusione con i numeri, che è il principio che conta. Benissimo, stiamo dunque ai principi, ed ecco allora la card di Alleanza Verdi-Sinistra di Bonelli e Fratoianni, tra i più convinti sostenitori della necessità di una patrimoniale, che due settimane fa esultava per la storica decisione della Camera: «Cancellata l’Imu sulle case dei residenti all’estero».
P.S. Personalmente, come ho già spiegato qui, sarei favorevolissimo a una patrimoniale, e in particolare a una tassa patrimoniale che avevamo già e che il centrosinistra si vanta di avere abolito. Si chiamava Imu.
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